Il 12 settembre, e fino al prossimo 8 giugno, gli studenti lombardi torneranno tuti in classe per il primo giorno di scuola (alcuni anticipano la prima campanella al giorno prima mercoledì 11 settembre), ad eccezione delle scuole dell’infanzia aperte dal 5 settembre al 30 giugno. Secondo una recente indagine realizzata dall’Osservatorio di Federconsumatori, la spesa media delle famiglie italiane per l’avvio del nuovo anno scolastico sarà di 647 euro per il corredo scolastico e di 591 euro per i libri di testo. Complessivamente 1.200 euro a figlio.
Leggendo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito e riferiti all’anno scolastico 2023/2024, scopriamo che la Lombardia vanta 1134 istituzioni scolastiche (compresi i 19 centri provinciali per l’istruzione degli adulti) su 8089 in tutta Italia e supera di gran lunga il numero delle scuole presenti in Campania (967), Sicilia (802) e Lazio (722).
Nel 2023 al suono della prima campanella, sono stati 1.300mila gli studenti lombardi, di cui 200mila circa nelle scuole paritarie, che sono complessivamente 2.474 e raccolgono il 16% di tutti gli iscritti al nostro sistema d’istruzione con Milano che guida la “carica” seguita da Brescia, Bergamo e Varese.
Da sola la nostra regione rappresenta un settimo della popolazione scolastica italiana.
Nelle scuole statali lombarde, stando sempre al report dell’Ufficio statistiche del Ministero, l’esercito degli studenti è stato di oltre un milione distribuito in 54.255 classi: 97.884 nelle scuole dell’infanzia, 384.788 nelle primarie, 257.216 e 392.643 rispettivamente nelle secondarie di primo e secondo grado. Oltre 55mila alunni con disabilità e quasi 220mila stranieri, con una prevalenza per entrambe le categorie nelle scuole primarie (22.619 disabili e 88.922 stranieri).
In particolare, per gli studenti non italiani, il focus del Ministero rileva allo stesso tempo un’altissima percentuale di dispersione scolastica: in pochi di loro arrivano alle superiori. Ed è proprio la Lombardia, col record di presenze (il 25% sul totale nazionale, una scuola su dieci con più del 30% di stranieri), a registrare il più alto tasso di abbandono tra tutte le regioni italiane. Degli oltre 88mila stranieri iscritti alle primarie, ne restano poco più di 50mila nelle secondarie di secondo grado.
Il numero complessivo di studenti si abbassa rispetto agli altri anni: 10mila in meno rispetto al 2022 e 32mila in meno se si prende a riferimento il 2021. Un calo demografico conclamato e ancora più evidente nelle scuole dell’infanzia e nelle elementari. In questo quadro, sono però in crescita i risultati raggiunti dagli alunni lombardi, che si scoprono essere tra i migliori d’Italia secondo l’indagine di Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. Nelle superiori, per esempio, il 63% raggiunge “risultati adeguati” in italiano, inglese e matematica, superando la media nazionale che si attesta al 58%. Contemporaneamente, soffrono i ragazzi dell’“ultimo anno”, quelli che hanno vissuto la didattica a distanza e i disagi innescati dalla pandemia, mentre corrono i loro compagni di seconda superiore e risultano buone anche le performance nelle scuole medie. Un po’ meno soddisfacenti sono infine le prestazioni nelle primarie, dove la Lombardia non riesce a brillare rispetto altre regioni.
Quanto all’indirizzo scolastico, nel 2023/2024, più della metà degli studenti lombardi (51,3% pari a 186.972 giovani) ha scelto il liceo. L’11,7% si è iscritto allo Scientifico, il 9,9% ha preferito le Scienze applicate e il 7,1% il Liceo linguistico. Si è fermato a poco più del 3% il Classico, superato da Scienze Umane (6,4%) e dall’Artistico (5,3%).
Il 36,2% (141.806 studenti) ha privilegiato gli istituti tecnici e solo il 12,5% (63.865) ha studiato in quelli professionali.
Tra le province, sono Milano (58,8%), Como (55,1%) e Monza e Brianza (54,8%) ad aver contato più liceali; nel lodigiano (42,3%) è prevalso l’istituto tecnico, mentre Sondrio (19%) ha guidato la classifica per maggior numero di iscritti negli istituti professionali, in particolare nei settori dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera.
Per l’anno in procinto di cominciare e secondo i primi dati di iscrizione resi noti dal Ministero, resta stabile la percentuale relativa agli istituti tecnici, diminuisce quella del liceo (passando da 51,3 a 50,2%) mentre aumenta nelle scuole professionali, dove si sale al 13,5%.
Per quanto riguarda infine le scuole primarie e in riferimento all’anno 2024/2025, si alza il numero di famiglie che domandano il tempo pieno, corrispondente a 40 ore settimanali: la Lombardia va oltre il 60%, distaccandosi in maniera netta dalla media nazionale, ferma al 49,6%, e superando di gran lunga il numero di famiglie che optano per un tempo scuola fino a 30 ore settimanali (27,8%).
Già lo scorso anno il “full time” per le elementari aveva raggiunto percentuali altissime (oltre il 90%) nelle province di Milano e Monza e Brianza. Solo invece il 2,9% aveva scelto le 24 ore settimanali. In quest’ultimo caso, il dato più basso (1,9%) era stato registrato a Milano, a pari merito con Sondrio, pur nella differenza sostanziale di popolazione, mentre il più alto nel varesotto (4,9%).