Per commemorare in forma solenne i servitori della Repubblica caduti nell’adempimento del dovere e tutte le vittime del terrorismo, della mafia e di ogni altra forma di criminalità, il Consiglio regionale ha celebrato questa mattina nell’Aula consiliare di Palazzo Pirelli il “Giorno del Ricordo”.
Nel suo intervento, il Presidente Alessandro Fermi ha espresso la sua vicinanza ai famigliari delle vittime.“La vostra presenza qui oggi è la miglior testimonianza del valore di questa cerimonia -ha detto Fermi – perché le vostre ferite sono anche le ferite della società che i vostri cari hanno difeso fino all’estremo sacrificio. Sappiamo che erano uomini che volevano vivere, che avrebbero voluto continuare a beneficiare delle gioie della loro famiglia e dei loro amici, ma anche capaci di una devozione al dovere che non ha bisogno di essere spiegata. Sotto questa luce si illuminano le ragioni del Giorno del Ricordo: da una parte la solidarietà e la vicinanza a chi ha subito lo sfregio della violenza e ai famigliari delle vittime, dall’altra il riconoscersi tutti insieme nella nostra Costituzione e nelle istituzioni democratiche. A questo si accompagna sempre, mai sopita, la richiesta che emerga la verità e che si compia la giustizia, perché non possiamo e non dobbiamo mai arrenderci alla violenza e all’odio”.
Dopo l’intervento del Presidente Fermi, anche il Presidente della Giunta Attilio Fontana ha portato un saluto, sottolinenando l’alto valore educativo e culturale della cerimonia. E’ seguita quindi l’esecuzione del silenzio d’ordinanza da parte di un militare trombettiere, alla presenza di numerose autorità civili e militari.
Il “Giorno del Ricordo”, istituito con legge regionale nel 2004, nacque per celebrare il ricordo di Renato Barborini e Luigi D'Andrea, agenti della Polizia di Stato caduti entrambi il 6 febbraio 1977 in un conflitto a fuoco con la banda criminale Vallanzasca al casello autostradale di Dalmine in provincia di Bergamo.
Alla cerimonia erano presenti numerosi famigliari delle vittime: la vedova del Maresciallo Luigi D’Andrea, signora Gabriella Vitali; i fratelli Rocco e Carmelo del vigile urbano Niccolò Savarino, tragicamente investito da un malvivente; la signora Nicoletta Caravaggio, moglie dell’appuntato dei Carabinieri Giovanni Sali assassinato a Lodi, presente con il fratello; Maurizio Campagna, fratello di Andrea Campagna, agente di pubblica sicurezza ucciso in un agguato dai PAC mentre lasciava la casa della fidanzata a Milano; il Comandante della Sottosezione della Polizia Stradale di Guardamiglio, l’ispettore Cristian Fumagalli, collega dell’agente di Polizia Francesco Pischedda, che ha perso la vita durante una colluttazione con dei malviventi; il Comandante della Sottosezione della Polizia Stradale di Bellano, l’ispettore Francesco Giovoni, collega dell’agente di Polizia stradale Giuseppe Beolchi, perito nel tratto lodigiano dell’Autostrada A1; gli zii, Antonio Simiele e Bianca Maria De Donato, del vigile del fuoco Pinuccio La Vigna, morto durante un intervento a seguito del crollo di un capannone durante un incendio.
Il Presidente Fermi ha anche voluto dedicare un pensiero ai familiari dell’agente di Polizia Locale, Gino Zanardini, travolto da una frana in Valsabbia lo scorso mese di giugno.
Le vittime ricordate in Consiglio regionale
Anno 1977
Brigadiere della Polizia Stardale Luigi D’Andrea
Muore in servizio il 6 febbraio 1977, sotto i colpi di arma da fuoco del pluripregiudicato Renato Vallanzasca. Questi, fermato a un posto di blocco al casello autostradale A4 di Dalmine (BG), aveva aperto il fuoco con due complici sugli agenti D'Andrea e Barborini, ferendolo a morte. Luigi D'Andrea ha ricevuto la promozione postuma al grado di Maresciallo. Medaglia d’oro al valor civile.
