Morto Francesco Magni, la Brianza dice addio al suo menestrello

“Ha saputo cantare la nostra terra brianzola con temi della tradizione ma anche di grande attualità. E’ stato un vero precursore, denunciando già dagli anni ’70 i pericoli a cui andavamo incontro con l’urbanizzazione e la rinuncia alla campagna e ai suoi valori. Il suo messaggio controcorrente si afferma ancora oggi con forza, così come la riscoperta delle lingue locali, immenso scrigno di cultura e di umanità”. Questo il cordoglio del Consigliere regionale Alessandro Corbetta (Lega) per la scomparsa del cantautore Francesco Magni, scomparso ieri a Briosco. Lo chansonnier  o menestrello della Brianza, come è stato definito, aveva 71 anni. Nella sua carriera ha collaborato con Nanni Svampa, con Moni Ovadia, con i Matia Bazar e nel frattempo ha continuato a suonare, comporre, e insegnare musica ai bambini delle elementari. Nel 1980 aveva partecipato al Festival di Sanremo, con Voglio l'erba voglio, aggiudicandosi il Premio della critica. Lo scorso novembre aveva ricevuto da Regione Lombardia il premio Rosa Camuna, proprio su proposta di Corbetta. “Cantautore ironico e profondo conoscitore dell'animo umano – questa la motivazione -. Con la sua produzione artistica e le sue composizioni in dialetto ha saputo raccontare e farci amare le storie popolari e i personaggi della amata Brianza”. Il suo ultimo album  Maramao… non era morto era uscito a dicembre. “Ora tocca a noi – ha fatto sapere Corbetta – il compito di portare avanti il suo nome, tramandarlo, farlo conoscere alle giovani generazioni perché Francesco Magni è e resta la Brianza e chi la vuole comprendere non può prescindere dalle opere di Magni”.