Un Protocollo per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute

Lo ha sottoscritto il Difensore regionale con Prefettura di Varese, carceri di Busto Arsizio e Varese, organizzazioni sindacali e terzo settore

Un protocollo per promuovere il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute, ex detenute ed in esecuzione penale esterna: è quello sottoscritto presso la Prefettura di Varese dal Difensore regionale della Lombardia Gianalberico De Vecchi nella sua veste anche di Garante dei detenuti. A sottoscrivere il protocollo anche il Prefetto Salvatore Pasquariello, i rappresentanti del mondo produttivo e della cittadinanza attiva, le Direzioni delle Case Circondariali di Busto Arsizio e di Varese, le associazioni del terzo settore e le organizzazioni sindacali.

Il protocollo crea le condizioni per la realizzazione sul territorio di progetti concreti orientati a favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone detenute, ex detenute ed in esecuzione penale esterna, anche tramite la promozione di percorsi formativi e opportunità di lavoro in diversi settori. In particolare sarà incentivata l’attivazione di tirocini formativi e di apprendistato, affiancando e accompagnando le persone detenute attraverso uno sportello di orientamento al lavoro presente all’interno della Case circondariali. L’avvio delle esperienze professionali sarà sostenuto con l’istituzione di corsi di formazione specifici appositamente dedicati. Le parti si sono impegnate a collaborare e a sperimentare nuove azioni congiunte.

Attraverso l’applicazione della legge n.193 del 2000 “Norme per favorire l’attività lavorativa dei detenuti” (legge Smuraglia), le imprese che assumeranno persone sottoposte a provvedimenti restrittivi dell’autorità giudiziaria penale potranno usufruire di significative agevolazioni contributive e fiscali (abbattimento del 95% degli oneri contributivi e crediti d’imposta) per ogni assunto.

Il reinserimento sociale delle persone detenute e il contrasto alla recidiva -spiega De Vecchipossono e devono essere sostenuti e facilitati dall’offerta concreta di opportunità lavorative e formative: il lavoro è propulsore di inclusione e risocializzazione. I dati statistici confermano come la recidiva cala dal 70% al 3% per coloro che hanno seguito percorsi finalizzati all’effettivo reinserimento socio-lavorativo al termine della pena. Mi auguro -conclude il Difensore regionale lombardoche si possa giungere alla sottoscrizione di protocolli analoghi in tutte le province lombarde”.