“Oggi abbiamo potuto conoscere quanto si sta facendo da alcuni anni nelle scuole secondarie di Rho con l’obiettivo di educare alla legalità. Il lavoro di ricerca, confronto e diffusione di conoscenze avviato da docenti e studenti rappresenta un esempio virtuoso che ci auguriamo venga seguito sempre di più negli istituti lombardi e per il quale il ringraziamento e il sostegno della Commissione Antimafia non mancherà mai. Come conferma l’esperienza presentata oggi, educare alla legalità e all’antimafia vuol dire intervenire sull’immagine stereotipata che si ha di questo fenomeno, basata per esempio sull’idea che la mafia non esista o che riguardi solo il Sud e i mafiosi. E in secondo luogo è necessario lavorare sui concetti culturali mafiosi quali una obbedienza male intesa, il dogmatismo o la gerarchia, e promuovere al contrario una cultura democratica, aperta ed egualitaria”.
E’ quanto ha dichiarato la Presidente della Commissione Antimafia, Paola Pollini, al termine dell’incontro con studenti e docenti delle scuole secondarie di Rho (Mi) che oggi pomeriggio a Palazzo Pirelli hanno presentato i contenuti della loro ricerca sulla percezione della presenza mafiosa sul territorio. Illustrando una serie di slides con dati e informazioni, i relatori (docenti e studenti) hanno ricostruito origini e sviluppi del lavoro, che comprendeva incontri preparatori, distribuzione di questionari, studio della bibliografia, analisi di informazioni e risultati fino a individuare possibili opportunità di azione. A essere convolti sono stati gli studenti delle ultime tre classi delle scuole superiori (16-19 anni).
L’incontro è stato introdotto dal docente Sergio Colombo, presente insieme agli studenti Stefano Leoni, Andrea Lenuci, Nicolas Cambaresi e Giorgio Lauriola. Hanno partecipato la Vice Sindaco di Rho Maria Rita Vergani e la Presidente della Commissione Antimafia di Rho Clelia La Palomenta.
“La partecipazione all’indagine è stata alta – è stato detto dagli studenti nel corso della presentazione – e superiore alla precedente ricerca, segno di una maggiore attenzione a un fenomeno presente, diffuso e preoccupante. Tuttavia sono emerse anche lacune su particolari aspetti del fenomeno e così si evidenzia anche la necessità di migliorare le conoscenze, soprattutto per quanto riguarda la presenza della mafia nel territorio. Ancora troppo poco, infine, si sa attorno ai beni confiscati e alle procedure che permettono di riutilizzarli a beneficio della collettività”.