Tredicesima cartolina dantesca. Il mittente è Dante Alighieri. Questo il messaggio: "L'amor che move il sole e l'altre stelle (Pd., XXXIII, v. 145
Sono gli ultimi, dolcissimi versi con cui si conclude la Divina Commedia, la grande epopea amorosa di Dante: dall’amore terrestre per Beatrice a salire, fino a contemplare la fonte stessa dell’Amore, che per Dante coincide con Dio. L’amore quindi, tema centrale. Secondo quanto riportato dall’Enciclopedia dantesca Treccani, la parola ricorre nell'Inferno 19 volte (di cui ben 7 nel canto degli amanti malatestiani), nel Purgatorio 50, nel Paradiso 85, verso accezioni spirituali e mistiche, fino a identificare Dio con amore. Un crescendo che termina per Dante solo quando la sua volontà e il suo desiderio vengono a coincidere con il movimento stesso dell’universo, col sole e con le stelle, moto che ha la sua origine in colui che muove in quanto amato.
Un gioco di rimandi – amore, stelle, sole/Dio – che in Lombardia trova curiose accezioni, seppur lontane dal sofisticato pensiero che soggiace alla poesia dantesca.
Quale è la città più romantica di Lombardia? Tra le tante mète suggestive, non si può certo ignorare la fama internazionale di Como, la capitale lombarda dei matrimoni. Un vero e proprio business quello del turismo matrimoniale sul Lario che, dopo la battuta d’arresto nel 2020 causa Covid, adesso è ripartito alla grande. Villa Balbianello, Villa Olmo e Villa Erba, sono le location più gettonate da vip e ospiti internazionali che lì celebrano le loro nozze da mille e una notte. Nella Villa di Lenno vennero girate le scene dell'episodio II "Star Wars: l'attacco dei droni", nel momento in cui Anak9n Skywalker prende in moglie Padmé Amidale, sul pianeta Naboo.
Romanticismo che si trova in uno dei capolavori assoluti del Rinascimento, la suggestiva Camera degli sposi, o Camera Picta, di Palazzo Ducale di Mantova, opera di Andrea Mantegna. Un affresco carico di storia e di riferimenti mitologici, da molti conosciuti per il tondo centrale, la finta cupola aperta sul blu del cielo con il tenero trionfo di putti birichini.
Meno noti, forse, i riferimenti all’astronomia che in Lombardia vanta tradizioni e leggende. Come ad esempio, nel caso delle suggestive piramidi di Montevecchia, in Valcurone, nel Lecchese. Scoperte nel 2001, grazie a un’osservazione satellitare, le tre colline a gradoni, inclinate di 44 gradi e alte 40-50 metri, ricordano le piramidi egizie e hanno lo stesso orientamento astronomico delle piramidi della Piana di Giza. Secondo le ultime ricerche, si tratterebbe proprio di un antico siti astronomico e sacrale, risalente ai Celti (500 a.C.). Una struttura che può essere avvicinata alla Rotonda di Ghisalba, antico luogo del territorio bergamasco, uno dei pochi siti in cui si celebrava il rito del battesimo. Il nome potrebbe derivare infatti da ”ecclesia alba”, ovvero dalle candide vesti dei battezzandi. Il suo progettista fu un architetto molto noto, il marchese milanese Luigi Cagnola, e venne eretta probabilmente riutilizzando un edificio di culto precedente. La struttura è circolare a tre ordini sovrapposti e domina tutta la piazza del paese, con riferimenti astronomici ancora da approfondire. Stessa aurea di misero circonda la chiesa di San Tomé, ad Almenno San Bartolomeo (BG). Una struttura che segue una geometria astronomica ben precisa, che ha tenuto conto della posizione di sole, luna e stelle nel suo orientamento e nella collocazione delle monofore, delle porte, e dello scenario naturale in cui si trova. Tra le ipotesti avanzate quella che avvicina l’antico edificio a un tempio cosmico e alle costruzioni circolari dei Templari. La stessa forma che si trova nel bresciano dove, in cima al monte Cavallo, in prossimità di una collina boschiva, sorge il Sercòl di Nuvolera. Tradotta dal dialetto bresciano, la parola “Sercòl” significa circolo: formato da rocce dal colore biancastro, diverse da quelle presenti sia sulla collina che nel territorio circostante, tali pietre formano un vero e proprio cerchio dalle dimensioni enormi: 42 metri di diametro per una profondità di 2. Tra le tante ipotesi nate attorno a questa singolare costruzione, quella che ritiene si possa trattare di un punto di osservazione della volta celeste.
Riferimenti astronomici sono invece chiaramente identificabili nell’orologio del Torrazzo di Cremona, l'orologio astronomico più grande del mondo. Costruito da Francesco e Giovan Battista Divizioli (padre e figlio) tra il 1583 e il 1588, il manufatto rappresenta la volta celeste con le costellazioni zodiacali, attraversate dell'incessante moto apparente del Sole e della Luna, che da millenni scandiscono lo scorrere del tempo.
Ha valenza scientifica, invece la Torre del Sole, parco astronomico tra i più completi d'Italia, di Brembate di Sopra, a pochi chilometri da Bergamo. La struttura della torre è stata ricavata utilizzando il pozzo verticale e ospita il laboratorio eliofisico.
Uno studio che affonda le sue origini in antichi riti, come testimoniato dalla Grotta di Angera (VA), detta anche Tana del Lupo. In essa sono stati ritrovati importanti reperti del Mesolitico, risalenti a circa settemila anni prima di Cristo, e che in età romana, dal II sec. d.c. in poi, venne adibita al culto del dio persiano Mitra. Dio guerriero, strettamente legato al sole e forse proprio per questo venerato negli antri della terra, Mitra, il cui nome significa “amico”, rappresenta il giorno con la sua luce e con esso l’aspetto benevolo della divinità.
E proprio all’astro più grande della nostra galassia è dedicata, nell’abside orientale del Duomo di Milano, quella che è considerata tra le più grandi finestre gotiche del mondo. Nella raffigurazione della Trinità, una raggera fiammante – segno araldico del Visconti – il Cristo è raffigurato non come una persona umana ma come un sole fiammeggiante di pietra, riprendendo la millenaria identificazione di Cristo col "sole nascente " detto appunto "Oriente". Per questo, le basiliche cristiane venivano spesso orientate a Est, confermando che nei primi secoli il culto di Cristo era ancora indistinguibile dal culto del Sole nascente. E proprio in un’altra antichissima basilica milanese, San Lorenzo Maggiore, si trova la rappresentazione di Cristo Sol Invictus, raffigurato in un mosaico della Cappella di sant’Aquilino, Cristo sul carro solare.
L'utilizzo del sole come simbolo cristologico è durato nei secoli sino a oggi. Il monogramma IHS, trascrizione latina dell'abbreviazione del nome greco di Gesù – Iesus Hominum Salvator – sormontato da una croce e posto dentro una razza fiammante è uno dei più comuni cristogrammi, ripreso come simbolo della Compagna di Gesù, istituto religioso maschile di diritto pontificio fondato da Ignazio di Loyola, cui apparteneva anche il Cardinal Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002.