Profughi, zingari, senzatetto oppure con tetto ma squattrinati, si direbbe disadattati, dimenticati, abbandonati, soli o a gruppi per tentare di tenersi un po’ su e di passare la nottata, nel senso di tirare a campare. I protagonisti del volume firmato da Silvestro Pascarella, giornalista della Prealpina, e dal fotografo Davide Caforio sono le persone scomode, coloro che teniamo ai margini di una società fondata sul consumismo. Qualcuno di loro ha scelto di proposito di vivere così (almeno apparentemente), ma la maggior parte si è infilata in situazioni e storie che, appunto, preferiremmo non conoscere. E invece qui ci vengono spiattellate, come un pugno nello stomaco, in pagine che, scrive don Antonio Mazzi nella prefazione, “non devono essere sfogliate in fretta” perché piuttosto chiedono di lasciarsi provocare e interrogare. Ci troviamo di fronte a vite particolari ma soprattutto a uomini. E infatti “Ecco l’uomo” è il titolo del lavoro, un percorso tra sgomberi, baracche, capannoni abbandonati, rifiuti, sporcizia, tutto rigorosamente incistato nelle pieghe più o meno nascoste del ricco e laborioso Altomilanese. Un titolo completamente in stampatello alto, per cui prendiamo noi la libertà di riformularlo in “Ecco l’Uomo”, con la maiuscola che rimanda a Gesù Cristo, il cui volto dovrebbe, a uno sguardo attento e buono, comparire nel fondo delle carni sudicie e degli occhi smarriti di un’umanità senza cittadinanza. Le fotografie, corredate da testi che possiamo ritenere lunghe didascalie, risalgono agli anni 2018-19 e ripropongono in parte anche fatti finiti in cronaca e di cui ora non si parla più. Soppiantato dal Covid nell’immaginario collettivo della paura e del fastidio, il popolo degli emarginati sembra non trovare più spazio sui media. Eppure ogni giorno lo vediamo, sotto i porticati delle città, accanto o dentro le stazioni, intento con stracci e cartoni a sfidare il freddo dell’inverno. Donne e uomini che la pandemia ha reso più numerosi perché, come spiega Istat, le famiglie in povertà assoluta sono diventate più di due milioni e dal 2019 questo dato è in forte crescita e riguarda sempre di più anche cittadini italiani, i giovani e le donne. Quasi a sorpresa le ultime fotografie sono dedicate a quei luoghi che, come aghi in pagliai enormi trasformati in città, possiamo individuare a fatica, sommersi come sono dalle luci della vita "normale". Isole che lanciano un messaggio di speranza affidato a volontari dal cuore d’oro: chiunque può essere recuperato, cambiare vita, costruire ponti verso gli altri.
I proventi della vendita del libro vengono destinati all’opera Exodus di don Mazzi.