I luoghi lombardi della vita di don Luigi Giussani

Il 15 ottobre 1922 nasceva don Luigi Giussani, sacerdote ambrosiano per il quale è in corso la cuasa di beatificazione e fondatore del movimento di Comunione e Liberazione . Molte sono le iniziative che in occasione del centenario sono state organizzate sia da istituzioni che da singoli gruppi di aderenti al movimento. Una per tutte l’udienza con Papa Francesco che si svolgerà il 15 ottobre alle 10.00 in Piazza San Pietro alla quale è prevista la partecipazione di decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. Ripercorriamo brevemente le tappe principali del complesso cammino umano e spirituale di don Giussani partendo dai luoghi dove si è svolto, tutti nella nostra regione.

La nascita e l’infanzia hanno per scenario la Brianza profonda: via General Cantore a Desio, una via periferica a due passi dall’ex fabbrica dell’Autobianchi (che allora non c’era ancora), una casa modesta di piccolissima borghesia operaia e artigiana. Oggi al pian terreno c’è una farmacia, una lapide ricorda che al primo piano il piccolo Gigetto, come lo chiamava affettuosamente mamma Angelina operaia tessile, mosse i primi passi. A nove anni entra nel Seminario di San Pietro nella frazione omonima di Seveso. L’edificio è immerso in un grande parco dove oggi c’è l’istituto scolastico Frassati che si rifà al metodo educativo di don Giussani ed è impreziosito dal bel santuario che nelle forme attuali risale alla metà del XVII secolo. Qui il giovane Giussani compie gli studi ginnasiali come prima di lui Achille Ratti, poi Papa Pio XI anche lui di Desio. Luigi fa il campanaro (“ho imparato la puntualità facendo il campanaro a Seveso” ebbe a dire da adulto) e quando può torna a casa in bicicletta per dare una mano in famiglia.

Nel 1937 si trasferisce a Venegono Inferiore (VA), nell’imponente struttura del seminario maggiore appena inaugurata dal Cardinal Schuster e da lui voluta in forma di monastero medievale. Qui don Luigi visse una parte importante della sua vita, qui conobbe i suoi maestri Gaetano Corti, Carlo Colombo e Carlo Figini, qui compì tutti i suoi studi fino a essere ordinato sacerdote nel 1945 restandovi poi a insegnare fino al 1954. Dopo l’ordinazione, il sabato e la domenica si recava in varie parrocchie per confessare e dire la messa: al Quartiere Matteotti di Saronno, al quartiere Barona a sud di Milano e infine nella chiesa di Viale Lazio a Milano dove conobbe alcuni studenti liceali che gli ispirarono la decisione di lasciare il seminario per fare apostolato tra i giovani insegnando religione nella scuola statale.

Il 1 ottobre 1954 saliva dunque i gradini di Via della Commenda, sede del prestigioso Liceo Classico Berchet (nella foto sullo sfondo), e cominciava la sua missione con i giovani. I suoi allievi ricordano ancor oggi le sue lezioni impetuose e coinvolgenti: molti erano laici e tali sono rimasti come Giuliano Pisapia, Antonio Del Pennino, Giulio Giorello, Paolo Pillitteri, Tiziana Maiolo. Altri come Giuseppe Zola, Luigi Negri o Massimo Camisasca furono avvinti e convinti dalla sua persona per sempre. Don Giussani a Milano visse in molti luoghi per lo più modesti e disadorni, li utilizzava per dormire poche ore la notte e per ricevere incessantemente persone desiderose della sua guida spirituale. La dimora che frequentò di più nei primi anni era in zona Corvetto, in Via Martinengo,16 adiacente ad un convento di suore, oggi l’edificio è sede di una coooperativa sociale. Dal 1964 cessa l’insegnamento al Berchet per trasferirsi in Università Cattolica, cattedra che tenne fino ai primi anni ’90. E’ dall’ateneo di Largo Gemelli che Giussani visse in prima persona il travaglio post-conciliare, i moti giovanili del ’68, le divisioni che ne seguirono anche nel suo gruppo fino alla nascita nel 1969 di Comunione e Liberazione.  

Nei primi anni ’80 cominciò a frequentare (per poi stabilirvisi definitivamente) una casa a Gudo Gambaredo, frazione di Buccinasco a sud di Milano, in aperta campagna. Era un cascinale in corso di ristrutturazione dove avevano preso dimora i primi Memores Domini, associazione di laici consacrati anch’essa fondata da Giussani. A pochi chilometri da lì, alla Cascinazza sempre in comune di Buccinasco si era costituito il primo nucleo di un monastero benedettino in cui spesso si ritirava in preghiera. Li abitò fino alla morte nel 1998 il grande pittore statunitense William Congdon, fondatore con Pollock dell’action painting, amico del sacerdote brianzolo. Un altro personaggio, anche lui convertito al cristianesimo dopo l’incontro con don Giussani, era solito ospitarlo nella sua casa studio di Novate Milanese: parliamo del grande poeta e drammaturgo Giovanni Testori. Oggi quell’edificio è diventato un museo e un luogo per mostre temporanee gestito dall’Associazione Casa Testori. Gli ultimi anni di Giussani trascorsero tra lunghi soggiorni di cura in Svizzera (era affetto fin da giovane da un grave enfisema polmonare) e l’appartamento ricavato all’ultimo piano dell’Istituto Sacro Cuore di Via Rombon in zona Lambrate dove spirò il 22 febbraio 2005. La sua salma riposa al Cimitero Monumentale di Milano.

Come si vede la storia di questo straordinario protagonista del cattolicesimo del XX secolo che ha investito con la sua testimonianza e il suo carisma milioni di persone in tutto il mondo (CL oggi è presente in 70 paesi dei cinque continenti), nasce, si sviluppa e si conclude in terra lombarda. E della cultura lombarda, fatta di operosità e concretezza, è profondamente intrisa. Giussani ha sempre prediletto le periferie, quelle spirituali di coloro che sono lontani dalla fede e quelle fisiche dove vive la gente semplice. Non a caso mandò per anni i suoi ragazzi a fare assistenza nelle cascine della Bassa milanese, in quello che oggi è l’accogliente Parco Sud ma che negli anni ‘50 e ‘60 era luogo di emarginazione e povertà estrema. Un insegnamento di straordinaria attualità anche alla luce del magistero di Papa Francesco sulle “periferie del mondo”.