Consiglio regionale: le mozioni discusse nella seduta del 9 aprile

Valorizzazione dello sport dilettantistico, contrasto al gioco d'azzardo, tutela della Vespa Piaggio, calendario scolastico, sicurezza stradale e liste d'attesa

Seduta pomeridiana di Consiglio regionale dedicata all’esame di alcune mozioni: di seguito la sintesi

Regione in campo per difendere le società sportive dilettantistiche
Una riforma da rivedere. E’ quella dello sport, datata 2019, che prevede adempimenti burocratici e fiscali che rischiano di “mettere a repentaglio la sopravvivenza delle numerose realtà dilettantistiche e di piccole dimensioni”.
Il Consiglio regionale ha approvato con 54 voti favorevoli e 2 astenuti la mozione illustrata da Diego Invernici (FdI) e sottoscritta da altri Consiglieri del gruppo Fratelli d’Italia, che impegna la Giunta regionale a farsi portavoce per chiedere al Governo una “revisione migliorativa” di tali norme. Tra le criticità evidenziate viene sottolineato che il mancato adeguamento dello Statuto degli enti sportivi ai nuovi principi entro il prossimo 30 giugno determinerà la cancellazione dell’ente sportivo dal registro nazionale delle attività dilettantistiche e la conseguente perdita del diritto a ricevere contributi pubblici.
Durante il dibattito sono intervenuti Jacopo Scandella del PD (“Sono problemi che avevamo sollevato già qualche mese fa, ma ora è il tempo che istituzioni e associazioni si siedano attorno a un tavolo per individuare come modificare la riforma”), Manfredi Palmeri di Lombardia Migliore (“L’interlocuzione col governo va fatta, ma si entri nel merito dei contenuti e finora qui non li ho visti”), Giacomo Zamperini di FdI che ha insistito sull’urgenza di “difendere il valore delle associazioni sportive dilettantistiche fondate sul volontariato, a partire da quelle di montagna”.
Il Sottosegretario allo Sport Lara Magoni ha ricordato che in Lombardia sono attive 21mila società sportive le cui istanze sono state raccolte in questa mozione, che è da considerare un contributo importante ai fini del miglioramento della riforma.
In fase di dichiarazioni di voto Giovanni Malanchini ha annunciato il voto convintamente favorevole della Lega e Anna Dotti ha ribadito il voto favorevole di FdI.

Semplificazione burocratica in materia paesaggistica all’interno dei Parchi e nei Comuni inclusi negli stessi, interessati da Zone di Iniziativa Comunale
Procedimenti di autorizzazione paesaggistica più semplici. Lo chiede la mozione presentata dal Gruppo consiliare di Forza Italia e approvata a maggioranza dall’Aula.
La mozione impegna la Giunta a proporre al Governo una modifica all’art.142 comma 2 del D.Lgs.42/2004 (“Codice dei beni culturali e del paesaggio”) per alleggerire l’iter tecnico-procedurale in capo ai Parchi e ai Comuni ricompresi all’interno dei Parchi, interessati da zone di iniziativa comunale (Zone IC).
Nel 2008 con il Decreto legislativo n. 63, che ha modificato il D.Lgs. 42/2004, tutto il territorio dei parchi regionali è stato vincolato ai fini paesaggistici – spiega Claudia Carzeri (Forza Italia), prima firmataria della mozione – determinando un appesantimento burocratico per i Parchi e i Comuni inseriti nelle Zone IC. Si tratta, spesso, di zone edificate non di particolare valore paesaggistico e di competenza per lo più della pianificazione comunale, dove si concentrano la maggior parte degli interventi edilizi di minore entità, con un aggravio di tempi e di costi per i cittadini. Con questa mozione, pertanto, si intende ripristinare la precedente modalità operativa, vigente sino al 2008, semplificando l’attività tecnico-amministrativa in tali zone, dove attualmente sono state introdotte autorizzazioni paesaggistiche superflue. L’obiettivo è togliere burocrazia, tutelando il paesaggio”.
La mozione impegna, inoltre, la Giunta a presentare questa proposta alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che avevano già valutato queste modifiche normative nel 2021.
Nel corso del dibattito sono intervenuti i Consiglieri regionali Alfredo Simone Negri (PD) e Andrea Sala (Lega).
Alfredo Simone Negri (PD) ha sottolineato che “questa mozione rischia di aprire una deregulation pericolosa che potrebbe avere effetti devastanti sui nostri territori. Noi riteniamo che ci siano altri strumenti normativi per incidere sulla pianificazione territoriale e urbanistica che è strategica. Ad esempio, la revisione della legge 12 o la ripresa del percorso di adozione del piano paesaggistico regionale. Pertanto, riteniamo che questa mozione debba essere rimandata all’esame della Commissione Territorio”.
Andrea Sala (Lega) ha palato di una mozione che “chiede un atto di coraggio al Governo in direzione di una sburocratizzazione di alcune procedure di autorizzazione paesaggistica. Caricare, infatti, su pratiche che hanno già un’autorizzazione edilizia un ulteriore provvedimento autorizzatorio significa mettere degli ostacoli al sistema economico e appesantire la macchina pubblica. Il paesaggio va tutelato, ma bisogna dare risposte rapide ai cittadini, alle imprese e alle famiglie”.
Infine, l’Assessore al Territorio e ai Sistemi verdi Gianluca Comazzi ha rimarcato “l’importanza di dare risposte concrete alle esigenze di imprese e famiglie che vivono e lavorano sui territori. La mozione non chiede di modificare i procedimenti di autorizzazione paesaggistica per gli interi parchi regionali, ma solo per i centri storici o le aree quasi totalmente già edificate all’interno dei perimetri degli stessi parchi regionali”.

