Era lombardo il primo italiano a ricevere il Premio Nobel. A conquistarlo nel 1906, per il suo contributo allo studio della struttura del sistema nervoso centrale, fu lo scienziato camuno Camillo Golgi, medico chirurgo, instancabile ricercatore e per lungo tempo anche docente di istologia e patologia centrale all’Università di Pavia, che lo scelse a più riprese anche come Rettore dell’Ateneo.
Dopo di lui, sono state venti le brillanti menti italiane che negli anni hanno arricchito il parterre.
Due donne, Grazia Deledda e Rita Levi Montalcini e due lombardi: Teodoro Moneta, per la Pace (1907) e Dario Fo, per la Letteratura (1997). Complessivamente, in 123 anni, sono stati consegnati oltre 600 premi a 1000 persone provenienti da tutto il mondo.
L’ultimo vincitore italiano è stato il 76enne romano Giorgio Parisi. Nel 2021, per la Fisica.
Assegnata annualmente dal 1901, con una sospensione nel periodo della guerra e un’edizione esclusivamente online durante la pandemia, l’onorificenza, la più prestigiosa in campo scientifico, è stata istituita il 27 novembre 1895 con una disposizione testamentaria del ricco imprenditore Alfred Nobel, che espresse la volontà di destinare una parte del suo patrimonio a chi si fosse distinto nel campo della fisica, della chimica, della medicina, della letteratura e per favorire la pace.
Tutt’altro che banale è la storia che accompagna il premio dei premi.
Commerciante di armi ma soprattutto inventore della dinamite, Alfred Nobel non si era mai tanto preoccupato delle critiche e della fama che lo precedeva per quella scoperta, fatta nel 1867 e che avrebbe cambiato per sempre il destino dell’umanità. Nessun ripensamento. Fino alla morte del fratello, vent’anni dopo, quando un giornale francese, confondendo le identità dei due Nobel, pubblicò un articolo poco lusinghiero nei suoi confronti, annunciando la scomparsa del “mercante della morte”.
Nel leggere ante mortem il suo necrologio, Nobel ne rimase profondamente turbato e cominciò a maturare la decisione che alla sua “reale” scomparsa, la fortuna accumulata proprio grazie alla scoperta della dinamite, avrebbe dovuto essere investita in un fondo per premiare coloro che avessero “apportato il maggior beneficio all’umanità”.
E’ in base alle sue disposizioni testamentarie che ancora oggi viene assegnato il Premio, che è affidato alla “Reale Accademia svedese delle Scienze” per la Fisica, la Chimica e l’Economia (introdotto nel 1969, voluto e finanziato dalla Banca centrale svedese); all’ ”Istituto Karolinska” di Stoccolma per la Medicina e all’ “Accademia di Stoccolma” per la Letteratura. Sempre stando alle decisioni di Nobel, sarebbe stato, invece, un comitato di cinque persone selezionate dal Parlamento norvegese a scegliere il vincitore del Premio per la Pace. Il perché di questa scelta non è dato a sapersi e probabilmente non è spiegato neppure nel testamento, che mai è stato esposto ed è conservato in un caveau della Fondazione Nobel a Stoccolma. È però legittimo pensare che nel contesto politico di quegli anni, che vedeva Norvegia e Svezia uniti sotto la stessa corona ma con i norvegesi a premere per una separazione, Nobel avesse voluto in questo modo favorire una soluzione pacifica del problema, facendosi perdonare una delle più letali invenzioni dell’essere umano.
E’ una storia di armi e di ripensamenti. Di guerra ma anche di redenzione. La storia di un uomo che ha inventato la dinamite ma è ricordato per il Premio Nobel. Sono passati 129 anni dalla sua istituzione e 123 dalla prima edizione. Una medaglia d’oro e una consistente somma di denaro sono il riconoscimento concreto previsto per i vincitori, selezionati tra una rosa di candidati proposti esclusivamente dalla Comunità scientifica e da Istituzioni accreditate o da precedenti vincitori del Nobel.
Per tradizione, i nomi dei premiati vengono resi noti ogni anno nel mese di ottobre ma la cerimonia ufficiale si tiene il 10 dicembre in un doppio appuntamento a Stoccolma e Oslo, in occasione della data che ricorda l’anniversario della morte del chimico svedese.
Una curiosità, contaminata anche da una buona dose di pettegolezzo e chissà poi se vero. Tra le discipline premiate manca la matematica: è più probabile che non fosse tra gli interessi primari di Nobel, più votato alle scienze pratiche che non a quelle teoriche. Ma ci sarebbe anche un retroscena sentimentale pepato. Quello che Nobel avrebbe deciso di escluderla dopo aver scoperto il tradimento della sua partner con un famoso matematico svedese.