Approvate a larga maggioranza (51 voti favorevoli e 14 astenuti) le linee guida triennali per la promozione dello sport in Lombardia, in attuazione della legge regionale 26/2014. Si tratta dello strumento di programmazione attraverso il quale vengono individuati i parametri di azione nell’ambito degli interventi in materia di sport, impiantistica sportiva e professioni degli sport di montagna.
Le linee guida approvate (relatore Curzio Trezzani – Lega) danno continuità al precedente documento (2015-2017) circa il sostegno e la promozione del sistema sportivo; lo sviluppo e il miglioramento degli impianti; la diffusione della pratica sportiva per tutte le fasce d’età e la valorizzazione dello sport di montagna.
Le priorità saranno dunque la promozione delle manifestazioni sportive e dello sport di base; la diffusione delle attività fisico e motoria nella scuola e in ambiti specifici, mantenendo i supporti alle famiglie con la Dote Sport; lo sviluppo e il monitoraggio degli impianti sportivi; la qualificazione delle professioni sportive di montagna e la promozione dell’utilizzo delle infrastrutture per gli sport outdoor e della montagna.
Con le nuove norme lo sport si riconferma fenomeno sociale ed economico: da una parte strumento di crescita e sviluppo della persona dal punto di vista fisico e mentale, utile ai fini della prevenzione, la socializzazione e l’inclusione e dall’altra occasione per valorizzare la vocazione turistica e montana della nostra Regione e opportunità di aumentare l’attrattività del territorio grazie alla realizzazione di grandi eventi.
Nella seduta è stato approvato all’unanimità un emendamento del M5S (Raffaele Erba) che chiede “una particolare attenzione alle aree depresse e soggette a calamità naturali al fine di sostenere servizi sportivi”. All’unanimità è passata anche la richiesta del Partito Democratico (Fabio Pizzul) “di garantire particolare attenzione alla qualità delle infrastrutture sportive situate nei piccoli Comuni” nell’assegnazione dei contributi regionali e nelle forme di sostegno finanziario.
Nel dibattito sono intervenuti: Paola Bocci (PD), Federico Romani (FI), Raffaele Erba (M5S), Selene Pravettoni (Lega), Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti), Marco Alparone (FI) e l’Assessore allo Sport Martina Cambiaghi.
Rammarico è stato espresso dal relatore Trezzani per il voto di astensione del PD. Per il Capogruppo Fabio Pizzul “la residenza in Lombardia da almeno cinque anni come condizione per accedere alla dote sport non risponde a un obiettivo di vera integrazione”.
Dati:La Lombardia rappresenta la prima Regione italiana per numero di società sportive ed atleti. Secondo i dati del Coni ci sarebbero 851mila atleti (pari al 19% del territorio nazionale); quasi 10mila società sportive e altri 155mila operatori sportivi. Anche i numeri del patrimonio impiantistico sono importanti: oltre 10mila impianti sportivi (1 impianto ogni 700 abitanti, circa 47 impianti e 145 spazi attività ogni 100 kmq).
Gli sport più praticati restano il calcio (dai 5 agli 11 anni), la pallacanestro e la pallavolo. Per quanto riguarda, in partiocolare, lo sport di montagna, sul nostro territorio si contano 250 impianti di risalita, 50 società di gestione, 560 piste, di cui quasi 500 da discesa. La maggiorparte sono concentrate nella provincia di Sondrio: Aprica (9%), Bormio (7%), Livigno (20%); Madesimo (8%); Adamello (9%) e Brembo sky (10%).
Stando ai dati Istat, il 30,5% della popolazione pratica attività sportiva in maniera continuativa, mentre è ancora molto basso il dato relativo ai giovani. Fino ai 24 anni lo sport non occuperebbe molte ore del tempo libero: poco più di due ore la settimana, 1 bambino su 5 risulterebbe inattivo, con una percentuale di obesità che cresce del 2%.