Devoluzione del gettito derivato dal retail da gioco d’azzardo per la creazione del fondo regionale per la prevenzione e il contrasto alle dipendenze
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione illustrata da Martina Sassoli (Lombardia Migliore) con cui si invita la Giunta ad attivarsi presso il Governo per destinare alle Regioni la compartecipazione al gettito dell’imposta sugli apparecchi e congegni di gioco (pari al 5%), per la creazione di un fondo regionale con cui finanziare le iniziative volte alla prevenzione e al contrasto di ogni forma di dipendenza.
La proposta, che ha ricevuto il parere favorevole del Sottosegretario Mauro Piazza, è in linea con il documento approvato lo scorso 29 gennaio dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in cui si prevede di rafforzare l’attività di prevenzione e cura del gioco d’azzardo patologico.
Provo grande soddisfazione nel vedere un consenso bipartisan su questa mozione. Il tema delle dipendenze da gioco rappresenta una grande preoccupazione dal punto di vista economico, sociale e, in prospettiva, anche di cura di queste dipendenze che, come dicono i dati, toccano soprattutto le fasce fragili della popolazione tra i 14 e i 19 anni. Dal momento che in Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Regione Lombardia ha chiesto di compartecipare al gettito, noi abbiamo chiesto di poter devolvere la tassazione sul gioco d’azzardo alla cura e alla prevenzione di tutte le dipendenze” ha commentato Martina Sassoli.

Tutela della Vespa Piaggio
Una mozione approvata in conclusione dei lavori a prima firma Emanuele Monti (Lega) si è occupata di un oggetto iconico del design e dell’industria italiana noto e amato in tutto il mondo: lo scooter Vespa della Piaggio. Sono oltre 20 milioni i modelli venduti e circolanti nel mondo, mentre si contano 615 Vespa Club sul territorio nazionale, tra cui una trentina nella sola Lombardia, con 93.000 tesserati in Italia oltre a diverse migliaia in tutto il mondo.
Il documento chiede alla Giunta di attivarsi, tramite il Governo, affinché si riconosca la Vespa quale espressione storica, culturale e artistica del nostro Paese. Alla luce delle politiche europee del green deal e delle possibili limitazioni al traffico previste per veicoli non in linea con le ultime normative sulle emissioni, si chiede inoltre di tutelare questo iconico scooter da eventuali provvedimenti sanzionatori provenienti dalla legislazione locale, nazionale ed europea, affinché non si disperda un patrimonio culturale simbolo della tecnologia e dello stile italiano.
Matteo Piloni (PD) ha proposto un emendamento al testo che è stato accolto dal proponente. Il provvedimento è stato votato a larga maggioranza con tre astenuti.  

 

Pioltello e deroghe al calendario scolastico: respinta mozione della Lega
Con 34 voti contrari, 33 favorevoli (68 votanti, 1 non ha partecipato) è stata respinta con voto segreto, chiesto da Paola Bocci (PD), la mozione illustrata da Davide Caparini (Lega) che intendeva proporre di regolamentare il tema delle deroghe al calendario scolastico (previste dalla legge 260/1949) per impedire “una possibile proliferazione di interruzioni dell’attività didattica, anche allo scopo di evitare che possano esserci discriminazioni rispetto a tutte le confessioni religiose”.
Il testo del documento prendeva spunto dal “caso Pioltello” (dove l’istituto “Iqbal Masih” ha previsto un giorno di chiusura in occasione del giorno di fine Ramadan) e intendeva impegnare la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti del Governo con lo scopo di una revisione della normativa statale. Riconosciuto inoltre il valore dell’autonomia scolastica, la mozione chiedeva anche l’introduzione “in capo alle Regioni” di “adeguati strumenti di monitoraggio” sulla materia.
Il lungo e articolato dibattito si è soffermato su diversi aspetti riguardanti il caso della scuola di Pioltello e ha toccato argomenti quali l’autonomia scolastica, l’integrazione interetnica, la libertà religiosa, i diritti delle minoranze e delle maggioranze.
Sono intervenuti esprimendo netta contrarietà nei confronti dei contenuti e delle proposte della mozione i Consiglieri Paola Bocci (PD), Paola Pizzighini (M5Stelle), Michela Palestra (Patto Civico), Lisa Noja (Azione-Italia Viva) e Onorio Rosati (AVS).
A sostegno della mozione sono invece intervenuti i Consiglieri Chiara Valcepina (FdI), Alessandro Corbetta (Lega), Matteo Forte (FdI) e Giulio Gallera (FI).

