Chi lo ha vissuto, chi ne ha sentito parlare da genitori o nonni. Nel 1990 l’Italia ospitava i Mondiali di calcio e fu proprio lo Stadio milanese di San Siro, ampliato per l’occasione col terzo anello, a inaugurare il più prestigioso torneo calcistico con la cerimonia di apertura e la prima partita. Si respirava energia e ottimismo nelle notti magiche di “Italia 90”. L’Italia arrivò terza alle spalle della Germania Ovest (solo il 3 ottobre successivo la Germania si sarebbe riunificata definitivamente) e Argentina, ma fu ugualmente uno dei Mondiali più appassionanti.
La semifinale con l’Argentina si giocò il 3 luglio e l’Italia perse ai rigori dopo l’1-1 siglato da Schillaci e Caniggia.
Sono passati 32 anni e Claudio Bartolini, che all’epoca era solo un ragazzino, è la testimonianza che Italia 90, il cuore, lo ha fatto battere e lo fa battere ancora. Appassionato di collezionismo e già autore del libro “A Italia 90 avevo 8 anni”, da allora Claudio sta tentando di raccogliere tutti gli oggetti distribuiti con il logo “Italia 90” e la mascotte “Ciao”: da quelli più rari a quelli che non ti aspetteresti mai come per esempio gli stuzzicadenti, ultimi arrivati a destinazione.
Circa 1000 pezzi, ma potrebbero essere molti di più, alcuni davvero quasi introvabili che sono da una parte cimeli del mondiale e dall’altra esempi di vero e proprio modernariato. Un viaggio in quell’epoca, tra le mille cose che arredavano le nostre case e vivevano nelle nostre vite, una fotografia delle mode e dei prodotti di allora.
Oggi Claudio ha 40 anni e da 4 si è inventato una stanza tutta dedicata a quel Mondiale, ricordato tra le edizioni col maggior numero di gadget e souvenir della storia. Un piccolo locale di 25mq a Bresso, in provincia di Milano: “è un po’ un percorso terapeutico – ci spiega Claudio – dove continua a vivere quel ragazzino di 8 anni, eccitato dall’aspettativa del mondiale e rimasto deluso e ferito dal risultato finale dell’Italia. Carico di sogni e illusioni, nella mia mente perdere non era contemplato”.
Era un’Italia sommersa da chincaglierie di tutti i generi, oggetti fragili e anche inutili, un circo dove nessun marchio rinunciò a partecipare con entusiasmo. Una vera e propria gara: la Coca Cola uscì con la lattina marchiata Italia 90 e affiancò anche un concorso; l’azienda Burago lanciò il modellino della Ferrari Testarossa Italia 90; una nota marca di carburanti si inventò “i bomberini”, caricature dei giocatori del mondiale. Con Algida, che realizzò anche un borsone da palestra con sovraimpressa la mascotte “Ciao”, debuttò il “gelato ufficiale” del Mondiale, la Bomboniera.
Quando Claudio ci mostra il suo piccolo museo troviamo le zolle dei campi, le piastrelle delle città ospitanti che venivano appese nei ristoranti; la mascotte “Ciao” sottoforma di portachiavi, spille e adesivi. E ancora, cappellini, magliette, felpe, sciarpe e biglietti dello stadio, palloni, teli mare e costumi da bagno, poster e calendari delle partite, i fustini di un celebre detersivo, che insieme regalava le magliette Italia 90 e palloni cuciti a mano, il gioco del subbuteo ceduto dal suo amico d’infanzia Valerio col quale condivide questa passione. Tre macchine da scrivere azzurre Olivetti e una macchina fotografica Canon, loggate entrambe Italia 90, completano la collezione. Pezzi raccolti attraverso una rete internazionale di collezionisti e grazie a internet.
Il primo oggetto a debuttare nel locale ad hoc è stato il suo album delle figurine. Via via sono arrivati piatti, bicchieri, posate, asciugamani e capi di abbigliamento a dar vita a una vetrina vintage che ripercorre le “notti magiche a inseguire un goal”, come cantava l’inno dei mondiali che riecheggiava nelle auto, nei bar e lungo le spiagge.
Attratto dal passato e tornato col pensiero al presente, Claudio ci confessa che per il futuro ha un sogno nel cassetto, quello di creare una casa museo e aprirla al pubblico. “Immagino proprio una casa, dove ogni stanza venga arredata coi pezzi che ho a disposizione: la cucina la farei con scaffali e armadi contenenti piatti, posate e bottiglie di vino Italia 90; nel bagno metterei gli asciugamani loggati e per la lavanderia ho i fustini di detersivo del Mondiale”. Nuovi e mai aperti come li avesse comprati ieri al supermercato.
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