“Un Paese più efficiente, con una macchina amministrativa più efficace e un maggior potere di controllo da parte dei cittadini. E’ questo il risultato a cui ci deve portare il processo di autonomia differenziata. Il percorso legislativo avviato deve essere certamente graduale e le decisioni ben ponderate, ma tutti dobbiamo essere consapevoli che la strada tracciata è ormai irreversibile; l’autonomia differenziata è infatti l’unica strada per rimettere al centro i territori, far crescere le comunità e aumentare la loro competitività e capacità di coesione sociale, in particolare in ambiti come i trasporti, l’istruzione, il lavoro, la sanità e i rapporti internazionali”.
Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani intervenendo questa mattina a Palazzo Pirelli alla “Commissione aperta” alla presenza del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli che è intervenuto in Aula consiliare per fare il punto sullo stato di avanzamento del percorso legislativo sull’autonomia differenziata.
“Serve coraggio e determinazione nell’avviare a livello nazionale un sistema di governance diverso da quello attuale, che certamente non ha contribuito a ridurre le diseguaglianze fra i territori del Paese, ma anzi, purtroppo, le ha progressivamente esacerbate –ha aggiunto il Presidente Romani-. In questo scenario ecco allora che credo serva un nuovo grande patto per l’Italia: innovazione, formazione, infrastrutture fisiche e tecnologiche, digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, sostenibilità ambientale, competitività delle imprese, merito e coesione sociale. Questi grandi temi sono il «terreno comune» su cui siamo chiamati a lavorare, a condizione che ci sia consapevolezza della necessità di riforme strutturali. Le riforme delle istituzioni sono la cosa più importante che si può lasciare in eredità per il futuro, e come più volte ha sottolineato anche in questi ultimi giorni la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, presidenzialismo e autonomia sono e restano tra le riforme prioritarie del programma di Governo”.
Un ultimo passaggio il Presidente dell’Assemblea regionale lo ha dedicato anche al confronto in corso sulla definizione dei Lep.
“Senza la definizione dei Lep l’autonomia differenziata, o almeno un pezzo importante di questa, non può partire, ma sappiamo anche che per finanziare i Lep è necessario che lo Stato reperisca le risorse necessarie –ha evidenziato Federico Romani-. Mi permetto a tal proposito una considerazione personale: Lep poco dettagliati potrebbero lasciare più margini di manovra a chi ha maggiori disponibilità di bilancio come la nostra regione, senza che questo possa in qualche modo minare la coesione e allargare i divari tra le regioni”.
Il Ministro Roberto Calderoli
“Credo che per la prima volta si possa mettere anche il Sud nelle condizioni di andare a una velocità diversa rispetto a quella avuta fin qua –ha esordito il Ministro Roberto Calderoli-. Ricordo che l’80% dei fondi nazionali sono stati assegnati al sud e il 20% al centro nord, di quelli europei il 70% al centro sud e il 30% al centro nord. A questi -ha spiegato il Ministro– si aggiungono altri 4,6 miliardi stanziati nel 2021 per interventi infrastrutturali, che non sono mai stati utilizzati perché le Regioni non hanno mai trovato l’accordo su come ripartirseli. Considerando che lo stanziamento del settennato 2021-2027 prevede altri 140 miliardi, arriviamo a 223 miliardi a cui si aggiungono i fondi del PNRR. Se parametriamo queste risorse al Pil del mezzogiorno che è pari a circa il 52% –ha sottolineato il Ministro– appare chiaro che qualunque tipo di intervento non può che migliorare la realtà del Mezzogiorno: più cresce il Sud e tanto meno ci sarà bisogno di perequazione”.
Sulla presunta incostituzionalità del disegno di legge sull’Autonomia differenziata, Calderoli ha risposto in modo netto: “Non credo che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrebbe mai autorizzato la presentazione di un disegno di legge alle Camere che fosse incostituzionale. La riforma dell’autonomia non è incostituzionale, è presente nella Carta. Quelli che criticano la riforma dimostrano di non aver letto né la Carta né la nostra proposta”.
I Presidenti di Commissione Forte e Malanchini
L’incontro è stato promosso dalla Commissione “Affari istituzionali ed Enti locali” guidata dal Presidente Matteo Forte (Fratelli d’Italia) e dalla Commissione speciale “Autonomia” presieduta da Giovanni Malanchini (Lega).
“Le istituzioni locali possono garantire insieme maggiore democraticità e maggiore prossimità, ovvero ciò che gli organismi internazionali nell’epoca della globalizzazione non sono in grado di garantire -ha spiegato Matteo Forte-. È dunque alla dinamica storica iniziata con il crollo del muro di Berlino che invito tutti a rifarsi, poiché questa inserisce nella corretta lettura con cui leggere i principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione iscritti nella nostra Costituzione. Ora è giunto invece il momento di attuare la Carta: l’autonomia differenziata è la giusta risposta alle urgenze del nostro tempo, tenuto conto che l’omogeneizzazione è contro il dettato costituzionale, mentre la differenziazione ne è un principio fondamentale”.
