In Lombardia, soprattutto a Milano, le chiamiamo “cicche”. Niente a che vedere coi mozziconi di sigarette. Anzi, sono colorate, sanno per lo più di menta e a qualcuno piace anche farci dei palloncini con la lingua.
E’ la storia del chewing gum e c’entrano una pianta tropicale, un presidente messicano in esilio e anche un’azienda lombarda, che a metà degli anni Cinquanta presentò al pubblico la prima gomma da masticare italiana, “Brooklyn”. Un nome, che nonostante inducesse a pensare a una produzione americana, era invece a tutti gli effetti “Made in Italy”. Made in provincia di Milano.
Un confetto iconico, un’abitudine quotidiana per intere generazioni. Un simbolo di globalizzazione, che vanta una sua personale giornata mondiale. Un prodotto – stando a un recente sondaggio di AstraRicerche – consumato dall’84% degli italiani, che confessa anche che masticare il chewing gum è un modo per “sbloccare i ricordi”. Come appunto quello del palloncino.
Nel 1869, il dentista William Semple ne brevettò in Ohio una prima versione, insapore ed esclusivamente per uso igienico. Nel 1871 Thomas Adams, uomo d’affari americano, iniziò a commercializzare le prime gustose palline masticabili e nel 1892 lo seguì l’imprenditore William Wrigley Jr che ne avviò la più importante produzione industriale.
La gomma da masticare, però, non è come potrebbe sembrare una scoperta tutta americana. Le sue radici sono ben più lontane e profonde di così.
I greci e i popoli nativi americani masticavano resine di alberi e gomma naturale per pulire i denti e sconfiggere la fame, così come, per gli stessi scopi, gli antichi egizi utilizzavano “gomma di sicomoro”. Maya e Aztechi, per il puro piacere di masticare qualcosa di dolce, portavano sempre nella loro bisaccia un pezzetto di “chicle“, molto simile alla lastrina prodotta secoli dopo dalla Perfetti Van Melle di Lainate. Il chicle, dal sapore delicato e zuccherino, era infatti ottenuto attraverso la bollitura di una resina estratta dalla pianta di caucciù.
Dando seguito alla tradizione dei Maya e grazie all’incontro casuale con il generale messicano Antonio López de Santa Anna, in esilio negli States e degustatore seriale di chicle, nel 1866 Thomas Adams cominciò i suoi esperimenti e trasformò quella che sembrava una sciocca intuizione in un successo planetare.
Il 28 dicembre del 1871 il primo chewing gum della storia entrava prepotentemente nel mercato americano e durante la Seconda Guerra Mondiale fece capolino nel resto del mondo, in particolare in Europa. Inserite nella cosiddetta Razione K, tra i cibi da mandare al fronte per aiutare i soldati americani a tenere i denti puliti e a scaricare la tensione, le gomme cominciarono dunque a diffondersi anche da noi con l’ingresso dell’esercito a stelle e strisce.
Tutto faceva credere a un’esclusiva americana. Fino al 1956, anno in cui spuntò nei bar, nelle tabaccherie e nei distributori automatici “Brooklyn la gomma del ponte”, il primo chewing gum italiano, prodotto da un’allora piccola azienda alle porte del capoluogo lombardo.
A crearla, affidandosi anche a uno slogan di grande successo, fu il Dolciario Lombardo (oggi, Perfetti Van Melle) fondata 10 anni prima dai fratelli Ambrogio ed Egidio Perfetti. La strada sarebbe stata costellata di successi: nel 1967 nasceva la compagnia Gum Base, una business unit per la produzione della materia prima, negli anni 70 debuttavano Big Babol e Vigorsol, negli anni 80 esordivano le versioni senza zucchero. Egidio Perfetti divenne per tutti “il re della cicca”.
La pubblicità di Brooklyn, supportata da un investimento consistente e affidata a un noto pittore e pubblicitario dell’epoca, il milanese Daniele Oppi, fu efficacissima. Il prodotto ebbe un fortissimo impatto commerciale e grazie al nome evocativo e la confezione accattivante, conquistò in pochissimo tempo le giovani generazioni. Un caso italiano, che consentì alla piccola azienda familiare di Lainate di accaparrarsi una quota di mercato pari al 90% e trasformarsi in Società per Azioni, ancora oggi economicamente vivace col suo giro d’affari complessivo, tra cicche e caramelle, di 3,5 miliardi di euro.
Oggi si producono nel mondo 100mila tonnellate all’anno di chewing gum. Nel 2023 la Perfetti ne ha venduto 2mila tonnellate. Nel tempo si è diradata l’opinione che facciano male e che ingoiarli per sbaglio possa danneggiare l’organismo. Secondo studi scientifici, anzi, masticarne uno di tanto in tanto aiuterebbe a concentrarsi.
Secondo il sondaggio di AstraRicerche, realizzato nel 2023 e commissionato proprio dalla Perfetti Van Melle, il 23% degli italiani ne mette in bocca una ogni giorno. Il formato preferito è il confetto più che la lastrina e, tra i gusti, la menta vince a mani basse sui gusti fruttati e la liquirizia. Per i più, è un momento di piacere e relax, ma non manca chi ammette di farlo per ridurre l’ansia in attesa di un esame o un colloquio.
D’altra parte, lo dicono anche i medici: la cicca aiuta a distendersi prima di un intervento chirurgico e senza comportare problemi di acidità di stomaco.