Covid seconda ondata, la situazione delle Carceri in Lombardia

Lo scorso marzo, nella prima fase dell’emergenza sanitaria, il Carcere di San Vittore ha allestito un reparto Covid in grado di accogliere i propri detenuti positivi e con sintomi e quelli provenienti da altri Istituti lombardi”, ha dichiarato Carlo Lio, Difensore Regionale e Garante dei Detenuti in Consiglio Regionale, intervistato oggi da Radio Marconi.

L’azione preventiva e di isolamento dei contagi con la realizzazione di un reparto Covid, collaudato da San Vittore ad inizio pandemia -ha proseguito Carlo Lio nell’intervista–  è stato un intervento coraggioso ed efficace e ha permesso di non allargare la zona contagio di provenienza. Per affrontare la seconda ondata, sono due i centri Covid all’interno degli Istituti penitenziari, San Vittore e Carcere di Bollate. Qui vengono indirizzati i detenuti positivi da tutti i distretti lombardi che non necessitano di ricoveri ospedalieri" .

In base ai dati inviati dal PRAP (Provveditorato Regioanle Amministrazione Penitenziaria) al Garante dei Detenuti del Consiglio regionale, Carlo Lio, i detenuti positivi nelle carceri lombarde sono 131. Di questi, 82 si trovano nel centro Covid di San Vittore e 45 in quello di Bollate. Ci sono poi due detenuti nel carcere di Voghera e due in quello di Pavia positivi ma senza sintomi e in isolamento. Si segnala, inoltre, che i centri Covid all’interno degli Istituti penitenziari sono stati attivati anche per evitare l’ospedalizzazione e che qui arrivano i detenuti con sintomi che necessitano di cure.

 

"E se nella prima fase abbiamo assistito ad alcuni  momenti di alta tensione e di ribellione poi risolti, in alcuni Istituti come quelli di Monza, Opera e Busto Arsizio, i detenuti si sono auto responsabilizzati aumentando la cura dell’igiene personale e del rispetto del distanziamento, laddove possibile. Non solo, in alcuni istituti sono state avviate iniziative di sostegno alla società. Tra queste ricordo la raccolta fondi di detenuti e poliziotti del carcere di Busto Arsizio volta a regalare ai degenti in terapia intensiva i tablet per parlare con i familiari oltre a materiale didattico e giochi per il reparto di pediatria dell’Ospedale cittadino. I detenuti del Carcere di Bollate si sono autotassati raccogliendo circa 1500 euro da donare alla Protezione Civile Nazionale e alcuni nel Carcere di Monza si sono offerti per donare il sangue. C’è stato un grande senso di responsabilità che ha coinvolto le direzioni, la polizia e i singoli distretti. Nell’affrontare questa seconda ondata temo che, come nella prima fase, possano essere sospesi i colloqui con i familiari e il lavoro dei volontari all’interno delle carceri”.

“Da ogni guerra, da ogni difficoltà –ha concluso il Garante dei Detenuti- nasce un insegnamento. Mi auguro che alla fine di questa drammatica situazione la politica, le Istituzioni e la Magistratura si rendano conto che il carcere, così com’è strutturato oggi, non ha le condizioni per poter riabilitare le persone e che dobbiamo immaginare pene diverse e alternative alla detenzione”