Parco del Curone: quando passione fa rima con scienza

Di sicuro, (purtroppo), non è una notizia che fermerà la lotta ai cambiamenti climatici. Ma è sicuramente un fatto incoraggiante, che ci rassicura sull’efficacia della protezione ambientale, sulla passione del volontariato e sulla forza sempre attiva della natura. Stiamo parlando di una scoperta fatta da una guardia ecologica volontaria, Milena Villa, tra i prati fioriti del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, piccolo gioiello a ridosso della metropoli milanese, che ospita più di 1000 specie di piante erbacee e legnose. Ecco, un giorno di fine estate, alcuni anni orsono, passeggiando per un campo la volontaria, che da anni si dedica alla ricerca e alla tutela della flora del parco, nota un fiore particolare. Giallo, dalle foglie un po’ pelose, ma di cui non ricorda esattamente alcuni particolari. E così, ricorrendo alla consulenza di alcuni esperti del Museo di storia naturale di Milano, e confrontando con il ricco archivio delle specie censite nel Parco (complessivamente: 1098, ma l’elenco è in continuo aggiornamento) ha un’intuizione: il fiore in questione assomiglia a una comune Pilosella, o Lingua di gatto, ma si potrebbe trattare di una nuova sottospecie. La conferma è venuta qualche settimana fa, grazie a uno studio accurato svolto da un professore dell’Università di Tubinga, Günter Gottschlich, che di mestiere fa il botanico, super specializzato nella ricerca e catalogazione della Pilosella. E’ lui a certificare che quella trovata nel parco lombardo è proprio una nuova sottospecie, che si caratterizza per la forma della parte marginale della foglia, “con denti simili a spine”. E così l’archivio si arricchisce di una nuova voce: Hieracium racemosum subspecie spinidentatum. Una novità che non deve appassionare solo gli scienziati ma, come ci ricorda la pagina dedicata alla Flora del Parco, “alcuni fiori sono rari e nascosti in anfratti imprevisti; occorre cercarli con attenzione, con l'entusiasmo e la curiosità dei bambini  (…),imparando a "guardare e non toccare" perché la natura è un patrimonio comune che solo il rispetto potrà conservare”.