Sono trascorsi 54 anni da quel 15 ottobre del 1967 quando improvvisamente, nel mezzo di un tipico pomeriggio autunnale, con gli avventori dei bar impegnati a commentare gli esiti della giornata calcistica, il mondo del calcio venne scosso da una terribile notizia. Gigi Meroni, la "farfalla granata", era stato travolto da un'auto e stava per morire, cosa che avvenne in serata dopo gli inutili e disperati tentativi di salvarlo da parte dei sanitari. Gigi aveva soltanto 24 anni. Nato a Como il 24 febbraio del 1943, era considerato una delle più promettenti figure del panorama calcistico italiano e veniva avvicinato per caratteristiche tecniche, ma anche e soprattutto per alcuni stravaganti comportamenti, a George Best, mitica ala che spopolava in Inghilterra e in Europa.
Poche ore prima il Torino, la sua squadra, aveva vinto la sfida casalinga con la Sampdoria per 4 reti a 2, Gigi e il suo grande amico e compagno di squadra Fabrizio Poletti volevano andare a casa a vedere la Domenica Sportiva. Cristiana, la compagna di Gigi, era da amici e lui non aveva le chiavi, Gigi e Fabrizio, allora, entrano nel bar Zambon, al civico 46 di corso Re Umberto, per telefonarle. Usciti dal bar, percorrono la prima metà della carreggiata fermandosi in mezzo alla strada, aspettano il momento buono per completare l'attraversamento. Ad un tratto vedono sopraggiungere un'automobile e si sporgono indietro per evitarla ma vengono investiti da una Fiat 124 Sport Coupé proveniente dalla direzione opposta. Poletti viene colpito di striscio mentre Meroni, investito alla gamba sinistra, dall’impatto, viene sbalzato in aria cadendo a terra nella corsia opposta dove sta sopraggiungendo una Lancia Appia che lo travolge centrandolo in pieno e trascinandone il corpo per oltre 50 metri. Il traffico in zona è in tilt, così, viene trasportato all'ospedale Mauriziano da un passante, dove, giuntovi con fratture alle gambe, al bacino e con un grave trauma cranico, morì poche ore dopo, alle 22:40. L’ironia della sorte volle che ad investirlo fosse l’auto guidata da Tilly Romero che nel 2000 sarebbe diventato il Presidente del Torino Football Club.
Ai suoi funerali parteciparono oltre 20.000 persone e al lutto vollero partecipare anche i detenuti del carcere “Le Nuove“ di Torino che fecero una colletta per inviare dei fiori.
La settimana seguente la sua scomparsa si giocò il derby di Torino e in quell’occasione, nel silenzio delle tifoserie, un elicottero sorvolò la fascia destra del campo, dove Meroni era solito giocare, e la inondò di fiori.
Orfano di padre dalla tenera età di 2 anni, Gigi, cominciò a giocare nel piccolo cortile sotto casa per poi passare al campo dell’oratorio di San Bartolomeo. Viste le difficoltà economiche familiari lavorò anche come disegnatore di cravatte di seta e si dilettò nella pittura. Cresciuto nelle formazioni giovanili del Como, dopo l’esordio in serie B e due anni di militanza in prima squadra, nel 1962 venne acquistato dal Genoa dove, grazie alle sue serpentine e ai suoi gol, si impose definitivamente nel panorama calcistico nazionale. Nel 1964, nonostante le vibranti proteste dei sostenitori del Genoa, venne ceduto al Torino di Nereo Rocco alla cifra record, per l’epoca, di 300 milioni di lire. Per il suo stile di gioco e di vita anticonformista fu soprannominato “La Farfalla” (tra i fatti che fecero scalpore ricordiamo la convivenza con una donna separata e il vezzo di andare a passeggio con una gallina al guinzaglio). Venne corteggiato anche dalla Juventus che per acquistarlo dal Torino offrì la bellezza di 500 milioni di lire subito e 50 milioni all’anno per 5 anni ma l’affare non andò in porto. I tifosi granata e gran parte dei lavoratori della FIAT, di proprietà della famiglia Agnelli, infatti, sentite le prime voci di mercato, andarono su tutte le furie inscenando manifestazioni di protesta tali da indurre il Presidente del Torino, Orfeo Pianelli, e Il Presidente della Juventus Gianni Agnelli a rinunciare all’affare.
Famoso anche per aver interrotto l’imbattibilità casalinga dell’Inter di Helenio Herrera, dopo tre anni di risultati utili a S. Siro nel 1967 dopo uno dei suoi mitici slalom con un pallonetto che si insaccò all’incrocio dei pali della porta nerazzurra.
La prima convocazione in Nazionale risale al 1965 in una gara di qualificazione giocata contro la Polonia.
Gigi Meroni, calciatore amato da tutti i tifosi di calcio, al quale sono già stati dedicati vari Libri (tra cui La Farfalla granata di Nando dalla Chiesa) e ricordato in diverse canzoni, come “Chi si ricorda di Gigi Meroni?” degli Yo Yo Mundi e “Gigi Meroni” di Filippo Andreani, è stato ricordato anche dal Torneo di Calcio “Gigi nel cuore” giunto, quest’anno, alla sua 14° edizione, organizzato per le squadre giovanili, con bambini fino ai dodici anni di età, appartenenti alle principali società di calcio della provincia di Como dall’Associazione Libertas San Bartolomeo ASD di Como e patrocinato dal Consiglio regionale della Lombardia.