Primavera, sul lago di Varese è il tempo delle rondini che fanno ritorno

In queste settimane, le specie animali che annunciano l’arrivo della primavera possono essere osservate in molte zone e aree naturalistiche d’Italia, tanto da essere definite delle vere e proprie “sentinelle” della primavera. In Lombardia, nei pressi del lago di Varese, l’Oasi Brabbia di Inarzo costituisce un prezioso Centro ornitologico gestito dalla Lega Italiana Protezione Uccelli che, tra i suoi compiti, si prende cura della salvaguardia migratoria. L’area naturalistica è anche lo scalo preferito dagli stormi di rondini che dopo due mesi di volo e cinquemila chilometri a battito d’ali giungono dall’Africa nigeriana, attratti da un ecosistema incontaminato, sosta ideale per la nidificazione sotto il cielo varesino.

Quello degli stormi bianconeri è un fenomeno-rito migratorio che verso metà marzo si rinnova ogni primavera e che questi uccellini compiono grazie al loro innato istinto ricognitivo trasmesso da “genitore a figlio” che li aiuta a orientarsi attraverso punti geografici naturali (coste, laghi, fiumi, colline etc) o luoghi costruiti dall’uomo (castelli, torri, campanili, cascine, contrade, etc).

Con il nome di “Rondine” viene identifica una comune specie di uccelli che però hanno caratteristiche e istinti differenti tra loro. In Italia, si possono osservare cinque specie appartenenti agli Irundinidi (Balestruccio, Rondine, Rondine rossiccia, Rondine montana, Topino) che prediligono vivere in campagna, vicino alle cascine, nei sottotetti delle stalle. Si riconoscono per le loro piccole dimensioni, il dorso scuro, la gola rossa, la pancia bianca, un'inconfondibile coda lunga e biforcuta e zampette molto piccole ma abbastanza forti da permettere una buona presa su fili e ramoscelli. In particolare, il Balestruccio predilige le città con i loro quartieri strade, viuzze e anfratti. Agli Apodidi appartengono invece le tre specie Rondone, Rondone maggiore, Rondone pallido, in generale visibili sui campanili delle chiese, nei castelli e nei fori delle mura. Quando sono in volo sembrano neri anche se in realtà hanno un piumaggio completamente marrone scuro. Le ali hanno la caratteristica forma a mezza luna e la coda, corta e biforcuta, diversa da quella della rondine. Il rondone, specie molto longeva che può vivere fino a 21 anni, si può vedere durante la stagione riproduttiva a partire da fine aprile-inizio maggio. Diversamente dagli irundinidi, si riconoscono per le loro maggiori dimensioni, il tipico e incessante garrire, lo stile di volo velocissimo e per la loro incapacità a posarsi su qualsiasi supporto, tranne il loro nido, causata dalla progressiva perdita di funzionalità degli arti posteriori.

In Italia, queste specie sono protette contro il rischio di estinzione ed è assolutamente vietato dare loro la caccia, essendo le rondini legate ai territori agricoli come micidiali e preziose insettivore. Una femmina di rondine può deporre due o tre covate di 4-6 uova ciascuna tra aprile ed agosto e come specie monogama resta unita per tutto il tempo della covata (al massimo anche per la seconda covata di quell’anno) ma mai per l’intera vita. Ogni nuova stagione riproduttiva vede sempre l’arrivo ai luoghi di nidificazione dei maschi, seguiti a distanza di pochi giorni dalle femmine; i pulcini nati l’anno precedente raggiungono tali aree solo a periodo riproduttivo già inoltrato. Gli adulti ritornano quasi sempre nello stesso luogo, nello stesso nido o nei nidi vicini dell’anno appena trascorso, mentre i giovani esemplari si stabiliscono nelle vicinanze di tali luoghi.