Consiglio regionale: le mozioni discusse nella seduta odierna

Sanità, assistenza, Pedemontana, danni alluvionali in provincia di Milano e presenza istituzionale al Milano Pride i temi trattati

Milano, 18 giugno 2024 – Nel corso della seduta odierna di Consiglio regionale, conclusasi alle ore 21, sono state discusse alcune mozioni: di seguito la sintesi.

Aggiornamento Livelli Essenziali di Assistenza
Sollecitare in sede di Conferenza Stato-Regioni l’anticipazione dell’entrata in vigore dei nuovi LEA, richiedere il rapido aggiornamento di prestazioni come per esempio screening neonatali e terapie oncologiche, assicurare in regime di “extra LEA” le prestazioni essenziali per garantire cure adeguate ai pazienti nelle condizioni più critiche.
E’ quanto chiede la mozione presentata da Azione-ItaliaViva (prima firmataria Lisa Noja) e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale.
“Le Regioni possono garantire servizi e prestazioni ulteriori a quelle incluse nei Lea già in vigore, utilizzando risorse proprie – ha detto Noja nel suo intervento – e sarebbe importante intervenire aggiornando i LEA e ampliando l’accesso ad ulteriori prestazioni per tutti i cittadini”.
Per Carlo Borghetti (PD): “L’introduzione dei LEA è stato un grande passo, però dobbiamo ricordare che siamo a sette anni dal loro ultimo aggiornamento. E’ un tempo enorme per persone che hanno patologie drammatiche e disturbi gravi. Bisogna sollecitare il Governo, mettere in atto azioni di pressione. Ci sono persone che stanno soffrendo e vi chiediamo di approvare questa mozione”.
Silvana Snider (Lega), condividendo lo spirito della richiesta, ha ripercorso l’impegno della Giunta regionale e difeso l’operato del Governo, mentre Michela Palestra (Patto Civico) ha chiesto alla Giunta e alla maggioranza di ragionare in modo propositivo su un tema particolarmente urgente.
Prima del voto è intervenuto anche l’Assessore al Welfare Guido Bertolaso: “Questa Regione ha disponibilità finanziaria e stiamo negoziando e ragionando col Governo per allargare il nostro perimetro di intervento e inserire nuove patologie tra i Lea. Credo che sia doveroso, per chi si occupa di sanità e assistenza, adottare tutte le misure possibili per andare incontro ai cittadini che ne hanno bisogno”.

Nuovo ospedale unico Busto-Gallarate
La mozione presentata da Luca Ferrazzi (Lombardia Migliore) ha sollevato la questione dell’accordo di programma per l’Ospedale Unico di Busto e Gallarate, approvato il 27 ottobre scorso.
Il documento è stato presentato a seguito della chiusura di alcuni reparti nell’Ospedale di Gallarate e il conseguente maggior carico di lavoro nel presidio di Busto. La mozione chiede pertanto di ottenere dall’ASST Valle Olona la stipula di convenzioni con le università al fine di consentire l’affiancamento di specializzandi ai medici in servizio.
Samuele Astuti (PD) ha sottolineato che “c’è bisogno di certezze: l’ospedale unico è stato annunciato nel 2016 e dovrebbe completarsi nel 2029. Saranno passati oltre 10 anni e già ora le due strutture risultano depauperate di servizi creando preoccupazione tra i cittadini”. Per Giulio Gallera (Forza Italia) “questo è l’esempio di come la volontà politica di dare un segnale importante al territorio si è infranta contro la debolezza delle amministrazioni locali e le preoccupazioni dei cittadini. Se non fosse stato così, avremmo già assistito al taglio del nastro di una nuova struttura”. Favorevole al mantenimento delle funzioni sanitarie nei due presidi di Busto e Gallarate anche Nicolas Gallizzi (Noi Moderati), che ha sottoscritto il documento.
“E’ stato oggettivamente un progetto molto lungo ma la fuga di medici è però naturale in casi come questo. Non si può obbligarli a restare in un ospedale fatiscente” ha detto Luigi Zocchi (FdI), mentre Emanuele Monti (Lega) ha chiesto di evitare continue strumentalizzazioni: “Bisogna lavorare sui contenuti, non coltivare orticelli politici e cavalcare le polemiche”.
Guido Bertolaso (Assessore Welfare), nel suo intervento, ha precisato: “Siamo concentrati sulla situazione attuale dell’ASST Valle Olona. Abbiamo messo in pratica le azioni più efficaci e messo a disposizione le migliori risorse umane. Facciamo costantemente incontri e sopralluoghi. Abbiamo voluto fare un cambio di direzione e lanciare un impegno preciso verso il territorio. Quello che chiede la mozione sono tutte strade che stiamo già percorrendo”.

