Oggi ci sono anche quelli collegati in rete che danno suggerimenti sulle modalità di conservazione degli alimenti e che consentono di vedere quel che c’è e quel che manca. Una cosa che solo a metà del secolo scorso, quando il frigorifero fece la sua prima apparizione in Italia, nel 1950, sarebbe stata pura utopia.
Era il 7 dicembre del 1851 quando venne brevettato il primo modello domestico. John Gorrie era un medico americano e aveva ideato un sistema per tenere fresco il reparto destinato a malati di malaria nell’ospedale della sua città. Prima di lui, nel 1748, ci aveva provato William Cullen e, sulla sua scia, nel corso dell’Ottocento, anche Oliver Evans, Jacob Perkins e Ferdinand Carré, ci avrebbero messo la testa.
L’idea di Gorrie nasceva proprio dal prototipo presentato da Perkins, ma il suo macchinario, a causa di numerosi difetti, non ebbe il successo sperato. Sarebbe stato necessario scavalcare un altro secolo prima di essere pronti a conquistare le case delle persone.
Solo nel 1900, il frigorifero cominciò a entrare nella vita quotidiana: nel secondo dopoguerra e grazie naturalmente a tutti gli studi e i prototipi precedenti. A portarlo in Italia, rimasta un po’ in disparte dal clima di sperimentazione e studio di questo elettrodomestico, fu nel 1950 Giovanni Borghi. Proprio lui lo commercializzò per primo con l’allora marchio dell’azienda di famiglia, la IGNIS, fondata dal padre Guido e gestita insieme ai tre figli, Giuseppe, Gaetano, e appunto Giovanni.
Nonostante cominciasse già a circolare in tutta Europa, erano tutti scettici davanti alla nuova creatura, ma non “El Cumenda de l’Isola” (chiamato così per il quartiere meneghino dove era nato) che, rimanendone affascinato, né acquistò duecento modelli da tutto il mondo, li smontò, li analizzò, e, tra le persistenti perplessità degli altri soci, ne cominciò la produzione a Comerio, in provincia di Varese, dove l’azienda si era trasferita a seguito della distruzione del laboratorio milanese durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’idea di Mr. IGNIS si rivelò un clamoroso successo. E da Varese si fece strada il primo frigorifero italiano.
Oggi lo conosciamo super tecnologico, provvisto anche di telecamere, ma un tempo chi voleva conservare generi alimentari doveva avere una ghiacciaia. La cavalcata verso la conquista del freddo cominciò nei primi del ‘900: nel 1913 debutta un armadio da caricare col ghiaccio, due anni dopo viene dotato di un compressore che produce basse temperature localmente e autonomamente. Negli anni 60 si presenta con gli interni illuminati, nel 1971 viene proposto il primo frigorifero combinato, comprensivo di congelatore. In questi stessi anni compare il primo esempio di cucina componibile, con tutti gli elettrodomestici, frigo compreso, inseriti in un mobile che ne rispetta forma e dimensioni. Si passa da una a due porte e viene inventato il “Door-in-Door” costruito con un piccolo scompartimento che permette di non aprire tutto il frigorifero per prelevare bevande o piccoli alimenti. Dal 2010 si diffondono quelli smart, ossia connessi a Internet.
Oggi è l’elettrodomestico per eccellenza. Non solo non c’è casa che non lo ospiti, ma è davvero la prima cosa a cui si pensa quando si parla di cucina ed è diventato un complemento d’arredo, scelto non solo sulla base delle sue più o meno avanzate funzioni, ma anche per il design e il colore. Insomma, non è molto diverso da una credenza o un armadio che serve ad abbellire le quattro mura domestiche. Un atteggiamento, questo, complici anche diversi programmi televisivi, che è andato via via accompagnandosi al diverso modo di intendere e vivere la cucina: non più solo ambiente in cui si sta davanti ai fornelli ma locale confortevole, che spesso si integra al soggiorno, in un’unica accogliente zona living.
Se nelle abitazioni signorili di un tempo, la cucina era sistemata il più lontano possibile dalla sala da pranzo e dagli occhi degli ospiti, negli ultimi decenni ha guadagnato terreno e reclamato una sua centralità nel vivere domestico. Costruire l’intera casa attorno alla cucina, così come accade in diversi ristoranti alla moda, dove il lavoro dei cuochi non di rado è a vista, è una tendenza che solletica la fantasia degli architetti. In uno stile di vita così “smart”, la conservazione del cibo non può più costituire un grattacapo: il “Frigo intelligente” monitora la situazione, avvisa quando un prodotto sta per scadere o esaurirsi e, se collegato ad apposite app, potrà anche fare la lista della spesa e ordinarla. Una vera rivoluzione del freddo.