Milano, 13 marzo 2025 – Istituzioni, proprietà e organizzazioni sindacali attorno allo stesso tavolo, quello della Commissione Attività produttive, oggi presieduta da Silvia Scurati (Lega), per vigilare e accompagnare i lavoratori della Xilopan di Cicognola (PV) dopo la decisione di chiudere l’azienda e di procedere con il licenziamento collettivo.
“Al momento -ha spiegato Massimo Vidal di Fillea Cgil– ci stiamo occupando di una quarantina di ex dipendenti, per la maggior parte dei quali si attiverà la Naspi mentre in sei hanno chiesto la cassa integrazione. L’obiettivo però è il ricollocamento dei lavoratori, ma abbiamo purtroppo a che fare con un’area depressa, interessata da continue cessazioni di attività”.
“L’Oltrepo -ha aggiunto Mario Cavaliere di Filca Cisl– si caratterizzava per la presenza di tante aziende legate all’edilizia, in particolare con fornaci per la produzione di mattoni, e Xilopan era l’ultimo baluardo del settore, una realtà storica che dava lavoro a una settantina di persone alle quali si aggiungevano i numerosi lavoratori dell’indotto”.
All’incontro a Palazzo Pirelli hanno partecipato, oltre ai rappresentanti della proprietà e dei sindacati, i Sindaci di Cicognola Gianluca Orioli, il Sindaco di Broni Antonio Riviezzi, Paola Patrucchi (Consigliere delegata dalla Provincia), i Consiglieri regionali Simone Negri (PD), Claudio Mangiarotti (FdI) e Onorio Rosati (AVS). Da parte degli intervenuti è stata manifestata solidarietà e vicinanza ai lavoratori insieme alla grande preoccupazione per la situazione occupazionale del territorio dell’Oltrepo. I funzionari della Regione delle Direzioni generali Sviluppo economico e Formazione-lavoro, che stanno seguendo la vicenda da tempo attraverso incontri con azienda e sindacati, hanno confermato l’impegno di Regione Lombardia (per attivazione degli ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro, assistenza per ricollocamenti o aperture nuove attività, etc.).
La Xilopan di Cicognola, azienda storica specializzata nella produzione di pannelli di legno, era già finita sull’orlo del fallimento un paio di anni fa per poi essere rilevata, in fase di concordato in continuità, da una proprietà brianzola. Nonostante gli enormi investimenti, si è però giunti alla decisione della chiusura a causa dei costi di produzione diventati troppo alti negli anni post Covid. Sindacati e proprietà hanno così sottoscritto l’accordo che ha previsto gli esuberi accompagnati da incentivi.