Leva civica regionale e servizio civile, due opportunità per i giovani

Claudia Carzeri (FI): “Un supporto importante alle ATS e ai Comuni”. Carlo Borghetti (PD): “Auspicabili più risorse”

E’ ancora presto per un bilancio definitivo ma alcuni “segnali” registrati a livello nazionale e regionale lasciano prevedere che il numero dei giovani che si dedicano al servizio civile sia in sensibile ripresa dopo la flessione (comprensibile) del periodo finale della pandemia. Da un report del Comitato paritetico di valutazione sull’andamento della leva civica regionale, esaminato oggi dalla Commissione Sociale presieduta da Emanuele Monti (Lega), emerge infatti che nelle annualità ’21 e ’22 era stata registrata una flessione del 15%, da ritenersi comunque non rilevante anche in considerazione delle problematicità legate ai condizionamenti generati dal covid. Anzi a fine ’22, rispetto al biennio precedente, si era addirittura manifestato un incremento del numero delle sedi operative iscritte all’albo regionale, passate da 4301 a 4466. Ora i primi dati del nuovo bando regionale ’24 e del bando nazionale ‘23 (restano da verificare quanti giovani concluderanno il servizio) permettono di immaginare un netto miglioramento del trend riguardante il numero dei volontari. “La leva civica lombarda -ha detto Claudia Carzeri (FI)- è un importante strumento per la formazione dei giovani e un sostegno imprescindibile per le nostre ATS e i nostri Comuni”. “Il servizio civile lombardo -ha aggiunto Carlo Borghetti (PD)- si integra molto bene con quello nazionale perché si concentra specificatamente ai bisogni del territorio. E’ auspicabile un aumento delle risorse a sostegno dei progetti”.

La relazione del Comitato paritetico prende in considerazione quattro tipologie di servizio civile effettuato in Lombardia negli anni ’21 e ’22. Per quanto riguarda la leva civica regionale (legge regionale n. 16 del 2019) i volontari sono stati 184, cui si sono aggiunti 366 volontari presso enti auto finanziati (che non usufruiscono del contributo regionale). I giovani operano nell’ambito di progetti che si occupano di servizi sociali, assistenziali, ambientali, di protezione civile, nei settori dell’agricoltura, dello sport e altro, sono al servizio per un periodo compreso tra gli 8 e i 12 mesi e ricevono un compenso mensile di 582,50 euro (che la Regione Lombardia ha recentemente aumentato). Il 55 % ha un’età compresa tra i 18 e i 21 anni. Singolare è la distribuzione per sessi, che vede prevalere nettamente le donne (71%). A conferma di questa tendenza le femmine sono il doppio anche in un altro settore del servizio civile, quello che risponde al progetto Garanzia Giovani ideato per essere rivolto ai cosiddetti Neet (coloro cioè che non studiano né lavorano). In questo caso nei due anni i giovani coinvolti sono stati 358 (226 femmine e 132 maschi) e hanno in prevalenza tra i 18 e i 21 anni. Da considerare è infine il servizio civile nazionale (Servizio Civile Universale), i cui volontari mostrano un identikit diverso. Si tratta infatti in questo caso in prevalenza di universitari (60% di cui il 37% laureati) che si collocano (58%) in una fascia di età più elevata (24-29 anni), con una composizione tra i generi più equilibrata. Anche per lo SCU il periodo di volontariato è compreso tra gli 8 e i 12 mesi e prevede un compenso. Negli anni ‘21 e ’22 sono stati coinvolti in Lombardia 6973 giovani.