Il Consiglio Regionale celebra la Giornata della Memoria

Venerdì 27 gennaio il Consiglio regionale esporrà a mezz'asta le bandiere davanti a Palazzo Pirelli in segno di partecipazione e di memoria della tragedia

Venerdì 27 gennaio il Consiglio regionale esporrà a mezz’asta le bandiere davanti a Palazzo Pirelli in segno di partecipazione e di memoria della tragedia della Shoah.Inoltre alle 20.30 presso l’Auditorium Gaber (ingresso da Piazza Duca d’Aosta) si terrà l’evento“Ch’io mi scordi di te? Musica per la memoria”, concerto di brani di musica classica che vedrà protagonista il mezzosporanoKulli Tomingas, accompagnata al pianoforte daLuca Schieppati.

La Giornata della Memoria ricorre ogni anno il 27 gennaio, data simbolo della Shoah che coincide con la liberazione del lager di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa. La ricorrenza fu istituita con legge dello Stato italiano  nel gennaio 2000, cinque anni prima della solenne proclamazione dell’Assemblea delle Nazioni Unite avvenuta il 1 novembre 2005 che l’ha resa universale.

In Lombardia tra il 1943 e il 1945 furono innumerevoli gli episodi di solidarietà di singoli e istituzioni nei confronti dei cittadini ebrei. Basti pensare al gruppo scout delle Aquile Randagie che nel periodo della Repubblica Sociale sotto la sigla O.S.C.A.R. e con la guida di don Giovanni Barbareschi si adoperò per facilitare l’espatrio clandestino di centinaia di ebrei. Si trattava di un’attività che comportava rischi gravissimi e che veniva svolta con la complicità di funzionari della Questura di Milano e della Guardia di Finanza che presidiava il confine con la Confederazione Elvetica. Per questo impegno, a causa del quale don Barbareschi fu arrestato e a lungo torturato dalle SS, nel 1955 al sacerdote milanese fu conferito dal Memoriale dello Yad Vashem il titolo di Giusto delle Nazioni.

Non si può negare tuttavia che a fronte di tanta solidarietà, in molti prevalse l’indifferenza. Dal Binario 21 della Stazione Centrale oggi trasformato in memoriale, partirono in 14 mesi 23 convogli con circa 8700 ebrei lombardi. Ne tornarono vivi poche decine.  “Fu un dolore indicibile scoprirlo – affermò la Senatrice a vita Liliana Segre nel corso della sua visita al Consiglio Regionale l’11 febbraio 2020 – e vedo purtroppo che l’indifferenza e il negazionismo crescono. I negazionisti di oggi, quelli che negheranno sempre man mano che le voci come la mia si spegneranno, avranno un gran successo. Perché è più facile negare che tutto questo sia avvenuto che ammettere che l’uomo può arrivare a commettere cose indicibili. E più le cose che sono avvenute sono indicibili più è facile negarle. Per questo – concluse la Segre tra gli applausi unanimi dell’assemblea – non posso smettere di combattere contro l’odio. Il mondo va verso una deriva di odio, io invece voglio predicare pace e libertà”.

Un messaggio di speranza e di positività che riecheggia anche nel diario della giovane ebrea olandese Etty Hillesum composto nel 1942 nel campo di transito di Westerbork prima del trasferimento ad Auschwitz e affidato ad una compagna di prigionia fortunosamente scampata allo sterminio. “Dio – scrive Etty – non è responsabile verso di noi, siamo noi ad esserlo verso di Lui. Le ultime notizie dicono che tutti gli ebrei saranno deportati dall’Olanda in Polonia. Se rimarremo vivi, queste saranno altrettante ferite che dovremmo portarci dentro per sempre. Eppure non riesco a trovare insensata la vita. E Dio non è nemmeno responsabile verso di noi per le assurdità che noi stessi commettiamo: i responsabili siamo noi! Sono già morta mille volte in mille campi di concentramento. So tutto quanto e non mi preoccupo più per le notizie future: in un modo o nell’altro so già tutto. Eppure trovo questa vita bella e piena di significato. Ogni minuto“.