Danni per l’alluvione del 15 maggio in Provincia di Milano
Voto unanime dell’Aula anche per il documento proposto dal gruppo Fratelli d’Italia, primo firmatario Christian Garavaglia, in cui si chiede al Governo di proclamare lo stato di emergenza per gli eventi atmosferici eccezionali che hanno colpito alcune zone del Milanese, della Brianza e della provincia di Lecco, di Como e di Mantova mercoledì 15 maggio scorso. Il testo chiede la costituzione di un tavolo con i Comuni interessati per assisterli nella richiesta dei danni tramite l’apposita piattaforma informatica regionale (RASDA, Raccolta Schede Danni) e la richiesta di integrare le risorse statali per i risarcimenti con risorse regionali.
L’Assessore alla Protezione Civile Romano La Russa nel condividere il testo della mozione, ha osservato che gli uffici si sono già stati attivati nella ricognizione e quantificazione dei danni mentre già il 30 maggio scorso è stata presentata al Governo la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale in relazione alle attività agricole. “La prima quantificazione dei danni – ha precisato La Russa – porta ad una stima di 54 milioni di euro alle strutture pubbliche e di 30 milioni ad abitazioni private e attività produttive.”
I disastrosi eventi atmosferici del luglio 2023 a cui faceva riferimento invece un’interrogazione presentata da Michela Palestra (Patto Civico) hanno prodotto un totale di 8300 pratiche di risarcimento per un importo complessivo di 360 milioni di euro di cui 33 milioni per opere di somma urgenza. “L’attività amministrativa conseguente – ha risposto l’Assessore La Russa – è in corso di espletamento”.
Insoddisfazione per la risposta dell’Assessore è stata espressa da Paolo Romano (PD) che ha fatto riferimento gli impegni presi dalla Giunta nell’ambito di un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio il 27 luglio 2023 che a suo dire fino ad oggi non sono stati affrontati. L’Assessore al Territorio Gianluca Comazzi ha dal canto suo illustrato gli interventi in corso in particolare la progettazione e realizzazione di ulteriori vasche di laminazione sull’asta del Lambro, su quella dell’Olona nel Comune di Nerviano e nella Martesana nei Comuni di Inzago e di Gessate.
In sede di dichiarazione di voto hanno preso la parola Giulio Gallera (Forza Italia) e Paola Bulbarelli (FdI) che hanno mostrato apprezzamento per l’impegno degli assessori sul tema del dissesto idrogeologico mentre Matteo Piloni (PD) ha rimarcato come dai fatti del luglio 2023 non sia stato fatto nulla per ripristinare le infrastrutture pubbliche danneggiate.

Cantieri Pedemontana tratte B2 e C: no al pedaggio e rimodulazione cantieri
Approvato all’unanimità un documento presentato da Pietro Luigi Ponti e Angelo Orsenigo (PD) sulle problematiche connesse all’avvio dei lavori sulle tratte B2 e C della Pedemontana e sulla prospettiva di istituire il pedaggio su parte dell’attuale tracciato della Milano-Meda ex SS35.
Il testo originario chiedeva che la Giunta si attivasse nella revisione del piano economico-finanziario dell’opera al fine di individuare forme di esenzione e/o facilitazione tariffaria per i residenti e gli utilizzatori pendolari. Il documento invitava la Giunta a rafforzare il trasporto su ferro nel territorio di riferimento in modo da offrire un’alternativa alla mobilità individuale almeno durante la fase dei cantieri più invasivi che produrranno limitazioni significative al traffico sulla Milano-Meda nel tratto interessato dai lavori. Si segnalavano inoltre le problematiche legate alle bonifiche dei terreni contaminati dalla diossina nei Comuni di Seveso e Meda e la necessità di coinvolgere fattivamente i Sindaci dei Comuni interessati nella pianificazione delle opere di mitigazioni verificando se i 60 milioni di euro stanziati a suo tempo siano ancora sufficienti per le opere programmate.
Il documento è stato integrato con un emendamento condiviso con la Giunta e accettato dai proponenti. L’emendamento, presentato in Aula da Alessandro Corbetta (Lega) e Alessia Villa (FdI), chiede l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente dove affrontare tutte le problematiche sollevate dalla mozione con la partecipazione dell’Assessore alle Infrastrutture, dei Consiglieri di Monza e Brianza e Como, dei Presidenti delle due Amministrazioni Provinciali, dei Sindaci dei Comuni interessati e dei vertici di Pedemontana.
Voto favorevole sul provvedimento, pur con riserve sulla Pedemontana in quanto tale, hanno annunciato anche Paola Pizzighini (Movimento5Stelle) e Michela Palestra (Patto Civico). Ampia condivisione sul testo finale da parte della Giunta per conto della quale si è espressa l’Assessore alle Infrastrutture Claudia Terzi. ”Regione Lombardia – ha sottolineato l’Assessore – pur consapevole dei vincoli del piano economico-finanziario dell’opera già approvato da tutti i soggetti interessati, sottoporrà a tempo debito alla concessionaria APL una proposta di introduzione di scontistiche dedicate agli utilizzatori frequenti dell’arteria.”

