Milano, 25 ottobre 2023 – “Il provvedimento ‘ordinamentale’ porta a compimento un vasto lavoro di revisione e di aggiornamento di tutta la legislazione regionale, con interventi di superamento di vecchie norme e l’obiettivo di chiarire procedure e quindi di garantire l’efficacia delle leggi. Si tratta anche, in alcuni casi, di adeguare la normativa per attuare il principio della leale collaborazione con il Governo ed evitare impugnative in Corte Costituzionale”.
E’ il commento della relatrice Alessandra Cappellari (Lega) al progetto di legge “ordinamentale” che ha ottenuto il via libera a maggioranza della Commissione Affari istituzionali presieduta da Matteo Forte (FdI), approdando così all’Aula consiliare dove verrà discusso per il voto finale nella seduta di martedì 31 ottobre. Siamo perciò a un passo dall’approvazione di una legge che conclude il suo iter dopo un approfondito e complesso esame che ha visto coinvolte tutte le Commissioni consiliari che hanno espresso pareri e proposto emendamenti per gli ambiti di competenza. L’ultimo parere, quello della Commissione Bilancio, è stato deliberato oggi.
GLI INTERVENTI – Le materie interessate sono numerose. Si va dall’aggiornamento di norme sul turismo, sulle Aler (promozione dell’housing sociale pubblico), sul trasporto pubblico locale, sullo smaltimento dei rifiuti. Modifiche sono state introdotte nelle leggi relative ai Fondi di Garanzia, all’ORAC (Organismo regionale per le attività di controllo), alle scuole dell’infanzia e alla Protezione civile. Adeguamenti a pronunciamenti della Consulta e a normative nazionali ed europee riguardano invece materie come le concessioni minerarie, gli impianti termici civili, il controllo dei gas di scarico dei veicoli a motore e degli impianti termici. Considerata l’attualità e l’importanza dell’argomento, vengono previsti nuovi criteri per rendere più mirati ed efficaci gli interventi di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Si autorizza inoltre la Regione a istituire l’ATO della Valle Camonica. L’Ambito Territoriale Ottimale (ente che si occupa del servizio idrico) si riferisce di norma a un ambito provinciale ma in questo caso viene riconosciuta la specificità della zona territoriale montana e prealpina.
LA CACCIA – L’ordinamentale dedica ampio spazio a modifiche della normativa sull’attività venatoria, anche in questo caso per aggiornare la legge regionale e attuare il principio della leale collaborazione con il Governo (prima del voto sugli emendamenti è stato esaminato in Commissione anche un parere del Servizio Legislativo e legale). Tra l’altro, sono previste nuove norme sugli appostamenti fissi (per autorizzazioni e attività), sugli anellini di riconoscimento e viene stabilito il divieto di caccia sui valichi montani interessati dalle rotte migratorie degli uccelli (l’atto finale di individuazione dei valichi spetta al Consiglio regionale previo parere tecnico).
AGRITURISMO E PIANI FORESTALI – Novità anche in tema di agriturismo e piani forestali, la cui disciplina viene semplificata adeguandola alla legge nazionale. Si introduce la distinzione tra viabilità forestale e silvo-pastorale, col divieto di transito ordinario, e viabilità rurale destinate al servizio di aree agricole. Vengono introdotte o aggiornate sanzioni (per esempio per chi svolge attività nei boschi senza averne titolo). Una particolare sanzione è stabilita per chi è presente in aree di raccolta riservate ai tartufi munito di attrezzature o con animali pur non avendone il diritto (da tempo le associazioni tartufigene si lamentano infatti della presenza di cercatori di tartufi abusivi). Per favorire il coordinamento delle attività ed eventuali risparmi, viene inoltre facilitata la creazione di consorzi forestali di secondo livello (attualmente esistono 23 consorzi forestali che hanno in gestione 94.700 ettari di terreni agro-silvo-pastorali). Al posto del divieto assoluto per gli agriturismi di utilizzare prodotti ittici di provenienza marina, viene introdotta la possibilità di impiegare tali prodotti nella misura del tre per cento (si tiene conto del fatto che diversi piatti tradizionali lombardi, ad esempio le acciughe in salsa verde, prevedono proprio l’utilizzo di pesci di mare). Previsto anche il divieto dell’utilizzo di vini provenienti da altre regioni.