Lista d’attesa per le prestazioni sanitarie
L’Aula ha respinto infine due mozioni abbinate, inerenti in particolare il tema delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie, presentate da Azione Italia Viva e dal Partito Democratico.
La mozione illustrata da Lisa Noja (Azione – Italia Viva) invitava la Giunta regionale ad avviare campagne di comunicazione, a chiedere alle strutture sanitarie di attivare il Responsabile Unico Aziendale dei tempi d’attesa, a monitorare, anche con verifiche ispettive, l’attuazione delle misure adottate da Regione Lombardia per garantire le prestazioni sanitarie ambulatoriali e di ricovero nei tempi richiesti.
La mozione presentata da Pierfrancesco Majorino (PD) chiedeva l’impegno della Giunta regionale nei confronti del Governo per incrementare il finanziamento nazionale nella sanità al fine di abbattere le liste d’attesa.

Nuovo codice della strada e sicurezza stradale
La mozione presentata da Paolo Romano (PD) e firmata da diversi Consiglieri del Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, Patto Civico e Azione Italia Viva sul tema della sicurezza stradale è stata respinta in Aula a maggioranza: il documento prende spunto dall’approvazione da parte del Parlamento del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale (PNSS) che prevede entro il 2030 la riduzione del 50% di vittime e feriti gravi provocati da incidenti stradali rispetto al 2019 e il loro azzeramento entro il 2050.
Nel presentare il documento, il primo firmatario ha sottolineato che in Italia si registra un ferito ogni 2 minuti e un morto ogni tre ore e che il danno economico è stimato attorno ai 30 miliardi all’anno.
Diversi gli impegni che la mozione rivolgeva alla Giunta regionale chiedendo di sollecitare il Governo e il Parlamento affinché nei processi parlamentari siano coinvolte le associazioni dei familiari delle vittime della strada e quelle di promozione della mobilità dolce, e perché si lavori per eliminare dalla proposta di riforma del Codice della Strada tutte le norme che in qualche modo limitano gli interventi dei Comuni nell’ambito della gestione del traffico, della viabilità e della sosta o siano in contrasto con il Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale. Infine, promuovere interventi normativi a favore della mobilità attiva, del potenziamento del trasporto pubblico, dell’intermodalità, del bike sharing sono alcune delle altre richieste sollecitate all’interno della mozione, che sottolinea come l’assenza di sicurezza stradale sia la principale causa di morte per i giovani dai 5 ai 29 anni.
Faccio appello a questo Consiglio perché uniti chiediamo al Governo di modificare la proposta di riforma” ha detto Paolo Romano, mentre Michela Palestra (Patto Civico) ha sottolineato che “la riforma va in controtendenza a quello che chiedono i cittadini, ossia di investire sulla mobilità dolce”.
Per Chiara Valcepina (FdI) “la riforma nazionale è concreta mentre il giudizio contenuto nel documento non è corretto: l’approccio è ideologico e non tecnico”. Alessandro Corbetta (Lega) ha sottolineato che la riforma varata dal Governo nasce dalla “necessità di inasprire le sanzioni e introdurre delle regole dove non ci sono. Per esempio, si disciplina la circolazione dei monopattini”.
“La riforma è un provvedimento fatto per lucrare voti, non per garantire i cittadini e la loro sicurezza”
ha detto invece Carmela Rozza (PD).
Per Sergio Gaddi (FI) “ogni scelta va valutata in termini di costi e opportunità ma va anche mediata col buon senso. La riforma va in questa direzione”. L’Assessore alla Sicurezza Romano La Russa ha difeso la proposta di riforma del codice della strada: “il tema è importantissimo ma serviva una mozione meno ideologica e strumentale, che proponesse correzioni utili e fosse condivisibile da tutta l’aula”. Per Luca Ferrazzi (Lombardia Migliore) “ci si accanisce solo sugli automobilisti mentre non si citano la messa in sicurezza delle strade e i comportamenti spesso imprudenti di ciclisti e pedoni che a volte non si curano delle regole”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Jacopo Dozio (FI).

L’Aula ha infine rinviato in Commissione la mozione presentata da Samuele Astuti (PD) sul nodo ferroviario di Saronno e il collegamento con l’aeroporto di Malpensa. Con l’avvio dei lavori per il quadruplicamento della tratta Rho-Parabiago e della realizzazione del cosiddetto raccordo a Y tra Malpensa T2 e Gallarate RFI, il nuovo contratto di servizio di Trenord prevede di far transitare il Malpensa Express sulla rete delle Ferrovie dello Stato bypassando il nodo di Saronno che in tal caso si troverebbe priva di un collegamento diretto con Milano Centrale e con l’alta velocità.