Commissione Agricoltura autorizza la caccia in deroga e l’utilizzo dei richiami vivi

Via libera a maggioranza in Commissione “Agricoltura” presieduta da Ruggero Invernizzi (Forza Italia) al provvedimento (relatore Floriano Massardi della Lega) che consente l’esercizio della caccia in deroga durante questa stagione venatoria alle specie peppola e fringuello. “Si tratta di due specie –ha precisato il relatore- per le quali le normative vigenti prevedono la possibilità di caccia in deroga e che, sulla base dei recenti studi e verifiche condotte da istituti faunistici riconosciuti, godono di ottima salute”.
Per queste due specie la Commissione Europea ammette un prelievo massimo fino al 5 per cento del quantitativo stimato come esistente; il valore di riferimento contenuto nel progetto di legge approvato oggi è pari allo 0,5%. Il provvedimento autorizza per le peppole un prelievo massimo pari a 39mila esemplari e per i fringuelli pari a 310mila capi, effettuabile esclusivamente da parte dei cacciatori autorizzati nelle modalità da appostamento fisso o temporaneo, e in possesso della scheda di monitoraggio. Ciascun cacciatore potrà prelevare un numero massimo di 5 capi al giorno e 50 nell’arco dell’intera stagione per la specie fringuello, 5 capi al giorno e massimo di 15 stagionali per la specie peppola.
Via libera in Commissione anche a tre emendamenti: il primo, presentato da Barbara Mazzali (FdI), autorizza all’esercizio della caccia in deroga solo quei cacciatori che abbiano fatto nei tempi previsti esplicita richiesta di voler esercitare il prelievo venatorio in deroga. Gli altri due emendamenti, presentati dal Consigliere Segretario Giovanni Malanchini (Lega), sono di carattere più tecnico e riguardano, il primo la possibilità di cacciare solo da appostamenti fissi e temporanei preventivamente segnalati all’UTR di competenza, il secondo le schede di monitoraggio per la rendicontazione del prelievo opportunamente personalizzate.
Questo provvedimento –ha sottolineato il relatore Massardinella sua versione finale ha recepito anche le indicazioni formali formulate dagli uffici legislativi della Commissione e vuole ridare dignità ai cacciatori, dopo che da ben 7 anni la caccia in deroga non è più praticata in Lombardia. E’ un provvedimento di buon senso che tiene conto della relazione della Commissione regionale di esperti in campo guiridico, faunistico e ornitologico e che evidenzia l’assoluta costituzionalità della legge lombarda in materia venatoria, conferma la certificazione formale dello stato di conservazione delle specie oggetto di caccia in deroga e individua la legge regionale n.24/2008 come legge quadro in materia che disciplina le deroghe, così come richiesto dalla Commissione europea. Credo che così come predisposto questo provvedimento non dovrebbe trovare ostacoli in sede europea”.
I rappresentanti dei gruppi di minoranza, in particolare Matteo Piloni del Partito Democratico e il capogruppo del M5Stelle Andrea Fiasconaro, hanno lamentato invece il rischio che questo provvedimento, qualora approvato dall’Aula, possa poi essere impugnato dal Governo nazionale e soprattutto possa incorrere nel rischio di una procedura d’infrazione europea “con conseguente sanzione pecuniaria a danno dei cittadini lombardi”. Fiasconaro e Piloni hanno quindi sottolineato come a loro parere la maggioranza con l’approvazione di questo progetto di legge oggi in Commissione abbia voluto forzare la mano sotto l’aspetto procedurale, senza rispettare i tempi di discussione inizialmente previsti.
Nelle parole di diversi esponenti di maggioranza tra cui Paolo Franco e Angelo Palumbo (Forza Italia), Federica Epis (Lega), Franco Lucente e Barbara Mazzali (Fdi) e Viviana Beccalossi (Gruppo Misto), è stato invece evidenziato come la maggioranza, nel pieno rispetto delle regole normative e procedurali, con il voto di oggi abbia dimostrato di condividere e sostenere l’importanza della figura e del ruolo che i cacciatori rivestono in ambito forestale e ambientale, cercando di dare risposte alle esigenze e alle aspettative di 70 mila cittadini lombardi che praticano l’attività venatoria e che pagano regolarmente le tasse dovute.
Nel suo intervento, il Consigliere Segretario Giovanni Malanchini ha obiettato alle critiche della minoranza chiedendo proposte alternative che contribuiscano a fare chiarezza sotto il profilo normativo. “In materia venatoria siamo consapevoli della necessità di garantire diritti sacrosanti e ben comprendiamo quanto i cacciatori siano figure che contribuiscono in misura significativa al mantenimento e alla sicurezza dei nostri boschi e dell’ambiente in generale. Chi vota contro questo provvedimento –ha concluso Malanchini– invece di nascondersi dietro posizioni ideologiche o scuse procedurali, abbia invece il coraggio di fare altre proposte percorribili e praticabili”.

