Elezioni del Presidente della Repubblica: i precedenti

“Speriamo che non vada come quella di Leone eletto presidente della Repubblica solo al ventitreesimo scrutinio”. Lo aveva detto il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi chiacchierando con i giornalisti subito dopo l’elezione dei tre delegati regionali lombardi votati lo scorso 11 gennaio dall’Assemblea regionale. Un timore a cui l’attuale, apparente situazione di impasse per l’elezione del 13° Presidente della Repubblica italiana rischia di dare corpo.

In effetti spesso l’elezione del Capo dello Stato è stata lunga e sofferta. Solo in 3 casi su 12 (De Nicola nel 1948, Cossiga nel 1992 e Ciampi nel 2006) è avvenuta al primo scrutinio. In tutti gli altri casi si è dovuta attendere almeno la quarta votazione – quando come è noto il quorum passa da due terzi alla metà più uno – per conoscere il nome del nuovo inquilino del Quirinale. Le elezioni in assoluto più contrastate sono state quelle di Saragat (21 scrutini) e di Leone (23 scrutini). In quest’ultimo caso le operazioni di voto iniziarono il 9 dicembre 1971 e si conclusero solo il 24 dicembre, dopo ben 15 giorni. Leone peraltro fu il Presidente eletto con la più bassa percentuale (il 51,4%) e il primo alla cui elezione concorsero i rappresentanti delle regioni costituitesi nel 1970.

Complicate furono anche le elezioni di Pertini nel 1985 (16 scrutini) e di Scalfaro nel 1992 (anche in quel caso 16 votazioni). Meno combattuta ma anch’essa sul filo di lana l’elezione di Antonio Segni nel 1962 (9 votazioni) vittorioso con il 51,9% dei voti mentre Einaudi, Gronchi, Napolitano e Mattarella risultarono eletti alla quarta votazione. E questa volta come andrà? Mattarella fu eletto il 3 febbraio 2015, per evitare la prorogatio i Grandi Elettori hanno a disposizione ancora otto giorni.