“O mia bela Madunina.. che te brillet de lontan, tuta d’ora e piscinina ti te dominet Milan”. Inizia così la nota canzone popolare-dialettale composta in parole e musica dal Maestro Giovanni D'Anzi nel 1934 e diventata nel tempo simbolo del capoluogo lombardo dedicato alla Madonnina. Da 246 anni la Madonnina del Duomo, a 108,50 metri di altezza, veglia sui milanesi e sulla città. Rivestita d’oro, già dal dicembre del 1774 la si poteva ammirare sulla grande guglia realizzata il 21 giugno 1762 dall’architetto della Veneranda Fabbrica del Duomo Francesco Croce. La statua dell’Assunta, nel 1769 opera dello scultore Giuseppe Perego, è alta 4,16 metri e rivestita da 6750 fogli d’oro zecchino. A battere le lastre di rame sul modello in legno fu l’orefice Giuseppe Bini. La doratura, su consiglio del pittore Anton Raphael Mengs, comportò l’utilizzo di 156 libretti, ciascuno di 2 fogli d’oro zecchino.
Nell’agosto del 1939, alla vigilia del secondo conflitto mondiale per evitare di fornire un facile bersaglio ai cacciabombardieri, la Madonnina fu avvolta in un panno grigioverde e così rimase dormiente fino al 6 maggio 1945 quando il panno venne slegato con un rito solenne a opera dell’allora arcivescovo di Milano Cardinale Idelfonso Schuster (1880-1954). Durante il periodo del Regime era stata approvata una legge in cui si proibiva che in città venissero costruiti edifici di altezza superiore a quella della Madonnina. Quindi, i fatidici 108,50 metri divennero il limite massimo per le nuove costruzioni. Dopo la guerra, la legge fascista perse ogni valore ma rimase per parecchi anni come patto non scritto tra Comune e Curia. Tutti i nuovi grattacieli di Milano si fermarono così al di sotto dell’altezza della Madonnina.
Anche la Torre Branca di 108 metri altezza (ex Torre Littoria) realizzata al Parco Sempione nel 1933 dall’architetto Gio Ponti in occasione della V mostra Triennale e il capolavoro dell’architettura post-razionalista brutalista Torre Velasca di 106 metri d’altezza, realizzata tra il 1955-1957 da un pool di architetti tra i quali Enrico Peressutti, dovettero arrestare il loro slancio urbanistico a pochi metri dalla Madonnina.
Sotto un certo aspetto, questo rito-intesa tra la Madonnina e Milano venne in parte infranto nell’aprile del 1960 quando Casa Pirelli inaugurò il mitico Grattacielo Pirelli che progettato dall’architetto Gio Ponti era alto 127 metri (31 piani fuoriterra). Nonostante l’assenza di un impedimento normativo, la famiglia Pirelli dovette sostenere una lunga trattativa con la Curia milanese per superare il limite non scritto della Madonnina. Fu così allora che il futuro Papa Paolo VI, Cardinale Antonio Maria Montini (1897-1978) consigliò che la Madonnina restasse nel punto più alto della città e nel 1960, senza cerimonie pubbliche, sul tetto del Pirellone venne posta una copia alta 85 centimetri della celebre statua. Alla fine l’accordo si trovò ma la notizia venne tenuta segreta ai milanesi che solo negli anni novanta vennero a sapere della presenza di una seconda Madonnina; record che restò imbattuto fino al 2010, superato solo dal nuovo grattacielo Palazzo Lombardia, sede istituzionale della Giunta regionale della Lombardia che supera i 161 metri. Ancora una volta il rito si è ripetuto il 31 Gennaio 2010 quando l’allora Arcivescovo emerito di Milano Cardinale Dionigi Tettamanzi (1934-2017) aveva benedetto una copia della Madonnina posta sul Belvedere del Nuovo Palazzo della Regione. Posizionare una copia della Madonnina sul punto più alto della città è ormai tradizione consolidata. Anche all’inaugurazione del nuovo edificio più alto d’Italia, la Torre Isozaki a City Life, sul suo tetto a 210 metri di altezza è stata posta una nuova statua della Madonnina. Questo è il comune sentimento della città che unisce i riti legati alla religione e alla sfera del sacro ma anche alla realtà politico-economica esistente. Attraverso il rito, infatti, la civile e coesa comunità sperimenta se stessa con un’esperienza ripetibile che rinsalda l’identità sociale e la Fede. Per Milano, la Madonnina, oltre a essere un simbolo religioso è un importante segno civico di libertà.
Nel 1948 infatti, Milano era capitale del Regno Lombardo-Veneto, parte dell'Impero austriaco. Il 20 marzo del 1848 nei moti liberali delle Cinque Giornate, i patrioti Luigi Torelli e Scipione Bagaggi alzarono il tricolore sulla statua della Vergine per segnalare l’evacuazione della città da parte delle truppe austriache. Ancora oggi, in occasione dei solenni eventi religiosi e civili, sull’alabarda posta alla destra dell’Assunta, sventola la bandiera tricolore italiana.