La pittura in “Equilibrio” di Pietro Turati

Inaugurata la mostra del giovane artista autistico comasco, allestita allo Spazio Eventi di Palazzo Pirelli

Federico Romani: “L’arte è un veicolo potente che si rivolge a tutti e parla un linguaggio universale. Pietro ha trovato nella pittura lo strumento per farci conoscere il suo mondo interiore”

Milano, 8 aprile 2024 – Figure in volo, in fuga o in attesa, nature morte o oggetti comuni che si perdono tra infiniti colori. È stata inaugurata oggi pomeriggio a Palazzo Pirelli la mostra “Equilibrio” di Pietro Turati, giovane artista autistico comasco.
“Pietro Turati, innanzitutto, è un grande artista – ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani -. È giovane e dotato di grande talento, dimostrazione di quanto l’arte sia un veicolo potente che si rivolge a tutti senza distinzioni e parla un linguaggio universale, capace di abbattere ogni barriera. Pietro, infatti, ha trovato nella pittura lo strumento per farci conoscere il suo mondo interiore. E per mandarci un messaggio forte: bisogna crederci. Sempre. Un messaggio diretto alle persone diversamente abili, ma non solo. Il loro coraggio, infatti, è un esempio per tutti noi, nella vita privata e pubblica”.

Milanese di nascita (compirà 25 anni il prossimo 15 aprile), Pietro Turati è cresciuto in terra lariana dove abita e lavora dopo essersi laureato due anni fa all’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” di Como in un corso di laurea triennale sulla pittura e i linguaggi visivi.
La mostra, allestita nello Spazio Eventi del Pirellone, è composta da 50 opere a olio su tela di varie dimensioni, coloratissime e molto materiche.
Nelle sue opere la tela esprime il dialogo costante dell’artista con la sofferenza e la solitudine: il pittore non chiude gli occhi di fronte alle contraddizioni della quotidianità, ma affronta con determinazione la sfida della costruzione di un domani diverso e migliore, in costante equilibrio tra istinto irrazionale e senso di estraniazione. Guardando i quadri di Pietro Turati si ha l’impressione di come sia proprio la pittura nella sua originalità espressiva a essere un potente e autonomo generatore di felicità. Una ricerca pittorica in cui grande importanza riveste sempre l’utilizzo del colore, a cui l’artista fa ricorso per stimolare i sensi, generare un magnetismo intenso e dare forma alla materia.
Pietro Turati è un artista che parla con le sue opere, trasmette un messaggio universale e lascia ad ognuno di noi l’interpretazione dei suoi lavori, nel personale confronto con la propria coscienza.
L’opera di Turati non insegna soltanto a guardare nella maniera giusta, cioè a fondo, compiutamente e con piacere, il particolare oggetto che raffigura ma anche altri oggetti sullo sfondo, che potrebbero far parte della nostra vita. Insegna in assoluto l’arte di osservare/osservarsi. I lampi di colore di Pietro Turati sono squarci di verità, che impongono il valore della contemplazione e il potere taumaturgico della riflessione. Davanti all’immagine si vive il valore della pausa, si accetta l’invito dell’artista a fermarsi, a osservare la composizione straniante oltre l’immediatezza della superficie, a riconoscere la bellezza dell’enigma nelle sue manifestazioni più sottili e, soprattutto, a riconnettersi con l’immaginazione.

Il Consigliere regionale Sergio Gaddi, che ha curato l’esposizione, scrive nel suo testo critico in catalogo: “Sembra che Pietro Turati abbia metabolizzato in modo originale e visibile la lezione di Van Gogh e di Munch nel sondare il subconscio e nel desiderio di esplorare mondi onirici e visioni aggressive oltre la realtà tangibile (,,,) L’alchimia tra la composizione, i cromatismi e l’intensità dell’espressione lascia stupefatti ed esplode in questa nuova mostra milanese, dove il giovanissimo artista approfondisce i suoi temi consueti dell’alienazione, dell’enigma e dell’insolito, creando immagini che sfidano la percezione ordinaria e invitano a riflessioni profonde sulla realtà”.

Pietro Turati lo scorso anno si è aggiudicato il Grant Award Francesco Morelli, un premio economico speciale per lo sviluppo del suo progetto di tesi, istituito dalla Fondazione Francesco Morelli con l’obiettivo di facilitare l’accesso alla cultura e avvicinare i giovani alle professioni del design e favorire l’imprenditorialità giovanile.
“La Fondazione Morelli seleziona le tesi di studenti di IED che coniugano il design con la responsabilità sociale, lo sviluppo sostenibile, l’equilibrio di genere e la creazione di nuovi modelli di impresa -ha sottolineato Riccardo Balbo, Presidente di Fondazione Francesco Morelli-. Per noi investire sui giovani significa contribuire a migliorare il futuro della società, impegno che Francesco Morelli, fondatore di IED, ha promosso in vita e ora è mission della Fondazione che porta il suo nome. Pietro Turati, giovane artista di sensibilità sorprendente e capace di una libertà intellettuale fuori dal comune, esplora diverse dimensioni artistiche, dando vita a un mondo di suggestioni e visioni uniche; sono certo avrà davanti a se un lungo percorso di valore e che il Grant Francesco Morelli abbia contribuito a muovere i suoi primi passi fuori dall’Accademia Galli”.

Sono intervenuti all’inaugurazione della mostra anche l’Assessore regionale alla Ricerca e Università Alessandro Fermi, il Presidente dell’Associazione culturale ArteLario.it Emanuele Pitto, il curatore della mostra Germano Bordoli e la Consigliera regionale Paola Bocci.

La mostra potrà essere visitata fino mercoledì 24 aprile nei seguenti orari: da lunedì a giovedì dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.15; venerdì dalle 9.30 alle13.30. Ingresso libero.
L’esposizione fa seguito alla “Giornata mondiale dell’autismo” che ricorre ogni anno il 2 aprile, in un’ottica anche di approfondimento e sensibilizzazione sul tema dei disturbi dello spettro autistico.