Via libera sempre a maggioranza in Commissione anche al provvedimento che consente ai cacciatori durante la stagione venatoria l’utilizzo di richiami vivi catturati e inanellati dagli Uffici Territoriali Regionali, provenienti da impianti autorizzati e utilizzabili per la sola caccia da appostamento. La cattura è consentita dal 1 ottobre fino al 31 dicembre “ogni giorno nel periodo compreso tra l’alba e le ore 16”. Complessivamente potranno essere utilizzabili a tale scopo esemplari di cesena (5.100), di merlo (2.809), di tordo bottaccio (5.619) e di tordo sassello (5.472),  per un numero complessivo di richiami pari in Lombardia a 19mila esemplari. La parte del leone spetta alla provincia di Brescia con 10.430 uccelli selvatici catturabili e a quella di Bergamo con 6.079: seguono Lecco e Sondrio con 1.483, Como con 652, Milano, Monza e Brianza con 229, Mantova con 127.
Hanno votato a favore Lega, Forza Italia, FdI e la Consigliera del PD Antonella Forattini, contrari gli altri componenti del PD, il M5Stelle e il gruppo Lombardi Civici Europeisti.
“Con l’approvazione di questo provvedimento –spiega il relatore Floriano Massardi – nel rispetto delle direttive comunitarie veniamo incontro alle esigenze dei cacciatori lombardi che esercitano la caccia alla selvaggina migratoria e che necessitano di richiami vivi per la pratica della loro attività venatoria. La cattura di richiami vivi è stata definita dalla stessa ISPRA come un servizio che la pubblica amministrazione deve rendere ai cittadini cacciatori e viene esercitata in numerosi Paesi europei nei confronti di specie cacciabili in buono stato di conservazione. Gli stessi impianti di cattura –sottolinea Massardi– sono abilitati da ISPRA e soggetti ai controlli di personale appositamente incaricato da ISPRA”.
In sede di dichiarazione di voto, piena condivisione su questo progetto di legge e sulla necessità di assicurare al meglio l’attività venatoria nel rispetto delle tradizioni e delle leggi vigenti è stata espressa da Paolo Franco (Forza Italia) e Barbara Mazzali (FdI). Fabio Pizzul (PD) ha motivato la diversificazione del voto all’interno del suo gruppo con la necessità di rispondere alle specificità territoriali di cui i Consiglieri sono espressione, lamentando però come sul tema sia mancata ogni forma di azione e iniziativa amministrativa da parte della Giunta regionale. Piena contrarietà è stata espressa infine da Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti) e Simone Verni (M5Stelle), secondo i quali il progetto di legge sarebbe in contrasto con le normative statali e comunitarie e presenterebbe il rischio di incorrere in una infrazione europea con conseguente sanzione pecuniaria a danno dei cittadini lombardi.

I due provvedimenti andranno in Aula per il voto finale nella seduta del 2 ottobre.