“Fragile” come la bellezza. Da maneggiare con cura. È questo il filo conduttore della mostra antologica di Sara Forte, inaugurata oggi allo Spazio Eventi al primo piano di Palazzo Pirelli. L’antologica è stata aperta dal Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, accompagnato dal Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza Giovanni Malanchini e dal presidente della Commissione Bilancio Giulio Gallera. Presenti anche il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti e l’Onorevole Luca Squeri.
“Il titolo, Fragilità, indica il tema della mostra, ha spiegato Giovanni Malanchini. Una scelta coerente con le politiche di Regione Lombardia che ha tra i suoi compiti quello di ascoltare e fornire risposte a comunità provate dalle emergenze degli ultimi anni: dalla pandemia alla guerra nel cuore dell’Europa fino alla crisi economica. Le sculture di Sara Forte sono un richiamo, per donne e uomini in bilico tra debolezze e solitudini, a guardare oltre. La sua è un’arte saldamente ancorata al contemporaneo, che tiene insieme tradizione e innovazione secondo lo spirito lombardo”.
Giulio Gallera, che ha promosso l’iniziativa, ha sottolineato l’apertura di Palazzo Pirelli ai talenti lombardi: “La sede della più importante istituzione lombarda, la casa di tutti i lombardi, si apre a un’artista milanese di grande qualità. Non sempre i giovani artisti di talento riescono ad emergere. I canali delle gallerie d’arte sono spesso complicati. Per questo il Consiglio regionale della Lombardia spalanca le proprie porte a chi ha qualcosa da dire, a chi vuole giocarsi nel mondo dell’arte il presente e il futuro contando sulle proprie capacità. Regione Lombardia è un’istituzione che si vuole legare in un rapporto di simbiosi sempre più forte con i lombardi”.
Il rapporto tra la Lombardia, dove Sara Forte vive e lavora, e il Veneto, territorio di origine dei materiali usati dall’artista, è stato messo in evidenza dal Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti: “Sara Forte è capace di utilizzare il vetro di Murano con grande tecnica, appresa dai maestri veneti. Riuscire a unire la fragilità del vetro a opere che hanno solidità e sguardo al futuro è un risultato artistico notevole e uno strumento per valorizzare i nostri territori”.
In mostra 40 opere tridimensionali dell’artista milanese, lavori nuovi accanto ad alcuni pezzi storici della sua ormai decennale carriera artistica.
“Questa mostra rappresenta il mio percorso artistico degli ultimi dieci anni, volgendo lo sguardo alla nostra fragilità che negli ultimi anni è emersa con forza e ha coinvolto tutti noi, spiega Sara Forte. Una condizione umana e sociale che ho esplorato attraverso la mia ricerca pittorica e l’uso di materiali ‘non convenzionali’ come il vetro di Murano e il silicio”.
Tra le opere di nuova produzione sono esposte sculture in vetro, modellati con un famoso maestro vetraio di Murano, Giovanni Nicola, che rappresentano la fragilità della bellezza: pezzi unici realizzati in vetro di Murano con la tecnica della Murrina e della soffiatura, ispirate a “Le Città Invisibili” di Italo Calvino, l’opera in cui lo scrittore immagina nuove metropoli, aeree come i sogni e dense come le parole. Questa prima parte del percorso espositivo comprende anche alcune tele della serie “Kósmos” e “Argo” che rientrano nella pittura analitica di Claudio Oliveri, una corrente che trasforma l’opera in un oggetto di indagine di sé stessa: ne sono esempi i “cieli non cieli” che sono “estensioni di colore talora piatti, talora con rare sfumature su cui si innervano curve sinusoidali e frattali, o preziosi innesti di vetro a recuperare forme organiche, quasi con intenti barocchi”, come spiega il curatore della mostra Angelo Crespi.
La mostra propone anche opere della produzione precedente di Sara Forte, lavori di grande rigore formale che escludono ogni intento lirico e si muovono su precise direttrici storiche. Un percorso artistico influenzato in primis dalle teorie del “MAC”, il “Movimento Arte Concreta” di Bruno Munari dei primi anni Cinquanta del Novecento, il cui obiettivo era di opporsi alla moda dell’astrazione a favore di un’arte concreta. Da qui, l’adozione da parte di Sara Forte di un “modulo grafico”, il cartiglio che è “primus movens della sua creazione pittorica. Una determinata forma ancestrale che ricorda le ellissi di Angelo Bozzola, il loro carattere germinativo, pulsante, primordiale, su cui si innestano altre forme più geometriche soprattutto il cerchio” sottolinea Angelo Crespi.
“Fragile” potrà essere visitata fino a venerdì 2 dicembre nei seguenti orari: dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Il venerdì dalle 9.30 alle 12.30. Ingresso libero.
_______________________
BIOGRAFIA
Sara Forte nasce nel 1978 a Verbania. Autodidatta, fin da giovanissima si dedica alla pittura, e perfeziona la tecnica sperimentando tutte le pratiche pittoriche dal disegno con grafite, pastelli ad olio e sanguigne all’incisione a punta secca, maniera nera e acquaforte, approdando alle soluzioni ad olio e in acrilico. Quella che era solo una passione diventa una professione e tutto ciò che propone è frutto della sua personale esperienza e ricerca. Un equilibrio di forme e colori, tradizione pittorica e innovazione sono gli elementi sempre presenti nelle opere dell’artista. Al gioco iniziale del gesto dettato dall’ispirazione si è via via sostituito un segno che va alla ricerca di una pittura che possa farsi tramite di messaggi universali. Il segno espresso dalle forme delle opere è mutato in funzione di una sorta di nouvelle vague simbolico-astratta che è divenuta, ormai, cifra riconoscibile della sensibilità dell’artista: una figura che si attorciglia, che la Forte chiama “papiro” e che nasce in foggia di metafora dell’essere umano, del suo costante vivere in fieri, in una incessante evoluzione. Ha esposto in Italia, Austria e Francia. Vive e lavora a Milano.