Primo aprile, la giornata internazionale delle bufale

In tutto il mondo è famoso per il “pesce d’aprile”: fake news e scherzi sono dietro l’angolo

È il giorno delle burle e delle fake. Cade il primo giorno del mese di aprile, quello del “dolce dormire”, e il ricordo di questa giornata si perde nella notte dei tempi. A chi non è capitato, da bambino e magari anche da adulto, di accorgersi di aver sulla schiena un pesce di carta e di provare fastidio e vergogna nel togliersi l’intruso di dosso?
Certo, magari capitava più facilmente anni fa, ma la tradizione degli scherzi prosegue senza sosta e anche se di genere diverso e conformi a usi e costumi dell’epoca moderna, le prese in giro sono pur sempre dietro l’angolo. In un modo o nell’altro. Anche se oggi il web dispensa false notizie tutto l’anno.

La beffa in questione, letteralmente “il Poisson d’Avril“, ha origini francesi e si racconta che fosse stato inventato dai bambini che si divertivano a rincorrere i propri insegnanti per appiccicare sulla loro schiena il pesce ritagliato minuziosamente sulla carta. Uno scherno, diremmo scanzonato, che in Italia non ci ha messo molto ad attecchire, supportato anche dallo spirito ironico che ci contraddistingue e che ci regala la top ten tra i Paesi più spassosi del mondo.
La rete non ha poi risparmiato Spagna, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi e Germania. Nemmeno il tradizionale aplomb inglese è bastato a frenarne la diffusione nel Regno Unito. Anzi, l’iniziativa è stata portata avanti con una certa vivacità anche dal servizio pubblico televisivo, che ogni anno si inventa qualcosa di esilarante. Unica regola: a mezzogiorno ci si ricompone e si chiude con le burle.
L’ambizioso “Pesce d’Aprile” non poteva però accontentarsi delle acque europee e con le sue pinne di carta si è spinto verso Stati Uniti, Canada e Australia, diventando a tutti gli effetti un costume mondiale e contaminando anche il mondo digitale. Come quando Google annunciò che “il motore di ricerca ti fa sentire tutti gli odori del mondo, dal tuo pc o smartphone. Addirittura, la fragranza di cane bagnato per i più hardcore”, oppure Netflix, che qualche anno fa pubblicò trailer di falsi nuovi programmi.
Siamo seri, in molti non ci cascano ma nessuno riesce a resistere alla tentazione di farne uno. Nel 1961, l’allora seguitissimo quotidiano milanese La Notte informava i lettori che nel capoluogo stava per essere approvata una legge che obbligava i proprietari di cavalli ad apporre una targa sui loro animali per renderli identificabili durante la circolazione per le strade. Prima ancora, nel 1957, la britannica BBC mandava in onda un servizio che riprendeva agricoltori del Canton Ticino intenti a raccogliere spaghetti dagli alberi. Nel 1972 rimbalzava dai giornali di mezzo mondo la notizia del ritrovamento del cadavere del mostro di Loch Ness. Nello stesso anno, sempre la BBC, avvezza evidentemente alla presa in giro, rivelava l’imminenza dell’allineamento dei pianeti con somma pace della gravità terrestre. Tornando in Italia, alla fine degli anni Novanta una celebre piattaforma musicale online spoilerava l’uscita di un nuovo album di Lucio Battisti. Che fosse una bufala lo si poteva però notare leggendo in sequenza le prime lettere dei titoli delle canzoni e così pronunciando la parola “Pesce d’Aprile”.

Negli anni gli scherzi sono stati innumerevoli, qualcuno senz’altro più riuscito di altri. È innegabile che passare da “simpaticone” a “credulone” è un attimo se ci si fida di notizie come quella dei pinguini volanti, apparsa nel 2008, del panino per mancini, pubblicata da una nota catena di fast food americana, della tv a colori, quando ancora c’era il bianco e nero. Intervistato nel 1966 durante il notiziario, un dirigente della BBC illustrava, con tanto di diagrammi e formule, la possibilità di passare al colore semplicemente con l’ausilio di un collant appeso allo schermo. Certamente il responsabile della tv pubblica inglese anticipava quanto sarebbe accaduto, ma soltanto qualche anno dopo e grazie alla tecnologia e non a un paio di calze!
Sembra difficile pensare che qualcuno ci sarebbe potuto cascare e, invece, per giorni i collant andarono a ruba nei negozi. Così come nel 1972 i visitatori si accalcarono per ammirare i resti di Loch Ness esposti per ore in uno zoo scozzese, prima che il “burlone”, un ranger delle Highlands, ammettesse che, no, quella era solo la carcassa di un elefante marino. Insomma, pesci d’aprile in piena regola!

Una fake dietro l’altra, una rincorsa a chi se la inventa più grossa. Ci hanno provato un po’ tutti: esperti, scienziati, pubblicitari, giornalisti, editori e persone comuni.
Casi eclatanti non sono mancati di recente anche tra realtà lombarde. Nel 2022 dalle pagine di una seguitissima guida turistica on line riecheggiò la notizia clamorosa che in via della Guastalla, nel pieno centro di Milano, era stata ritrovata un’area di 400 metri quadrati con decine di mummie identiche a quelle rinvenute nei siti dell’antico Egitto. Il tutto, per altro, arricchito di foto e didascalie.
Nel 2023 sui social del Monte Lema, incastonato tra i laghi di Lugano e Maggiore, sul confine tra la provincia di Varese e la Svizzera, si annunciava che “durante la sistemazione di un sentiero sono state trovate delle ossa di dinosauro, probabilmente un T-Rex. Il sentiero che va ad Arosio rimane chiuso fino a nuovo avviso”.
Nello stesso anno, il quotidiano dell’alto varesotto Luino Notizie titolava in prima pagina che proprio il piccolo Comune avrebbe ospitato la cerimonia dei Premi Oscar, aggiungendo, per rendere più credibile la notizia: “l’amministrazione comunale ha lavorato in sordina con gli organizzatori, evitando di far trapelare indiscrezioni”.
Sciocchezze tanto grandi da farsi venire almeno un dubbio. Dubbio, talvolta infondato. Come quando nel 2004 Google lanciò Gmail con uno spazio di archiviazione di un gigabyte. Complice proprio la data scelta per pubblicizzare il nuovo servizio, si innescò un tam-tam eccezionale accompagnato da una certa suspence tra gli internauti. All’epoca un gigabyte era davvero un’enormità e lì per lì si credette a una bufala. Non questa volta, però, che la notizia era autentica e da lì a poco se ne avrebbe avuta la certezza.

Ora, che dirvi… avvisati siete avvisati, tenete gli occhi aperti e guardatevi alle spalle. E se vi capiterà di abboccare all’amo, non impermalositevi e rideteci su. È il primo d’aprile e ogni pesce vale!