Turismo montano: Soccorso Alpino sempre presente

Nel 2024 soccorse quasi 12 mila persone. L’escursionista di età compresa tra i 50 e i 70 anni è il profilo più coinvolto negli incidenti in montagna

Con i suoi meravigliosi paesaggi e le innumerevoli attività che offre a contatto con la natura, la montagna è il luogo ideale per ritrovare e mantenere equilibrio e benessere in tutte le stagioni. Alle classiche attività invernali, si affiancano in particolare nel periodo estivo canoa, mountain bike, trekking ecc.. Gli sport da praticare in montagna sono vari e rivolti a tutti, dagli appassionati ai professionisti: occorre però saper valutare bene il proprio livello di preparazione, di esperienza nell’utilizzo dell’attrezzatura e la conoscenza del territorio.

I numeri sugli interventi del Soccorso Alpino italiano sono infatti ancora molto elevati. Nel 2024, forte dei propri settemila operatori altamente specializzati, il soccorso alpino ha effettuato 12.063 missioni, portando assistenza a 11.789 persone (di cui 466 persone decedute, 1.431 feriti gravi, 5.288 feriti lievi, 299 feriti con compromissione delle funzioni vitali, 4.187 illesi, 118 dispersi) per un impegno di 183.846 ore di lavoro da parte dei 42.589 tecnici volontari coinvolti. Questi sono i dati diffusi dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) che precisa anche le cause degli interventi: la maggior parte sono provocati da caduta o scivolata, alcuni da malore e una buona parte proprio dall’inadeguata valutazione del proprio livello di preparazione e dalla scarsa consapevolezza dei rischi.

Tra le attività che maggiormente causano incidenti, la principale è l’escursionismo, con il 44,3% dei casi. A seguire troviamo lo sci alpino e nordico (14%), la mountain bike (6,8%), l’alpinismo (5,9%), la ricerca dei funghi (3,4%), le attività su ferrate (3,6) e le attività lavorative (2,6%). Completano il quadro, con numeri inferiori, gli interventi durante le attività venatorie, gli sport dell’aria e la speleologia. L’escursionista uomo tra i 50 e i 70 anni è il profilo più coinvolto negli incidenti.

Soprattutto in Lombardia resta elevato il numero degli interventi compiuti dai soccorritori del Cnsas: nel corso del 2024 sono stati stimati quasi 1.300 interventi che hanno impegnato quasi settemila soccorritori in circa 4mila giornate di lavoro. Il Cnsas Lombardo conta cinque delegazioni, quattro alpine, con 31 stazioni, e una speleologica, con una propria stazione.

È l’estate, quando il turismo prende d’assalto le montagne, la stagione di super-lavoro per i tecnici del soccorso alpino italiano. Nel solo mese di agosto si concentra il 18% degli interventi di tutto l’anno.

Soltanto l’8,6% di chi viene soccorso è iscritto al Club Alpino Italiano (CAI), che rappresenta il principale organismo del Paese a tutela dell’ambiente montano e della sicurezza di chi lo frequenta e di cui il Cnsas è “organo tecnico centrale”. Come sottolineano i vertici del CAI e del Cnsas, è sempre di attualità la necessità di investire e promuovere una costante attività di prevenzione, sensibilizzazione e formazione per ridurre i rischi e limitare gli incidenti.