Partecipazione di Regione Lombardia al Gay Pride di Milano
Respinta dall’Aula la mozione, primo firmatario Luca Paladini (Patto Civico), che chiedeva la concessione del patrocinio di Regione Lombardia al Gay Pride di Milano che si svolgerà il prossimo 29 giugno delegando un Consigliere a rappresentare la Regione con la fascia istituzionale come accadde nel 2022 e illuminando Palazzo Pirelli con i colori arcobaleno. A tale richiesta si sono associati i gruppi del Movimento5Stelle con Paola Pizzighini e Alleanza verdi Sinistra con Onorio Rosati.
Nel dibattito è intervenuto Giacomo Zamperini (FdI) manifestando la sua contrarietà al documento definendo il Gay Pride “una manifestazione politica di parte”, di tipo rivendicativo e quindi non in linea con la concessione del patrocinio istituzionale. Anche Silvia Scurati (Lega) ha annunciato il voto contrario del proprio gruppo ritenendo la manifestazione in oggetto strumentale e ideologica. Paolo Romano (PD) ha invece sostenuto l’opportunità della concessione del patrocinio per riaffermare la libertà di autorealizzazione delle persone anche sotto il profilo sessuale davanti ai numerosi episodi di omofobia anche violenta che si sono registrati recentemente in Lombardia. Lisa Noja (Azione – Italia Viva) ha contestato l’affermazione della maggioranza che il Gay Pride sia una manifestazione partitica: “si tratta in realtà – ha detto Noja – di una manifestazione politica nel senso più alto e nobile del termine perché riafferma l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini”. Martina Sassoli (Lombardia Migliore) ha invece annunciato voto contrario in segno di dissenso per la polarizzazione del dibattito sui temi dei diritti LGTB che si manifesta sistematicamente nei Gay Pride.
Il Sottosegretario Mauro Piazza ha annunciato il parere negativo della Giunta alla richiesta di patrocinio per quanto di propria competenza rimettendosi all’Aula per le decisioni di competenza del Consiglio.

