Motociclismo in lutto, Ubbiali la storica “volpe” ci lascia all’ultimo giro della sua vita

Carlo Ubbiali (1930- 2020), “la volpe” del motociclismo nazionale e mondiale, non sfugge più. A Bergamo, nell’ultima curva della sua vita, è stato raggiunto ieri 2 giugno alla sopraggiunta età di 90 anni compiuti lo scorso 22 settembre.

Un gigante orobico del motociclismo internazionale, vincitore di 9 titoli mondiali (6 nelle moto di cilindrata 125 e 3 in quella delle 250 di cilindrata) e di 8 italiani, sempre in sella alla sua MV Agusta, la moto tanto cara anche al pluricampione mondiale Giacomo Agostini, altra nostra leggenda del motociclismo formatosi all’ombra di Carlo, proprio da ragazzo come pilota di bravura internazionale lesto a “cogliere” segreti, tecnica e strategie di gara del motociclismo dell’epoca. “Ho un grande ricordo di Ubbiali – racconta Agostini. Avevo 10 anni quando vinceva tutto e sognavo di diventare come lui un giorno. E' stato per me un esempio, un incentivo e una fonte d'ispirazione. Lui correva con la testa, da grande campione, con intelligenza e furbizia. All'epoca si vedeva poco in tv e io leggevo le sue imprese sui giornali. Lo descrivevano come se fosse un tutt'uno con la moto. Siamo accomunati dalla MV Agusta; quando ingaggiarono me chiesero informazioni sul mio conto a lui".

Carlo Ubbiali, infatti, negli anni ’50 era il motociclista italiano più amato e seguito, vincitore di 39 gare su 74 disputate. Il 16 dicembre scorso gli era stato assegnato dal Coni il Collare d’oro al merito sportivo, la più alta onorificenza.

Con i suoi 9 titoli mondiali conquistati, è stato uno dei tre piloti italiani più vincenti di tutti i tempi in pista. Come lui solo Valentino Rossi (9 titoli mondiali) e il grandissimo Giacomo Agostini (15 titoli mondiali). La differenza sostanziale è che Ubbiali si cimentava in un’epoca motociclistica in cui le tragedie, per piloti e spettatori, sovente si trasformavano in cronaca, complici misure di sicurezza inesistenti e protezioni personali quasi nulle.

Oltre alle gare del Mondiale, negli anni Cinquanta esistevano anche competizioni leggendarie come la Milano-Taranto, gara su strada in tappa unica di 1.300 km: Ubbiali vi partecipò nel 1950, tagliando per primo il traguardo con una Mondial 125 in meno di 13 ore ma poi fu squalificato per essere stato spinto, contro la sua volontà, nell’ultimo chilometro quando il motore si spense da solo … come ieri si è spento anche lui tra l’affetto dei suoi cari, giornalisti e appassionati di motociclismo non solo italiani.