Napoleone, Milano e l‘Osservatorio di Brera

Nel periodo della dominazione francese in Lombardia (1796-1815), l’Osservatorio era la principale istituzione scientifica di Milano, non solo per l’attività in campo astronomico ma anche per gli importanti servizi che forniva alla città (determinazione del tempo e diffusione del segnale orario, campagne di longitudine e di rilevamento topografico, meteorologia). Nel maggio 1796, Napoleone entra vittorioso a Milano dopo una guerra-lampo contro gli austriaci. All’epoca il giovane generale aveva avuto ordine dal governo rivoluzionario di contattare tutti i personaggi importanti della città, in particolare gli scienziati, per convincerli a sostenere il nuovo regime. Una delle prime persone che incontrò fu Barnaba Oriani, allora astronomo di spicco a Brera che sul momento si mostrò alquanto riservato verso il generale. Napoleone Bonaparte non rimase insensibile davanti alla scienza e proprio agli astronomi di Brera affidò il compito di aggiornare la carta geografica della Repubblica Cisalpina (1803-1805). Nonostante il primo esordio burrascoso creatosi tra Napoleone e Oriani, i due riuscirono a stabilire un clima di stima e rispetto. Napoleone apprezzava le qualità morali e scientifiche di Oriani che successivamente insignì di titoli onorifici e a cui affidò diversi incarichi importanti come la presidenza della commissione per l’introduzione del sistema metrico decimale e la supervisione della riforma degli ordinamenti delle università di Pavia e di Bologna. Un segno di questo apprezzamento è anche l’orologio che Napoleone donò: un pendolo Arnold di grande valore che rimase lo strumento più preciso in dotazione all’Osservatorio fino agli inizi del XX secolo. Oggi, l’Osservatorio conta un prezioso archivio storico e due grandi biblioteche con oltre 30 mila libri. Il corridoio di accesso all’Osservatorio ospita il Museo Astronomico con l’esposizione permanente di antichi strumenti astronomici.