Sono 45 in tutta la regione, sparsi tra le province di Bergamo, Brescia, Lecco, Mantova e Monza. Sono i “roccoli”, vere proprie cattedrali verdi erette con sostegni murari e coperti da vegetazione, nati nel 1300 per iniziativa di frati e monaci in provincia di Brescia e Bergamo, poi estesesi in buona parte delle province lombarde, pensati e realizzati per essere utilizzati nella caccia per catturare avifauna migratoria viva. Molti, con passare dei decenni, sono andati in abbandono ma quelli rimasti, anche se non più utilizzati, rappresentano una testimonianza di cultura e tradizioni lombarde, frutto della maestria e dell’artigianalità delle popolazioni montane che costruivano questi manufatti con profili definiti in luoghi dominanti, così da avere un ampio campo visivo. Dei “roccoli” e della necessità che siano inseriti in un progetto di recupero, finalizzato anche alla loro attrattività turistica, e come testimonianza anche del patrimonio antropologico lombardo, si è anche parlato in Consiglio regionale. L’Aula, su proposta della consigliera Barbara Mazzali dei Fratelli d’Italia, ha infatti approvato una mozione, emendata da Floriano Massardi della Lega, per stanziare nel bilancio regionale una apposita dotazione finanziaria (200 mila euro) per ripristinare i “roccoli” lombardi attraverso il sostegno dei “roccolatori”. L’obiettivo è garantire che siano effettuati tutti gli interventi necessari per salvaguardare e proteggere queste “cattedrali” verdi, che oggi grazie alla loro strategica posizione hanno un ruolo fondamentale anche nella ricerca scientifica per studiare le rotte migratorie.