Prevenzione, contrasto alla violenza sulle donne e sostegno alle vittime: il Comitato paritetico del Consiglio regionale fa il punto. L’organismo di controllo e valutazione delle leggi ha infatti presentato e approvato all’unanimità la sua relazione sull’attuazione, nel biennio 2020-202, della legge regionale al proposito (la n. 11 del 3 luglio 2012).
Il sistema di contrasto alle violenze si fonda sulle reti territoriali, ha ricordato il consigliere del Pd relatore del report insieme alla Vice Presidente del Comitato.
Le reti, in Lombardia 27, sono presenti in ogni provincia e si valgono di 54 centri antiviolenza e 125 case rifugio.
Tra il 2017 e il 2021 i soggetti giuridici iscritti all’Albo regionale dei centri antiviolenza, delle case rifugio e delle case di accoglienza sono aumentati da 61 a 96.
Collaborano alle politiche di prevenzione, attraverso protocolli stabiliti ad hoc, anche l’Ufficio scolastico regionale, l’Ordine degli Avvocati di Milano e le Prefetture .
Nel 2021, riferisce la Vice Presidente del Comitato Paritetico, 8.531 donne si sono rivolte ai servizi territoriali antiviolenza (+13,3 % rispetto al 2020). Di queste 7.953 sono state prese in carico dai CAV (nel 2020 le donne prese in carico erano 6.422).
I servizi erogati in fase di accoglienza (ascolto telefonico e colloquio di accoglienza) sono stati oltre 5.000 nel 2020 e oltre 4.800 nel 2021.
Nella fase di presa in carico (accompagnamento ai servizi territoriali, consulenza legale, psicologica, sociale, orientamento al lavoro, sostegno ai minori ecc.) sono stati erogati 4.267 servizi nel 2020 e 4.080 servizi nel 2021. I servizi erogati con più frequenza sono l’ascolto telefonico, il colloquio, la consulenza legale, psicologica e sociale; nel 2020 si registra una percentuale di servizi di ascolto telefonico più elevata rispetto al 2021.
I dati dell’Osservatorio Regionale Antiviolenza (ORA) delineano alcune caratteristiche delle donne: più della metà delle prese incarico riguarda donne occupate, con un titolo di studio medio o medio alto, coniugate o conviventi; nel 2021 si registra un incremento rispetto all’anno precedente di donne casalinghe e nubili; nel 2021, per circa il 27% dei casi l’età è compresa tra i 35 e i 44 anni, circa il 26% delle donne si colloca nell’età compresa tra i 45 e i 54 anni; le prese incarico riguardano per circa il 63% cittadine italiane e per oltre il 50% donne con figli.
L’ORA restituisce anche informazioni sui maltrattanti e sulle tipologie di violenza: gli autori delle violenze sono in larga parte partner (attuali o precedenti), principalmente mariti, seguono i conviventi e poi gli ex-conviventi, gli ex-mariti, gli ex-fidanzati.
L’ 87% delle donne prese in carico dichiara di aver subito violenza psicologica (in aumento nel 2021 rispetto all’anno precedente); il 67% delle vittime dichiara di aver subito violenza fisica (dato leggermente in calo rispetto al 70% registrato nel 2020); frequenti sono anche la violenza economica (dichiarata dal 31% delle donne nel 2020 e dal 37% nel 2021) e lo stalking (19% nel 2020, 24% nel 2021).
Durante l’emergenza Covid sono state stanziate risorse straordinarie per quasi 900.000 euro dedicate ai Centri Anti Violenza e alle strutture di ospitalità per fronteggiare l’acuirsi delle criticità legate alla situazione
Per quanto riguarda le politiche di sostegno, Regione ha dedicato 415.000 euro al finanziamento di interventi per favorire l’autonomia delle donne vittime di violenza. Gli interventi sostanzialmente consistono in percorsi di accompagnamento all’inserimento lavorativo e di sostegno abitativo. Le risorse sono state poi integrate (in particolare per rafforzare gli interventi di empowerment lavorativo) raggiungendo un importo complessivo che supera il milione di euro .
Nel febbraio 2021 è stato avviato un progetto sperimentale, finanziato con 415.000 euro, che coinvolge ATS Brescia e diversi enti partner, dedicato ai minori (vittime di violenza o che assistano a violenza). Oltre a ciò, Regione Lombardia ha finanziato con circa 470.000 euro il sostegno agli orfani di femminicidio e crimini domestici (con un contributo una tantum di 5.000 euro ai minori entro i 26 anni di età)
Per lavorare sulla prevenzione, è stato inoltre approvato il progetto U.O.MO, un’ ulteriore misura sperimentale ( gestita dall’ATS Città Metropolitana di Milano) dedicata agli uomini autori di violenza.