Programma triennale per la cultura, il via libera dell’Aula

Approvato il documento a sostegno delle istituzioni e degli operatori culturali.

Via libera al Programma triennale per la cultura 2023-2025. Il Consiglio regionale, nella seduta di oggi, ha approvato il documento di sostegno alle istituzioni e agli operatori culturali lombardi (43 favorevoli, 6 contrari, 18 astenuti).

Il Programma triennale per la cultura fornisce a Regione Lombardia linee guida molto dettagliate ed efficaci per promuovere il comparto della cultura – ha spiegato la Presidente della Commissione Cultura e relatrice del provvedimento Anna Dotti (Fratelli d’Italia) -. Un settore che, nella nostra regione, rappresenta un asset della nostra identità e un importante traino economico. Per sostenere questo comparto Regione Lombardia oltre 126milioni di euro nei prossimi tre anni. Sottolineo che il testo nasce dal lavoro bipartisan svolto in Commissione che ha consentito di arricchire significativamente il testo base tenendo conto delle diverse sensibilità e approcci culturali dei Consiglieri, di maggioranza e minoranza”.

Il primo obiettivo è il sostegno e la promozione del “sistema cultura” lombardo. Tutte le azioni previste nel Piano, infatti, sono finalizzate alla tutela del patrimonio culturale lombardo, alla valorizzazione delle tradizioni e dei “saperi impliciti” delle comunità, all’approfondimento di temi come la rigenerazione, la sostenibilità e l’innovazione con il coinvolgimento diretto dei territori. A tal fine sarà sviluppato un metodo partecipativo di confronto attraverso la costituzione di “Tavoli della cultura” con soggetti pubblici e privati.

L’altra linea guida strategica del Piano è l’aumento dell’offerta culturale sia in termini quantitativi che qualitativi e in parallelo la crescita della fruizione culturale da parte di fasce sempre più ampie della popolazione e delle persone con particolari fragilità, rendendo i siti più accessibili. A tal fine saranno valorizzate le sinergie e le varie forme di collaborazione trasversali, quali il fundraising e il partenariato pubblico-privato partecipato, la promozione dello sviluppo partecipato dei presidi culturali, le collaborazioni con il Ministero della Cultura, con Unioncamere e il sistema camerale, con Fondazione Cariplo e altre fondazioni ex bancarie attraverso iniziative e servizi integrati di co-progettazione e co-finanziamento.

Massimo impegno sarà rivolto alla digitalizzazione del patrimonio culturale e alla promozione del patrimonio artistico degli enti del sistema regionale, in particolare delle aziende sanitarie e delle fondazioni ospedaliere che sono proprietarie di un gran numero di beni artistici in gran parte da valorizzare. Attenzione sarà dedicata al rilancio di “Lombardia Film Commission” attraverso una revisione della governance e della struttura organizzativa.

Il Programma sarà finanziato da Regione Lombardia attingendo a risorse proprie per complessivi 25,5 milioni (18 milioni per spese di parte corrente e 7,5 milioni per investimenti) cui si aggiungeranno i fondi del PNRR per 34 milioni, quelli dei programmi di coesione europei POR-FESR 2021-2027 per 17,6 milioni, i fondi Interreg per 286.375 euro e quelli del Piano Lombardia (Legge 9/2020) per 49 milioni. Il totale delle risorse investite nei prossimi tre anni ammonta a oltre 126 milioni di euro.

Il Consiglio regionale ha approvato un Ordine del Giorno presentato da Paola Bulbarelli (Fratelli d’Italia) che impegna la Giunta a valorizzare la conoscenza dei Scari vasi del Preziosissimo Sangue di Cristo conservati nella basilica di Sant’Andrea a Mantova e un Ordine del Giorno proposto da Paola Bocci (PD) che invita la Giunta a una programmazione costante nel corso del triennio dei bandi di finanziamento per l’adeguamento tecnologico delle sale destinate ad attività di spettacolo e a prevedere nei bandi anche contributi per progetti di ristrutturazioni edilizie.

Nel corso del dibattito sono interventi i Consiglieri regionali: Paola Bocci (PD) ha parlato di cultura come “leva di sviluppo e di lavoro. Per questo riteniamo che le risorse previste dal Piano siano scarse. Tuttavia, il Piano rappresenta un cambio di rotta rispetto alle politiche regionale degli anni passati: nel documento c’è un visone, che in parte è stata condivisa con le opposizioni durante i lavori in Commissione Cultura. In particolare, è importante che il Piano stabilisca una forte sinergia tra il comparto cultura e gli Assessorati dello Sviluppo economico e del Turismo”; Paola Bulbarelli (Fratelli d’Italia) ha sottolineato il “carattere trasversale del Piano che garantisce una programmazione precisa e puntuale delle politiche culturali regionali”; Davide Casati (PD) ha definito il Piano “un buon punto di partenza. Il punto debole è l’incapacità di sostenere in modo strutturale le piccole realtà culturali del territorio a causa delle poche risorse disponibili”; Sergio Gaddi (Forza Italia) ha sottolineato come il Piano vada nella direzione di “comunicare luoghi, territori e paesaggi, fornendo stimoli e impulsi. Le città sono beni culturali complessi e il design, soprattutto in Lombardia, è un innovativo strumento in grado di guidare il processo di trasformazione dei beni culturali”; Christian Garavaglia (Fratelli d’Italia) ha sottolineato come i punti di forza del Piano siano “la trasversalità e la diversificazione. Ogni euro investito in cultura genera 1,8 euro in altri settori. Per questo il documento non ha solo un valore culturale, ma anche di sviluppo. Ma non solo: investire in cultura significa mantenere viva l’identità di territori e comunità”; Luca Paladini (Patto Civico) ha sostenuto di “essere spaventato da una visione lombardo centrica della cultura. Dobbiamo avere la forza di guardare oltre i nostri confini perché la cultura è un comparto che si apre al mondo e non guarda al suo ombelico”; Paola Pizzighini (Movimento 5 Stelle) ha sostenuto come il Piano sia la dimostrazione della “scarsa attenzione di Regione Lombardia verso la cultura. Il documento di programmazione culturale, infatti, prevede investimenti insufficienti per sostenere un comparto che rappresenta un volano per l’economia lombarda e nazionale”; Andrea Sala (Lega) ha sottolineato “il valore identitario della cultura. Questo Piano valorizza le collaborazioni e le partnership pubblico – privato, sostiene la digitalizzazione culturale e la valorizzazione dei beni culturali lombardi. Azioni che rispondono a un comparto culturale che vale 26,4 miliardi di euro, il 7% del PIL regionale e occupa 350mila addetti”.

L’Assessore alla Cultura Francesca Caurso ha definito il Programma triennale per la cultura 2023-2025 un “piano innovativo. Il primo e più importante passo è quello di far comprendere alla comunità lombarda di trovarsi in una grande regione culturale”.