Trucco, parrucco, e vestizione. Doppio ciak e a Brescia partono le riprese italiane del film hollywoodiano di Michael Mann dedicato al celebre pilota e imprenditore Enzo Ferrari. Non è la prima volta che la città lombarda e i suoi scorci stregano i registi. La storia cinematografica di Brescia comincia più di 60 anni fa. Nel 1958, in Valle Camonica, vi approdò il bergamasco Ermanno Olmi per realizzare il suo primo lungometraggio, “Il tempo si è fermato”.
6 anni dopo, a portare le telecamere nella Leonessa d’Italia, dopo il rifiuto di Cremona, fu il regista Antonio Pietrangeli che scelse il centro storico per girare alcune scene de “Il magnifico cornuto”, immortalando Brescia nello splendore degli anni 60. Lo seguì nel 1973 Roberto Infascelli che decise di aprire il suo film “La polizia sta a guardare” con gli archi dei portici di corso Zanardelli e per le scene finali di inseguimento optò per la tangenziale sud.
Gira attorno alle indagini per la morte di un’adolescente la pellicola di Massimo Dallamano “La polizia chiede aiuto” (1974), dove si riconoscono Palazzo Vescovile, la Questura e la centrale Piazza Vittoria, voluta nel 2005 anche da Marco Tullio Giordana per la primissima scena di “Quando sei nato non puoi più nasconderti”. 12 anni dopo il regista milanese sarebbe tornato nel bresciano per “Nome di donna”.
La provincia è protagonista ne “Il mondo degli ultimi” (1980) di Gian Butturini e in “Uova di garofano” (1991) del regista bresciano Silvano Agosti, che rientrò da Roma per girare in città e nella campagna.
In tanti si sono lasciati ispirare dal lago di Garda. Come Carlo Vanzina, che sulla fine degli anni 80 vi ambientò l’adventure movie “La partita” e più recentemente Luca Guadagnino, che col suo “Chiamami col tuo nome” (foto) ci ha portato a Sirmione e alle Grotte di Catullo. Le splendide strade della Gardesana e della Forra, incastonata, quest’ultima, nelle viscere della montagna, acquisirono ancor più celebrità per gli inseguimenti dello 007 Daniel Craig in “Quantum of Solace” e per quelli rocamboleschi del thriller politico “The International” diretto da Tom Tykver. Molto tempo prima, nel 1975, Pier Paolo Pasolini allestì il set cinematografico tra Salò, Gargnano e Gardone Riviera per “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, la sua ultima opera.
Nel 2011 Brescia e il lago d’Iseo fanno da sfondo in “Sentirsi dire – quello che i genitori non vorrebbero mai”, film d’esordio di Giuseppe Lazzari e nel 2016 i paesi affacciati sul Sebino compaiono in “My father Jack” di Tonino Zangardi. Nello stesso anno ritroviamo Iseo, Sirmione, Padernello, Erbusco nella commedia “Due un po’ così”, firmata da Daniele Chiarello, mentre il Castello di Padernello e la campagna di Borgo San Giacomo sono riconoscibilissimi nel film “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti.
Dedicata alla Mille Miglia è la pellicola di Claudio Uberti, che attorno alla storica corsa automobilistica ha costruito un appassionante giallo (Rosso Mille Miglia).
Non è sfuggito all’occhio della telecamera la Franciacorta, già famosa a Los Angeles per le sue bollicine, di casa agli Emmys, gli Oscar della TV. Da qualche anno, infatti, i più prestigiosi spumanti delle colline bresciane sono versati nei bicchieri degli ospiti per il brindisi ufficiale.
Scorci di Franciacorta sono presenti in “Francesca e Nunziata” (Lina Wertmüller) e in “F for Franciacorta” (Massimo Zanichelli) che racconta il fascino di questa terra attraverso la voce dei produttori di vino.
E se il nostro viaggio è cominciato dalla Valle Camonica, qui vogliamo terminarlo. Nel 2009 il sito Unesco ha ospitato le riprese di “Camuni” (Bruno Bozzetto), primo cartoon dedicato alle incisioni rupestri, la collezione di “segni” per i quali la valle è considerata Patrimonio mondiale dell’umanità.
Nella foto una scena del film premio Oscar di Guadagnino "Chiamami col tuo nome"