Riti della Passione: ogni giorno una tappa nelle tradizioni e nelle opere d’arte

Da sempre i drammatici fatti della Passione e morte di Gesù sono stati oggetto della devozione popolare, che nel corso dei secoli ha elaborato riti e tradizioni ancora oggi molte sentite. Purtroppo l’emergenza Coronavirus non permette quest’anno la loro celebrazione. Possiamo però permetterci un giro virtuale tra devozioni e opere d’arte che i lombardi hanno voluto dedicare ai giorni del Triduo pasquale.

UN ULIVO DEL GETSEMANI SUL RESEGONE
Il Triduo pasquale inizia il Giovedì sera, con la Missa in Coena Domini, ricordando appunto l’ultima cena di Gesù. Secondo il racconto evangelico Gesù, dopo avere festeggiato con i suoi apostoli la Pasqua ebraica, sostò in preghiera nel Getsemani, dove venne poi catturato.
E proprio del legno di uno degli ulivi millenari di questo orto è fatta la croce posta sopra la grande croce di ferro che si trova sulla vetta del Resegone, la montagna che domina Lecco. L’evento risale al 16 settembre 1951, quando i giovani dell'ESA, Escursionisti Stella Alpina, la issarono. L'idea di una croce di ulivo del Getsemani era nata tra i giovani dell'ESA, quando si venne a sapere che Matilde Perego, una insegnante di Castello, avrebbe partecipato, unica lombarda, al primo pellegrinaggio post bellico in Terra Sant a.Una volta giunta a Gerusalemme, fu lei a parlarne con padre Agostino, un religioso francescano, che assicurò l'invio in aereo fino a Roma.

IL GOLGOTA LOMBARDO
Meno noto rispetto al Sacro Monte di Varese, patrimonio Unesco, ma non meno suggestivo è il Sacro Monte della Valle Camonica. Si tratta del Santuario della Via Crucis di Cerveno, un edificio posto di fianco alla chiesa parrocchiale, contenente una Via Crucis lignea del XVIII secolo. Capolavoro di Beniamino Simoni, è uno straordinario complesso scultoreo con 198 sculture a grandezza naturale distribuite in 14 stazioni, uno dei massimi esempi di scultura lignea del Settecento in Italia. Giovanni Testori, in una controversa interpretazione, ne esaltò la forza dei popolani e dei contadini di Cerveno, trasformandolo in un manifesto dell’arte popolare, pur trattando un tema sacro.

LE RELIQUIE DELLA PASSIONE
Non si può non partire da Milano, dalla Chiesa di Santa Maria alla Passione, edificio confinante con il Conservatorio. Il monumento, uno degli esemplari rinascimentali più belli presenti nel capoluogo lombardo, deve proprio il suo nome ad un piccolo affresco, ora conservato nella V cappello di destra. L’immagine della Madonna con il corpo di Cristo morto sulle ginocchia si trovava in una antica cappella, meta di pellegrinaggi popolari, che sorgeva proprio dove ora sorge la Chiesa.
A Leffe (BS) , in Valseriana, ai piedi del Monte Croce viene custodita una reliquia che si dice provenire dal legno della croce.
Anche se ne l mondo sono state catalogate oltre 700 Sacre Spine quella di San Giovanni Bianco, nella bergamasca, è una delle più importanti, e, forse, ance più autentiche. Secondo la tradizione, proprio la Parrocchia di San Giovanni Bianco ha il privilegio di custodire una spina di questa corona di Cristo. Da Gerusalemme a Costantinopoli e da qui divenuta proprietà della Repubblica di Venezia, la reliquia passò nelle mani di un certo Vistallo Zignoni, appartenente a una delle più importanti famiglie della Valle Brembana. E fu proprio in una battaglia che si impossessò di un bottino, tra cui un prezioso reliquiario dove erano allineate tutta una serie di reliquie della passione di Cristo, tra cui un pezzo della corona di spine. La prima testimonianza ufficiale della sua presenza nella locale chiesa parrocchiale è registrata negli atti della visita past o rale del vescovo di Bergamo Pietro Lippomani del 1536.
Vogliamo, inoltre, ricordare la devozione in uso a Mantova ai Sacri Vasi , che conterrebbero la terra imbevuta del Sangue di Cristo. La tradizione attribuisce al soldato romano Longino, che trafìsse con la propria lancia il costato di Cristo, la raccolta ed il trasporto di terra imbevuta del sangue del Salvatore nel luogo ove ora sorge la città di Mantova. Per tradizione, ogni anno nel pomeriggio del Venerdì Santo  si svolge la cerimonia per l’apertura dei forzieri che custodiscono i due preziosi reliquari che vengono posti ai piedi del Cristo crocefisso nell'abside della Cattedrale.

SABATO, IL GIORNO DEL SILENZIO
Il giorno precedente la Pasqua, è giorno di meditazione e di penitenza, dedicato al silenzio, al raccoglimento attorno a Gesù che giace nel sepolcro prima dell’annuncio della Risurrezione. Per la Chiesa Cattolica è un giorno aliturgico, cioè privo di celebrazioni in tutte le chiese, in attesa della Veglia solenne che viene celebrata a partire da qualche ora prima della mezzanotte e durante la quale si celebra la Risurrezione di Gesù.
A spendere parole sul valore del Sabato Santo fu l’arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, che dedicò la sua lettera pastorale 2000-2001 a “Maria del Sabato Santo”, dove allo smarrimento vissuto dai discepoli e da Maria di fronte alla morte del Cristo, il Cardinale invitava i fedeli ad aprirsi all’attesa del futuro con speranza, ad affrontare lo smarrimento del presente nella certezza della promessa di Dio.
Sempre collegato alla figura di Maria, anche la celebre Pietà Rondanini, custodita a Milano nel Castello Sforzesco, nel nuovo museo allestito nell'antico Ospedale Spagnolo nel Cortile delle Armi. Ultima opera, non finita, di Michelangelo Buonarroti, la Pietà Rondanini è testamento e meditazione del vecchio artista sulla morte e la salvezza dell’anima. E proprio il disallineamento dei corpi lascia suggerire l’intrecciarsi di più momenti della vicenda di Cristo: deposizione dalla Croce, seppellimento, addirittura Resurrezione.
Il Sabato Santo è, inoltre, il giorno in cui le campane delle chiese, silenti dalle ore 15 del pomeriggio del Venerdì Santo, vengono sciolte e riprendono a suonare. A Ripalta Cremasca si trova il Museo didattico della campana, allestito in collaborazione con la fonderia Allanconi, l’ultima fonderia di campane ancora attiva in Lombardia e, verosimilmente, l’unica al mondo a utilizzare esclusivamente materiali naturali per realizzare le sue campane. Ai visitatori è permesso scoprire attraverso percorsi visivi, tattili, olfattivi e sonori il mondo dello strumento. Arte che ha conquistato un giovane di Cuggiono (MI), Samuele Straniero, che a soli 13 anni è diventato il campanaro ufficiale della chiesetta di San Rocco.