“L’incontro con il Ministro Calderoli – ha precisato Giovanni Malanchini – è stata un’importante occasione di confronto sui contenuti del percorso legislativo sull’autonomia differenziata, al di fuori di slogan e prese di posizione ideologiche. L’autonomia è lo strumento normativo in grado di dare forza e slancio al principio di sussidiarietà. Il Consiglio regionale e, in particolare le Commissioni Autonomia e Affari Istituzionali daranno il loro contributo a costruire questo percorso coinvolgendo gli Enti locali e favorendo un’ulteriore devoluzione di alcune competenze a Comuni e Province per garantire un’erogazione dei servizi ancora più vicina ai territori”.
Il dibattito in Aula
Nel corso della mattinata sono intervenuto numerosi Consiglieri regionali:
Marisa Cesana (Lombardia Ideale – Fontana Presidente): “Autonomia significa sussidiarietà. E in questo quadro riteniamo che si debba prevedere anche un rilancio delle Provincie con nuove competenze e con l’elezione diretta del Presidente e dei Consigli provinciali”.
Alessandro Corbetta (Lega): “Sul tema dell’autonomia è necessaria un’operazione verità: l’obiettivo di questa riforma non è quello di spaccare il Paese, ma rientra nel compimento di un percorso previsto dalla Costituzione”.
Emilio Del Bono (PD): “La logica non può essere ‘o tutto o niente’. Occorre una riflessione pragmatica e concreta sulle materie da devolvere alle regioni. Il muro contro muro e un approccio improntato allo scontro, infatti, non ci porterà lontano”.
Fabrizio Figini (Forza Italia): “Non si può distogliere lo sguardo dalla necessità di dare attuazione a una riforma che il Paese aspetta da oltre vent’anni e che i lombardi hanno chiesto a gran voce nel referendum dell’ottobre 2017 quando andarono a votare oltre 3 milioni di cittadini della nostra regione. Ripartiamo da qui”.
Gian Mario Fragomeli (PD): “Questa è una riforma che tradisce il federalismo fiscale e che riduce il margine di manovra delle regioni. Quello illustrato dal Ministro Calderoli oggi è un percorso legislativo che non fa i conti con le risorse disponibili”.
Christian Garavaglia (Fratelli d’Italia): “La riforma risponde al principio economico del miglioramento paretiano: tutte le regioni migliorano senza che nessuna peggiori. L’autonomia differenziata consente ai singoli territori di esprimere tutte le proprie potenzialità senza danneggiare gli altri”.
Luca Paladini (Patto Civico): “Questa riforma segna una separazione netta e profonda tra regioni ricche e regioni povere, tra cittadini di serie A e cittadini di serie B, mettendo a serio rischio l’unità nazionale”.
Paola Pizzighini (Movimento 5 Stelle): “L’autonomia differenziata devasta l’Italia e aumenta il divario tra Nord e Sud. Inoltre, gli obiettivi di questa riforma sono in contrasto con quelli di coesione sociale indicati dal PNRR”.
Onorio Rosati (Alleanza Verdi e Sinistra): “L’autonomia differenziata è la strada per aumentare le diseguaglianze tra i territori e i cittadini, soprattutto su materie ‘sensibili’ come sanità, energia, scuola, mobilità”.
Carmela Rozza (PD): “Non condivido questo metodo di lavoro. Oggi abbiamo assistito a una Messa cantata. L’incontro con il Ministro Calderoli non ci ha consentito di entrare nel merito dei contenuti della riforma e discutere di tutte le criticità. È stato solo uno spot elettorale per il centrodestra”.
Martina Sassoli (Lombardia Migliore – Letizia Moratti): “L’autonomia è in continuità con la nostra Costituzione che considera la presenza di territori diversi con esigenze diverse. Quella presentata oggi dal Ministro Calderoli non è una riforma costituzionale nella forma, ma lo è nei fatti. Sarà, pertanto, necessario un ampio e approfondito dibattito parlamentare”.
Silvia Scurati (Lega): “L’autonomia è lo strumento più democratico e più equo per la gestione della pubblica amministrazione perché agevola il mondo delle imprese e semplifica la vita delle famiglie. Questa è una riforma che nasce da un confronto aperto e che può dare un contributo a migliorare l’intero Paese”.
Un plauso al lavoro del Ministro e un incoraggiamento a proseguire sulla strada avviata sono stati pronunciati anche dal Presidente della Giunta Attilio Fontana e dal Sottosegretario regionale Mauro Piazza
In Aula erano presenti anche numerosi stakeholders e rappresentanti delle associazioni di categoria lombarde: tra gli accreditati, Confesercenti, Confimi Insubria, Caonfagricoltura, Confcommercio, ACAI, UIL, CGIL, CISL, Fondazione Fiera Milano, Assolavoro, Lega Coop, CIA, Confartigianato, CNA, ANCE e Sistema Impresa. Sono intervenuti rappresentanti degli Enti locali di Cremona, Lecco, Como, Varese e della Città Metropolitana di Milano, nonché di ANCI, UPL e Uncem.