Sul tetto del mondo con Walter Bonatti: in tv la vita del grande scalatore

Il 13 settembre 2011 moriva a 81 anni Walter Bonatti, alpinista, esploratore, giornalista, fotoreporter. Nato a Bergamo nel 1930, l’amore per la roccia nasce nel 1948 con le prime arrampicate nelle Alpi Orobie e la salita al Campaniletto nel gruppo delle Grigne. In pochi mesi affina la sua tecnica e con il servizio militare, arruolato tra gli alpini, diventa uno scalatore esperto e un rocciatore formidabile.
Le sue imprese sono numerose e significative: salite in cordata oppure in solitaria, in estate e in inverno. Tra le più faticose e storiche la partecipazione nel 1954 alla spedizione extraeuropea, sostenuta dal CAI e dal CNR e guidata da Ardito Desio: la conquista del K2 ancora inviolato. Fino a qui il Bonatti scalatore. Poi c’è l’uomo e la sua vita privata. La sua vicenda umana e il suo amore per l’attrice Rossana Podestà saranno svelati in una fiction che andrà in onda alla vigilia del decennale della morte dell’alpinista, il 12 settembre, su Rai1.

Diretto da Stefano Vicario, figlio della Podestà col regista Marco Vicario, e prodotto da Stand By Me insieme a Rai Fiction film-tv, il racconto parte dal loro primo incontro a Roma nel 1980, la loro camminata tra i Fori Imperiali, il loro amore nato quasi per scherzo. In un’intervista la Podestà, separata e madre di due figli, dichiara che il suo sogno sarebbe stato ritrovarsi su un’isola deserta con lo scalatore. E lui, l’uomo solitario a tratti duro, come viene descritto da chi l’ha conosciuto, che dopo aver letto l’articolo, le manda una lettera proponendole di incontrarsi.
Una storia che ha i contorni di una favola, di una sceneggiatura cinematografica che invece è realtà, oggi incorniciata in una fiction “Sul tetto del mondo- Walter Bonatti e Rossana Podestà” che ripercorre i momenti pubblici e privati attraverso le testimonianze raccolte, passando attraverso la narrazione della conquista della vetta del K2, con le polemiche che ne seguirono e la battaglia giornalistica e giudiziaria che Bonatti dovette affrontare. Ci vollero 50 anni per affermare definitivamente la sua versione dei fatti, ossia il riconoscimento del suo fondamentale contributo nella fase conclusiva delle operazioni: insieme al portatore Amir Mahdi trasportò le bombole d’ossigeno necessarie ad Achille Compagnoni e Lino Lacedelli per raggiungere la cima, spazzando via i sospetti e l’accusa di aver utilizzato per sé l’ossigeno.
A metà tra il documentario e la fiction: i materiali di repertorio (le riprese della Cineteca del Cai e quelle del Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi – Cai Torino, le interviste ad amici ed esperti di alpinismo) si mescolano e alla parte di fiction interpretata da Nicole Grimaudo e Alessio Boni nel ruolo dei protagonisti.

Ma a ricordare il celebre alpinista non c’è solo la fiction di Rai1. Il 28 agosto è uscito il film “Fratelli si diventa. Omaggio a Walter Bonatti, l’uomo del Monte Bianco” firmato da Alessandro Filippini e Fredo Valla e che ha visto la partecipazione di Reinhold Messner. Proiettato in anteprima mondiale a Courmayeur, Messner compone il ritratto di Walter Bonatti raccontando i loro incontri, le loro conversazioni, i loro progetti su nuove ascensioni verso vette inesplorate e sull’alpinismo. Un inedito coinvolgente proiettato proprio nella cornice del Monte Bianco, dove Bonatti tornava ogni volta per ricaricarsi e prepararsi per una nuova avventura perché come amava ripetere come un mantraChi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna