Dal curare al prendersi cura. È questo il fil rouge del Piano Socio Sanitario Regionale 2023-2027 (Pssr) presentato oggi dall’Assessore al Welfare Guido Bertolaso in Commissione Sanità e in Commissione Sostenibilità sociale in seduta congiunta.
“Il Piano sociosanitario rappresenta un’innovazione ed un efficientamento complessivo del sistema, apportando non solo miglioramento nell’erogazione dei servizi, ma anche una visione strategica del concetto di benessere, qualità della vita e ambiente circostante, puntando sull’elemento centrale, che è la prevenzione – ha sottolineato la Presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi (Fratelli d’Italia)-. Ciò porta ad una minore domanda presso le strutture, con miglioramento dei tempi e delle prestazioni erogate. Infatti, si fonda sul concetto di one health ovvero un approccio integrato, sistemico, finalizzato ad un equilibrio sostenibile tra salute delle persone, animali ed ecosistema, strettamente collegati e interdipendenti. Mi auguro che la Delibera delle Regole di prossima emanazione possa dare piena attuazione a questi principi e indirizzi, per un continuo miglioramento del sistema sanitario territoriale a vantaggio dei cittadini e dei più fragili”.
“Il piano presentato dall’Assessore sarà certamente oggetto di approfondimento nel percorso in Commissione – ha evidenziato il Presidente della Commissione Sostenibilità sociale Emanuele Monti (Lega)-. Come ho già fatto nella scorsa legislatura da relatore della riforma sanitaria, sarà mio impegno aprire le porte del Consiglio regionale a chi chiede maggiore salute e tutela per i più fragili in un iter di audizioni che dovranno avere un percorso partecipativo su temi chiave quali la disabilità, il sistema sociosanitario e le RSA, ma anche un rafforzamento dei consultori per il diritto alla vita e il contrasto alle droghe e dipendenze”.
Il Pssr 2023-2027 si muove in uno scenario caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione (dal 2020 al 2040, gli ultra 85enni passeranno dal 3,6% all’8%), da una forte riduzione della natalità (dal 2015 al 2019 la natalità si è ridotta del 3.5%) e da un aumento del numero di famiglie unipersonali (dal 2020 al 2040 sono aumentate di 332mila le famiglie composte da una sola persona). Aumentano anche gli indicatori di fragilità: 3.127.000 cittadini hanno almeno una condizione cronica, 672.000 lombardi hanno limitata autosufficienza, dal 4% al 38% dei cittadini vive in un ambiente sociale disagiato.
L’evoluzione della complessità clinica della popolazione lombarda prevede che entro il 2050 ci sarà un aumento di 662.696 cittadini che avranno necessità di cure, da un quadro clinico di lieve intensità alla necessità di cure intensive. Ciò comporterà una previsione di aumento della spesa sanitaria da 24,7 a 25,4 miliardi di euro.
Per rispondere a questi numeri il Pssr indica tra le azioni da mettere in campo la prevenzione primaria per ridurre il rischio di insorgenza delle malattie e aumentare il benessere; la prevenzione secondaria, cioè la diagnosi precoce per arrestare la progressione della malattia; la cura, riabilitazione e assistenza; lo sviluppo dei servizi sociosanitari dedicati agli anziani, alle persone con disabilità e a quelle con disturbi mentali.
Un altro dossier del Pssr riguarda una migliore accessibilità ai servizi, la riduzione delle liste d’attesa e il miglioramento del processo di presa in carico.
L’obiettivo è coniugare il mantenimento di elevati standard di qualità delle prestazioni con la sostenibilità del sistema. Ciò significa rimodulare la rete dell’offerta per gli anziani estendendo i servizi diurni e potenziando RSA aperta; una maggiore flessibilità attraverso una presa in carico precoce e integrata per quanto riguarda le cure palliative; il rafforzamento e l’integrazione della rete dei consultori per affrontare la crisi della natalità e sostenere la famiglia, la maternità e la genitorialità; una sempre più forte integrazione tra ospedale e territorio per rispondere all’emergenza del disagio mentale.
Lo strumento per raggiungere questi obiettivi una evoluzione del sistema organizzativo regionale con l’istituzione di aziende ospedaliere dotate di tutte le discipline di alta specializzazione, il rafforzamento del ruolo delle Ats, il consolidamento dei Distretti sanitari, il completamento dell’offerta delle Case di Comunità” e la piena strutturazione delle Centrali Operative Territoriali (COT). Un ruolo strategico è attribuito alla digitalizzazione, alle nuove tecnologie applicate alla medicina, alla ricerca e alle partnership internazionali.
Nel corso del dibattito sono intervenuti numerosi Consiglieri regionali: Marco Bestetti (Fratelli d’Italia) ha sottolineato l’importanza del “cambio di paradigma contenuto nel Pssr: la prevenzione come asset principale del sistema sociosanitario lombardo”; Paola Bocci (PD) ha precisato l’importanza dei consultori che sono “presidi territoriali fondamentali per la gestione delle fragilità in merito a maternità e genitorialità. Nel Pssr mi sembra ci sia un sostanziale depotenziamento di questi servizi territoriali”; Carlo Borghetti (PD) ha posto l’attenzione sul tema del “numero sempre maggiore delle persone che rinunciano a curarsi. Un’importante criticità per il sistema del welfare lombardo”; Nicola Di Marco (Movimento 5 Stelle) ha proposto la “condivisione di un metodo di lavoro rispetto all’iter che porterà all’approvazione del Pssr per consentire alle opposizioni di dare il loro contributo”; Nicolas Gallizzi (Noi Moderati) ha posto l’attenzione sul taglio dei tempi di attesa attraverso l’istituzione del CUP (Centro Unico di prenotazione) che è “un grande traguardo, la leva strategica principale per far funzionale il sistema sociosanitario lombardo”; Lisa Noja (Azione-Italia Viva) ha sostenuto l’importanza di disporre di “indici di valutazione chiari e misurabili delle azioni di prevenzione e la mancanza nel Pssr di un riferimento specifico al tema delle malattie rare”; Pierfrancesco Majorino (PD) ha precisato che “sostenere la prevenzione non è solo sviluppare azioni di informazione, ma anche migliorare e assicurare a tutti i cittadini l’accesso ai servizi territoriali. Per questo è necessario creare connessioni tra servizi sociosanitari che si occupano di fragilità come salute mentale e dipendenze”; Michela Palestra (Patto Civico) ha chiesto “tempi e modi per approfondire il Pssr” e ha puntato l’attenzione sulle previsioni dell’aumento di spesa sanitaria come elementi critico del sistema; Onorio Rosati (Alleanza Verdi e Sinistra) ha indicato la prevenzione come “la sfida più importante. Dovremo essere in grado di mettere in campo efficaci politiche sociosanitarie che ci possano consentire di prevenire le patologie”; Carmela Rozza (PD) ha chiesto “spazi di dialogo durante il percorso di approvazione del Pssr per ricercare punti di convergenza. Sanità territoriale e sostegno alle professioni sanitarie devono essere i due pilasti del sistema del welfare lombardo”; Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia) ha evidenziato la necessità di “incentivare il personale socio sanitario a restare nei territori di montagna e di confine, anche attraverso un sistema di welfare specifico per queste categorie”.