Vulvodinia:

in Consiglio regionale al via il percorso legislativo per il riconoscimento di questa patologia

Istituzioni e operatori a confronto in un convegno promosso dal Consiglio per le Pari Opportunità di Regione Lombardia


• Milano, 28 novembre 2024 – “E’ assolutamente e quanto mai necessario promuovere le pari opportunità anche nella tutela della salute. Il Consiglio regionale, in questa legislatura, è fortemente impegnato e sensibile su questo tema. La Commissione Sanità sta lavorando su un progetto di legge per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento della vulvodinia, ma anche dell’endometriosi e della neuropatia del pudendo. Il progetto di legge sulla vulvodinia mette al centro due “parole chiave”: informazione e prevenzione, che devono diventare sempre di più gli strumenti per gestire, dal punto di vista sanitario e sociale, le conseguenze di questa patologia, come indicato nelle linee guida del Piano Socio Sanitario dove i programmi di screening e le campagne di informazione sono considerati strategici”.
• Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani aprendo questo pomeriggio a Palazzo Pirelli i lavori del convegno “Vulvodinia: il dolore invisibile. Dalla sofferenza alla soluzione, sfide e innovazioni”, promosso dal Consiglio per le Pari Opportunità di Regione Lombardia.

• In Lombardia sono circa 700mila le donne che soffrono di vulvodinia, una donna su sette. In Italia si stima che la malattia interessi tra il 5% e il 12% della popolazione femminile.
• Si tratta, quindi, di un disturbo diffuso. Ciononostante, è una malattia che può rimanere non diagnosticata o gestita in modo inadeguato per anni perché è ancora poco conosciuta anche dagli stessi medici e perché le cause non sono completamente note.

“La vulvodinia è una patologia caratterizzata da un dolore vulvare persistente e ha un impatto invalidante sulla vita relazionale e sociale della persona e sulla sua capacità produttiva – evidenzia la presidente del Consiglio per le Pari Opportunità Luce Meola -. Parliamo di una patologia che spesso viene sottovalutata, fraintesa e che, soprattutto, è spesso invisibile. Compito e dovere delle istituzioni è pertanto quello di sensibilizzare e agire. Da un lato, è necessario aumentare la consapevolezza su questa condizione, non solo tra le donne ma anche tra gli operatori sanitari e le istituzioni. Dall’altro, è fondamentale stimolare la ricerca e la formazione di figure sempre più competenti nella gestione della malattia”.

All’iniziativa ospitata oggi a Palazzo Pirelli sono intervenuti anche la Presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi, la Consigliera regionale Paola Bulbarelli, la Direttrice dell’UOC Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Buzzi Valeria Savasi, il Direttore Scientifico dell’”Associazione Italiana Vulvodinia – ets” Filippo Murina, la Direttrice generale dell’ASST Fatebenefratelli Sacco Maria Grazia Colombo, la Presidente del Comitato Vulvodinia e Neuropatia del Pudendo Silvia Carabelli e l’influencer Giorgia Soleri

“Quello di oggi rappresenta un momento di confronto importante su una patologia, quella della vulvodinia, che le istituzioni e gli operatori sanitari sono chiamati ad approfondire – ha spiegato Patrizia Baffi-. Le donne che ne soffrono si trovano frequentemente isolate, senza una diagnosi chiara, senza accesso a cure adeguate, e talvolta persino senza il riconoscimento della gravità del loro dolore. Per questo nelle prossime settimane la Commissione Sanità terrà una serie di audizioni con i soggetti preposti affinchè il provvedimento di legge che andremo a definire sia il più possibile puntuale nel fornire una risposta all’esigenza di garantire percorsi di diagnosi e cura validi ed efficaci”.