Piena applicazione della legge 194/78 in Lombardia
Bocciata la mozione del Partito Democratico (primo firmatario Paola Bocci) che riguardava la piena applicazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza.
Un Osservatorio regionale che raccolga dati per provincie e strutture; una relazione annuale alla Commissione consiliare competente; informazioni chiare e in diverse lingue negli studi medici, negli ambulatori, nelle Case di Comunità e nei consultori; prestazioni sicure da parte di tutte le strutture ospedaliere lombarde e contraccezione gratuita a seguito di interruzione anche per gli under 24 e i soggetti fragili.
Sono alcuni degli impegni contenuti nel documento, che chiedeva inoltre alla Giunta di evitare interferenze sulla libera scelta delle donne, non applicando il contenuto dell’emendamento inserito nel Decreto PNRR, che favorisce la presenza nei consultori dei gruppi “pro Vita”.
“Nel 2023 in Lombardia le IVG sono state 11.147 – ha detto Bocci – e in molti ospedali l’obiezione di coscienza da parte di medici e ginecologi è altissima. Per esempio, in 5 strutture lombarde è al 100%, nel 19% dei presidi ospedalieri si attesta tra l’80% e il 100% e solo nel 36%, l’obiezione è contenuta sotto il 50%”.
Guido Bertolaso, Assessore al Welfare, ha spiegato che negli ultimi mesi si è registrato un trend positivo che vede aumentare le interruzioni per via farmacologica rispetto a quelle chirurgiche. “Sicuramente – ha detto l’Assessore – le difficoltà aumentano in presenza di medici che sollevano l’obiezione di coscienza. Ci sono territori in difficoltà, ma è nostro impegno garantire alle donne una libera scelta e anche nei 5 presidi in cui l’obiezione è al 100% avremo cura di risolvere il problema”.
Paola Pizzighini (M5S) ha sottolineato che “in Lombardia, e a oltre 40 anni dall’approvazione della legge 194, siamo ben lontani dalla sua attuazione. Dobbiamo tenere alta l’attenzione su questo tema ed è necessario che in tutte le strutture lombarde venga garantita l’IVG sia farmacologica che chirurgica”.
Jacopo Dozio (Forza Italia): “Avrei pensato che il primo pensiero dei firmatari della mozione fosse quello di rispettare e pretendere l’applicazione del principio della legge, ossia la tutela della vita umana dal suo inizio. Invece il documento fa tutto il contrario chiedendo di garantire l’interruzione volontaria di gravidanza, che, come stabilisce la legge stessa all’articolo n°1, non è mezzo di controllo delle nascite”.
Alessandra Cappellari (Lega): “Con questa mozione si confondono i cittadini. La legge 194 non è una legge sull’aborto ma si tratta di norme a difesa della maternità e della gravidanza. Questa mozione è intrisa di ideologia e senza alcun appiglio ai contenuti della legge stessa”.
Luca Paladini (Patto Civico): “Abbiamo senz’altro sensibilità diverse rispetto a questo tema ma non si può negare che interrompere la gravidanza è un percorso a ostacoli, dove più spesso l’obiettivo finale è quello di colpevolizzare le donne”.
Onorio Rosati (AVS): “E’ un discorso complicato e la legge è complessa. Contraccezione ed aborto sono temi che vanno trattati su piani diversi. Sono convinto, però, che ogni scelta debba essere fatta liberamente e poi rispettata”.
Pierfrancesco Majorino (PD): “Non stiamo incentivando un ricorso allegro all’interruzione volontaria di gravidanza. Il tema principale è non lasciare sole giovani ragazze e donne. Ci vuole prevenzione, informazione e servizi di prossimità, non ideologia”.
Martina Sassoli (Lombardia Migliore): “L’aborto è un diritto riconosciuto da una legge dello Stato e confermato anche da un referendum popolare. Il nostro ruolo non è giudicare un diritto ma quello di legiferare e garantire la piena applicazione delle leggi”.
Lisa Noja (Azione-Italia Viva): “Si sta mettendo in dubbio la scelta della donna di autodeterminarsi. Non c’è ideologia nel chiedere di dare maggiori informazioni, più chiare, diffuse e accessibili e nel creare un osservatorio regionale per capire a che punto siamo. Se volete fare una battaglia per abrogare la legge 194, fatelo apertamente, ma non usate la strada surrettizia di disapplicare una legge in vigore mettendo in difficoltà le donne”.
Chiara Valcepina (FdI): “Qui non siamo chiamati a contrapporci tra chi è a favore e chi è contro l’aborto. La legge 194 è un baluardo di civiltà e nessuno la vuole toccare. All’interno della mozione, ci sono però punti contradditori che la rendono ideologica. Per esempio, da una parte si chiede l’applicazione della legge 194 e dall’altra si impegna la Giunta a non applicare il contenuto dell’emendamento inserito nel Decreto PNRR, che favorisce la presenza nei consultori dei gruppi pro Vita”.
Michela Palestra (Patto Civico) si è detta rammaricata del parere negativo della Giunta e ha sottolineato che “il grande assente nel dibattito è stata la donna e il suo diritto a un aborto sicuro e legale. C’è un pericolo di deriva”.
Giulio Gallera (Forza Italia) ha ribadito che “compito della politica è offrire strumenti per consentire ai cittadini la libera scelta e non quello di imporre visioni ideologiche. Non è corretto dare l’idea che in questa Regione ci sia in atto un tentativo di non applicare la legge 194. Non ci sono donne che sono state costrette ad avere un figlio o a trasferirsi in altre regioni per interrompere la gravidanza. Ci sono certamente cose da migliorare, ma è sbagliato farsi guidare dai sentimenti personali”.
Per Matteo Forte (FdI): “Bisogna guardare ai numeri che sono concreti. Stando ai dati del Ministero della Sanità dello scorso anno, in Italia le IVG calano e i medici non obiettori aumentano. Il diritto all’interruzione in Lombardia è garantito e rifiutiamo una narrazione ideologica”.

Rinviata la discussione della mozione sul pignoramento del compenso per morosità nel pagamento dell’affitto delle case popolari (primo firmatario Marcello Ventura del gruppo Fratelli d’Italia).