“Nella mia odierna visita alle campagne della Lomellina ho avuto ulteriore conferma dalla viva voce degli agricoltori della criticità della situazione e del fatto che almeno il 60% del raccolto di riso rischia di andare perso e la qualità di quello salvato a sua volta non può essere assicurata sui livelli ottimali degli anni precedenti. Anche la situazione del mais nel Cremonese e nel Mantovano è molto difficile. Ora occorre perciò, accanto ad azioni per fronteggiare il tema della siccità che sarà sempre più strutturale anche nel prossimo futuro, mettere in campo ristori al comparto agricolo per mitigare il più possibile tale calamità”.
Lo ha dichiarato il Presidente della Commissione Agricoltura Ruggero Invernizzi (Forza Italia) che ha convocato in audizione i presidenti e i direttori di tutti i consorzi di irrigazione e bonifica lombardi unitamente al Direttore di ANBI Lombardia Gladys Lucchelli.
Sono intervenuti Francesco Tengattini (Consorzio dell’Oglio), Luigi Bertoli (Consorzio dell’Adda), Pierluigi Castiglioni e Doriana Bellani (Consorzio Ticino), Valeria Chinaglia (Consorzio Villoresi), Camillo Colli e Mario Fossati (Associazione Irrigazione Est Sesia), Carlo Angelo Vezzini e Paolo Micheletti (Naviglio Città di Cremona), Alessandro Bettoni (Consorzio Bonifica Dugali), Luca Milanesi (Consorzio Irrigazioni Cremonesi) e Guglielmo Belletti (Consorzio Bonifica Navarolo).
Grazie agli accordi tra Regione Lombardia, le autorità lacuali e i gestori idroelettrici, i Consorzi hanno garantito finora le portate minime per consentire il prelievo dell’acqua per usi irrigui. In talune situazioni (Consorzio Villoresi) vista la scarsità d’acqua si è dovuto ricorrere alla turnazione giornaliera tra Villoresi e Naviglio. I laghi hanno però raggiunto il livello minimo consentito (- 40 cm sotto lo zero igrometrico per il Lario e – 22 per Iseo) e il timore è che non sia più possibile assicurare le attuali portate già notevolmente ridotte per i prossimi 10 giorni quando inizierà il taglio della prima semina del mais. Si rischia dunque – hanno sottolineato tutti gli intervenuti – di vanificare gli sforzi fatti finora per salvare almeno una parte del raccolto. C’è preoccupazione in particolare per il prossimo fine settimana, dal momento che gli invasi idroelettrici solitamente il sabato e la domenica non producono energia elettrica e quindi non sversano acqua a valle.
“Per il futuro – è la raccomandazione di Gladys Lucchelli, Direttore ANBI – dovremo abituarci a inverni senza neve (quest’anno nel bacino del Po ne è caduta 1 miliardo di metri cubi in meno della media) ed estati siccitose. Occorre attivarsi subito in modo da non trovarsi impreparati l’anno prossimo: bisogna autorizzare la realizzazione di nuovi pozzi e opere di distribuzione, accelerare i lavori di impermeabilizzazione degli alvei dei canali, autorizzare la trasformazione delle cave dismesse in bacini di raccolta delle acque piovane, accelerare le opere di efficientamento dei metodi irrigui e delle reti di distribuzione.”