Eugenio Corti: il genio brianzolo che sfiorò il Nobel

Quando comunicarono a Eugenio Corti che il Premio Nobel per la Letteratura 2011 era andato a uno sconosciuto scrittore svedese, egli disse “A me basta che i ragazzi a scuola leggano i miei libri e sappiano cosa è successo nel XX secolo in Italia e nel mondo”. In questa frase c’è tutto il disincanto, la schiettezza e la concretezza brianzola del grande scrittore nato a Besana in Brianza nel 1921, figlio di una numerosa e cattolicissima famiglia di industriali tessili che negli anni ’50 dava lavoro a ben 1200 dipendenti.  

In realtà al Nobel Corti ci andò vicino davvero: in appoggio alla sua candidatura si mobilitarono i cittadini con un’imponente raccolta di firme e le istituzioni: anche il Consiglio regionale il 14 settembre 2010 votò all’unanimità una mozione di appoggio alla candidatura in cui tra l’altro si sosteneva, riferendosi al suo più famoso romanzo, che  “Il Cavallo rosso è probabilmente il più grande lavoro di narrativa cristiana pubblicata nel XX secolo in Italia. Esso non è soltanto un romanzo riguardante la guerra e la politica, ma è anche una saga di vita familiare dell’amore vero. Il grande protagonista di questo romanzo è la nostra Lombardia, la Regione del maggior romanziere italiano, Alessandro Manzoni, di cui Eugenio Corti è assolutamente un discepolo e sicuramente un fratello.”

“Il Cavallo rosso”, il suo capolavoro, è un romanzo storico sostanzialmente autobiografico ambientato a Nomana (pseudotoponimo per Besana, il suo paese natale) e racconta la saga familiare della famiglia Riva tra il 1940 e il 1974 passata attraverso la guerra, la ritirata del Don, la Resistenza, l’entusiasmo del Dopoguerra, la crisi del ‘68 e le inquietudini dell’Italia degli anni ‘70. Spirito forte e anticonformista, animato da una decisa vis polemica contro il comunismo sovietico, Corti si schierò apertamente contro la Legge Fortuna-Baslini che nel 1970 introdusse il divorzio e successivamente contro la Legge 194 sull’aborto. Il suo principale romanzo, il cui titolo è ispirato al cavallo dell’Apocalisse che simboleggia la guerra, fu pubblicato nel 1983 per i tipi della Ares Edizioni, diretta da Cesare Cavalleri che il 29 maggio prossimo sarà insignito del Premio Rosa Camuna, e conta ben 34 edizioni e decine di traduzioni nelle principali lingue del mondo.

Il Comune di Meda, in collaborazione con la Fondazione Costruiamo il Futuro, ha deciso di ricordare la multiforme figura di Eugenio Corti con la serie di eventi a partire da una conferenza che si terrà domenica 8 maggio alle 16.30 presso la Sala Civica Radio che vedrà protagonista Olena Fechyshyna dell’Università di Kharkiv (Ukr), vincitrice del Premio Internazionale Eugenio Corti 2021. Seguiranno una mostra e un recital basato su brani delle opere del romanziere brianzolo. Il Consiglio regionale ha concesso il patrocinio all’iniziativa per la sua coerenza con i principi che ispirano l’azione dell’ente regionale, in particolare nell’atto di concessione si richiama l’art. 2 dello Statuto di Regione Lombardia che recita “La Regione persegue, sulla base delle sue tradizioni cristiane e civili, il riconoscimento e la valorizzazione delle identità storiche, culturali e linguistiche presenti sul territorio.” Ed Eugenio Corti è certamente una delle testimonianze più insigni di questa identità.

Per info e prenotazioni consultare il sito del Comune di Meda www.comune.meda.mb.it