Più risorse per l’accompagnamento dei giovani carcerati, percorsi di formazione per il personale, case popolari per gli agenti di polizia penitenziaria, maggiori risorse alle comunità terapeutiche.
Questi i contenuti salienti dell’ordine del giorno sul problema dei giovani detenuti nelle carceri lombarde sottoscritto da tutti i capigruppo e approvato oggi all’unanimità dall’Aula del Consiglio regionale.
Il documento è frutto di un lavoro di sintesi tra due testi: quello presentato dalla maggioranza a prima firma Alessia Villa (FdI) e quello delle minoranze, primo firmatario Luca Paladini (Patto Civico). L’opportunità di un pronunciamento sul tema era emersa nella Commissione speciale “Tutela dei diritti delle persone private della libertà personale e condizioni di vita e di lavoro negli istituti penitenziari” presieduta dalla stessa Alessia Villa a seguito dei gravi fatti avvenuti nei mesi scorsi in particolare nel carcere minorile Beccaria di Milano e a seguito dei numerosi suicidi che hanno visto protagonisti giovani detenuti in alcuni istituti di pena lombardi.
Il testo approvato impegna la Giunta e gli Assessori competenti a intraprendere ulteriori azioni e misure, nonché a prevedere all’interno del bilancio previsionale di Regione Lombardia maggiori risorse finalizzate a potenziare percorsi di accompagnamento, reinserimento sociale e lavorativo delle persone private della libertà personale, in particolar modo nei confronti di minori e giovani adulti; a valutare l’attivazione, d’intesa con il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, di corsi di formazione rivolte agli agenti di polizia penitenziaria, agli educatori e più in generale a coloro che operano all’interno delle carceri per affrontare e gestire in modo più consapevole ed efficace le dinamiche che si sviluppano all’interno degli istituti penitenziari (ad esempio corsi di lingua araba o slava, corsi per interpretare i comportamenti dei moltissimi minori e dei giovani adulti stranieri che popolano le carceri lombarde, corsi di primo soccorso, corsi per spegnere un incendio in una cella); a riservare immobili di edilizia residenziale pubblica o di housing sociale al personale penitenziario così da consentire di affittare alloggi a prezzi calmierati; a intervenire presso il Governo affinché vengano stanziate risorse destinate ad ampliare la capacità delle comunità terapeutiche di accogliere i detenuti che possono espiare la condanna, o parte di essa, in strutture alternative al carcere.
L’Aula ha approvato con 47 voti a favore e 22 contrari anche il documento originario della maggioranza in cui si sollecita il Governo ad avviare la costruzione di nuove carceri in Lombardia e si sollecita la definizione di accordi con i Paesi di provenienza dei detenuti stranieri perché questi possano scontare la pena nei Paesi di origine.
Respinto invece il testo originario delle minoranze (44 contrari e 25 favorevoli); molti contenuti di questo documento sono comunque confluiti in quello unitario approvato all’unanimità.
“Non solo certezza della pena, servirebbe, per quanto possibile, anche una certezza del reinserimento e recupero del condannato – ha commentato Alessia Villa – ancora di più se parliamo di ragazzi che, una volta scontata la pena, hanno ancora una parte importante della loro vita da trascorrere in mezzo alle nostre comunità. Nel nostro documento abbiamo dedicato particolare attenzione ai “giovani adulti” che per effetto delle nuove norme scontano la pena negli istituti di detenzione minorile fino al compimento del 25esimo anno: come dimostrato dai progetti già sostenuti da Regione Lombardia, questi ultimi hanno ancora la possibilità di essere riorientati anche se alle spalle hanno percorsi di devianza determinati spesso dai contesti di appartenenza. Tutto questo lo si può fare solo e soltanto offrendo attività diversificate, in primis quelle lavorative e formative, senza però dimenticare anche quelle ricreative, culturali e sportive. Dobbiamo dare orizzonti di speranza a chi molto spesso non vede più un futuro”
“Oggi – ha dichiarato Luca Paladini (Patto Civico) – abbiamo fatto un lavoro importante trovando un punto di caduta su un testo condiviso anche se non rispecchia del tutto la nostra visione del problema. Siamo lieti tuttavia che il lavoro avviato in Commissione Speciale Carceri abbia prodotto un risultato tangibile che tiene conto dell’esigenza prioritaria di ricostruire percorsi di vita positivi per i giovani detenuti attraverso il lavoro, lo studio, l’attività sportiva e ricreativa. In tale senso a nostro avviso occorre rispondere al tema del sovraffollamento carceriario innanzitutto tramite il ricorso alle pene alternative, all’affidamento in prova, alle comunità di accoglienza esterne agli istituti di pena”.
Nel suo intervento Paladini ha ricordato come in Lombardia, alla data del 23 settembre 2024, l’indice di sovraffollamento regionale superava il 153%, con picchi allarmanti superiori al 200% nelle case circondariali di San Vittore (227,89% in ambito maschile e 180,46% in quello femminile) e Canton Mombello (204,95%); situazioni superiori al dato regionale si sono registrate anche nelle carceri di Busto Arsizio, Como, Lodi, Varese, Bergamo, Mantova e delle case di reclusione di Vigevano e Brescia.
Nel lungo e articolato dibattito sviluppatosi in Aula sono intervenuti Luca Marrelli (Lombardia Ideale), Paola Bocci (PD), Lisa Noja (Azione Italia Viva), Christian Garavaglia (FDI), Paola Pollini (M5Stelle), Roberta Vallacchi (PD), Diego Invernici (FDI), Miriam Cominelli (PD), Massimo Vizzardi (Azione Italia Viva), Andrea Sala (Lega), Onorio Rosati (AVS), Giulio Gallera (Forza Italia), Carmela Rozza (PD), Giacomo Zamperini (FDI), Samuele Astuti (PD), Maira Cacucci (FDI), Giuseppe Licata (Azione Italia Viva), Davide Casati (PD), Nicolas Gallizzi (Noi Moderati), Michela Palestra (Patto Civico), Martina Sassoli (Lombardia Migliore), Alessandro Corbetta (Lega), Claudia Carzeri (Forza Italia) e Pierfrancesco Majorino (PD): per la Giunta l’Assessore al Welfare Guido Bertolaso e il Sottosegretario Mauro Piazza.
A margine dei lavori d’Aula il Difensore regionale e Garante dei detenuti Gianalberico De Vecchi ha ricordato come Regione Lombardia da quest’anno, anche su sua sollecitazione, prevede in via definitiva per i detenuti l’esenzione dal pagamento della tassa regionale per il Diritto allo Studio Universitario: un provvedimento che punta a incentivare i percorsi formativi nel contesto penitenziario e che era stato adottato per la prima volta nello scorso anno accademico.