Pizze speciali da pizzaioli speciali: la ricetta è nutrire sogni e inclusione

Alessandro e Matteo sono i pizzaioli. Lollo, Francesco, Leonardo e Lorenzo portano le pizze al tavolo. Gabriele è invece il maitre di sala.
Sono solo alcuni dei ragazzi di PizzAut, prima che una pizzeria un laboratorio di inclusione sociale e un modello che offre lavoro, formazione e dignità a persone fragili. L’idea di portare nel mondo del lavoro giovani malati di autismo è venuta a Nico Acampora, dal 1993 educatore presso i servizi per la disabilità e attualmente assessore alle Politiche giovanili del Comune di Cernusco sul Naviglio.
La pizzeria dove “si mangia bene facendo del bene” si trova a Cassina dei Pecchi in provincia di Milano e su 12 persone impiegate, tra cuochi, pizzaioli e camerieri, 10 sono affette da autismo. A breve una nuova pizzeria-laboratorio aprirà a Monza (su 24 posti di lavoro, 20 saranno riservati ai portatori di questo disturbo) ma l’obiettivo è di debuttare con un franchising che veda al suo interno persone diversamente abili: la prima catena di ristorazione sociale in Italia.
Dopo aver portato l’attenzione sul tema dell’autismo in tutto il Paese grazie anche alle loro trasferte, partecipazioni televisive e serate benefiche, il 7 dicembre scorso i ragazzi “aut” hanno anche ricevuto l’Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano, onorificenza consegnata ai cittadini che danno lustro alla città.
Dalla pizza speciale “DPCM” dedicata al periodo di pandemia alle pizze “Gourmaut” come la “Fiori d’arancio” o la “Normaloide” passando dalle specialità fritte come i fiori di zucca e le crocchette di pollo. E se non basta ci sono gli antipasti e i dolci: il loro panettone, con l’avvicinarsi del Natale, è anche prenotabile sul sito, ritirandolo in sede o ricevendolo comodamente a casa (https://www.pizzaut.it/).
L’idea di “nutrire l’inclusione sociale e lavorativa di persone fragili” nasce nel 2017 ma il locale, che avrebbe dovuto aprire nel 2020, è stato inaugurato solo nel 2021 a causa del Covid: il primo di maggio il progetto è diventato una realtà sostenuta dalle famiglie dei ragazzi, da aziende, privati e amici.
In Italia sono oltre 600 mila le famiglie che hanno a che fare con l’autismo e in Lombardia il Comitato “Uniti per l’Autismo”, costituito da 35 associazioni di genitori e da migliaia di famiglie del territorio lombardo, stima che circa 100 mila cittadini vivano nello spettro autistico. Nell’ottobre scorso la Regione ha lanciato un segnale forte con l’approvazione del Piano regionale Autismo che ha tre obiettivi importanti: descrivere in modo approfondito quanto attuato in questi anni; realizzare una rete integrata e interdisciplinare che faciliti l’individuazione precoce delle persone a rischio, supporti i percorsi di diagnosi e garantisca in modo sostenibile la cura, l’abilitazione e riabilitazione; stabilire obiettivi precisi ed azioni prioritarie. Grandi aspettative vengono inoltre riposte dalle famiglie e dalle associazioni del territorio nell’emendamento al decreto fiscale approvato in Senato dalle Commissioni Finanze e Lavoro, ispirato proprio all’esperienza di Cassina dei Pecchi e che assicura benefici fiscali e contributivi alle startup che assumeranno persone colpite da autismo.