Garantire i posti di educatore nei servizi per l’infanzia a chi ha acquisito un’alta specializzazione in forza dell’esperienza lavorativa. Lo chiede la Risoluzione bipartisan sull’accesso alle professioni pedagogiche ed educative approvata oggi all’unanimità dalla Commissione Sociale, documento che prende spunto dalle recenti norme sull’istituzione di un Albo professionale attraverso procedure che hanno creato una situazione di incertezza riguardo i requisiti richiesti agli operatori, compresa una serie di oneri e adempimenti “che rischiano di avere un impatto importante sui servizi”.
“Stiamo seguendo con attenzione le interlocuzioni tra Governo, ministeri interessati e Regioni – ha detto il Presidente della Commissione Emanuele Monti (Lega) – e ci auguriamo che presto tutto ciò si concretizzi in un tavolo di confronto che porti a un definitivo chiarimento sulla materia”.
Ed è proprio la richiesta che il Governo attivi un “tavolo di confronto urgente con tutte le istituzioni interessate” il primo punto della Risoluzione che, ai fini dell’accesso all’Albo, ritiene prioritarie l’armonizzazione del quadro dei titoli di accesso alla professione di educatore nel sistema integrato 0-6 anni nonchè la tutela delle professionalità (da riconoscere non solo sulla base del titolo di studio ma anche dell’esperienza acquisita sul campo). Si tratta perciò di “regolare in maniera coordinata”, prosegue il documento, il momento di transizione che porta alla piena costituzione dell’Albo professionale “escludendo gli educatori dei servizi per l’infanzia dal campo di applicazione della legge 55/24 in considerazione delle peculiarità regionali che già oggi rappresentano un’eccellenza nei servizi per l’infanzia rispondendo adeguatamente ai bisogni delle famiglie”.
La Risoluzione chiede a tal fine di estendere all’anno scolastico e accademico ’21-’22 il termine di validità dei titoli di accesso alla professione di educatore dei servizi per l’infanzia previsti dal D.Lgs 65/2017 così da “salvaguardare la tenuta del sistema dei servizi, valorizzando l’esperienza positiva della Lombardia”.
“In Lombardia – ha dichiarato ancora Monti – è operante da tempo una realtà di asili nido e servizi per l’infanzia che rappresenta un modello apprezzato dalle famiglie. E’ perciò importante che questa rete di eccellenza non venga messa in crisi dalle nuove norme ma venga piuttosto rafforzata e valorizzata”.
“Con questo documento abbiamo voluto dare voce – ha detto Davide Casati (PD) – alle richieste tutte condivisibili dei rappresentanti degli educatori e degli enti che abbiamo ascoltato nelle scorse settimane in Commissione”.