Anno 1979
Agente Andrea Campagna
Andrea Campagna fu ucciso al termine del suo turno di servizio, intorno alle ore 14.00 del 19 aprile 1979, in un agguato in via Modica, alla Barona, di fronte al portone dell’abitazione della sua fidanzata, mentre si accingeva a salire sulla propria autovettura per accompagnare il suo futuro suocero al lavoro. Atteso da un gruppo terroristico, fu raggiunto da cinque colpi di rivoltella, che la stampa riferì essere calibro 38 corazzato; gli attentatori si allontanarono poi su di una Fiat 127. La successiva rivendicazione fu a opera dei Proletari Armati per il Comunismo (PAC). Nella rivendicazione si parlò di Andrea Campagna come “torturatore di proletari” anche se in realtà l’agente svolgeva mansioni da autista presso la DIGOS di Milano. Gli investigatori collegarono l’omicidio di Campagna a quello di Pierluigi Torregiani in quanto ritennero verosimile che i PAC avessero associato l’agente ucciso al caso, essendo questi stato ripreso dalle telecamere della televisione RAI 2 sulla scena dell’arresto di alcuni presunti responsabili del delitto Torregiani, poi rivelatisi estranei al fatto.
Anno 2012
Vigile Urbano Niccolò Savarino
Il 42enne Nicolò Savarino, fu investito e ucciso il 12 gennaio 2012 da un rom minorenne alla guida di un suv mentre svolgeva servizio in un parcheggio a Milano in zona Bovisa. Prevalentemente faceva il vigile di quartiere ed era considerato un collega «buono e dal temperamento molto calmo». Savarino abitava a Rho in compagnia del fratello, non era sposato. Nel 2014 il Comune di Milano gli ha intitolato il Parco di Via Livigno.
Carabiniere Giovanni Sali
Il 48enne Carabiniere Giovanni Sali è stato ucciso a Lodi, sabato 3 novembre 2012 da mano sconosciuta, mentre stava controllando due automobili, una verifica di routine. Il “gigante buono”, lo chiamavano nel quartiere, per la sua stazza e il carattere gentile, simpatico a tutti, era un amico di tutti, padre di due ragazze. L'appuntato Sali nel 2008 era stato premiato dall'Arma per l'arresto di due malviventi romeni sorpresi a manomettere un bancomat. Il fascicolo sull’omicidio di Sali è ancora aperto nella Procura lodigiana.
Anno 2017
Poliziotto Francesco Pischedda
Agente scelto della Polizia Stradale, 29 anni era in servizio presso la sottosezione della Polizia Stradale di Bellano (Lecco). Durante un pattugliamento la vettura sulla quale era a bordo ha intercettato un veicolo sospetto che si è dato alla fuga. Dopo un lungo inseguimento a piedi, nel corso di una colluttazione con uno dei malviventi, l’agente Pischedda perde la vita scivolando in un dirupo. Ha lasciato la compagna Anna e una bimba che all’epoca aveva solo 10 mesi.
Agente Giuseppe Beolchi
45 anni, assistente capo della Polstrada, ha perso la vita il 20 dicembre 2017 a causa di un violentissimo scontro contro un tir in autostrada Milano-Napoli appena dopo l’Autogrill di Somaglia (Lodi). Era entrato giovanissimo nella stradale, aveva prestato servizio prima a Piacenza e successivamente nella stazione di Guardamiglio. Con la sua famiglia viveva a San Rocco al Porto, nella Bassa Lodigiana.
Anno 2018
Vigile del fuoco volontario Pinuccio La Vigna
Impegnato nel tentativo di domare un incendio scoppiato in un capannone di detersivi e prodotti specializzati per la pulizia a San Donato Milanese, è stato colpito da un pezzo del tetto che gli è crollato addosso. Nell’incidente è rimasto ferito in modo non grave anche il collega Luca Protopapa. Ad entrambi è stato consegnato il Premio Speciale Rosa Camuna da parte del Presidente Fontana lo scorso 29 maggio.
Agente di Polizia Locale Gino Zanardini
61 anni, travolto da una frana in Valsabbia nello scorso giugno, colpita in quei giorni da un’ondata di forte maltempo. Con una collega stava effettuando un sopralluogo sulla passerella di Covoli, sopra Toscolano Maderno quando all’improvviso è stato violentemente colpito alla testa da un pezzo di roccia del peso di qualche chilo; soccorso immediatamente e trasportato in ospedale, non si è mai ripreso. Era residente a Gargnano (BS), lascia la moglie ed un figlio.