Quattro Novembre, l’intervento del Presidente Romani a Monza

Federico Romani: “Il mio pensiero va alle donne e agli uomini delle Forze armate impegnati negli scenari di crisi per garantire la pace"

Nella drammatica esperienza della Prima Guerra Mondiale l’Italia si dimostrò Nazione. Oggi, a distanza di 106 anni da quegli eventi, in un momento caratterizzato da una grande instabilità internazionale, dobbiamo riscoprire quel senso di comunità che interpretano i quasi 12 mila i militari italiani impegnati in oltre 40 missioni in scenari internazionali di crisi. Donne e uomini che ogni giorno lavorano lontano da casa e dalle loro famiglie, a rischio della loro vita, per garantire a tutti noi di vivere in un Paese unito, libero, sicuro e democratico. Il loro esempio ha la capacità di rafforzare la coesione nazionale, attraverso la condivisione di un patrimonio di valori comuni dando un contenuto concreto alla parola unità”. Queste le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani in occasione del discorso che ha tenuto questa mattina a Monza, in piazza Trento e Trieste, per la cerimonia del Giorno dell’Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate

Nel suo discorso il Presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza di “ricordare eventi che sembrano lontanissimi nel tempo, soprattutto per i più giovani, perché ripensare a quelle vicende significa andare alle radici della nostra identità: ricordare ancora, dopo oltre un secolo, il 4 novembre 1918 ci permette di guardare al futuro perché l’Italia di domani non può prescindere dall’Italia di ieri”.

Infine, un passaggio dell’intervento del Presidente Romani è stato dedicato ai militari italiani uccisi il 12 novembre di ventuno anni fa da un attacco terroristico a Nassiriya, “morti in una base militare a più di 4mila chilometri dalle loro case e dalle loro famiglie per ideali come “patria”, “senso del dovere” e “responsabilità”. Termini che oggi sembrano retorici, ma che invece sono il nostro pane quotidiano, perché sono l’humus che alimenta la comunità e l’Unità nazionale”.