Forse non tutti sanno che l’8 settembre, giorno in cui la Chiesa ricorda la nascita di Maria, è la festa della dedicazione del Duomo di Milano. Non tanto per la famosa statua della Madonna che dall’alto veglia sulla città e abbraccia l’orizzonte della Lombardia, ma che si riferisce però all’Assunzione della Vergine. La data di settembre celebra invece un’antica devozione mariana, che lega la città di Milano e la sua cattedrale ad antichi riti orientali, ma che soprattutto connota il cristianesimo ambrosiano. Il Duomo è, infatti, il primo e più importante Santuario mariano della Città e della Diocesi. Lo ricorda la dedica "Mariae Nascenti" (a Maria Nascente), posta sulla facciata in epoca napoleonica, in sostituzione della precedente risalente al 1645, che recava la data di fondazione del tempio: Deiparae Natali – civitas – mccclxxxvi (la città – alla Natività della Madre di Dio – 1386).
Fu San Carlo Borromeo a volere l’indicazione, anche se poi nel Seicento si fece avanti l’ipotesi di cambiare la formula dedicatoria. Fu solo due secoli più tardi, dopo il completamento della facciata voluto da Napoleone in occasione della propria incoronazione, che il Duomo ebbe la sua intitolazione, così come si può ricostruire da un fascicolo conservato nell’Archivio della Veneranda Fabbrica. Tra le iscrizioni proposte, oltre a quella a “Mariae Nascenti”, compaiono anche “Deo et Mariae Nascenti” e “Deo Sacrum in honorem Mariae Nascentis” , formula quest’ultima che in prima battuta prevalse. Come ricostruito dagli storici, tuttavia nel novembre 1810 l’Amministrazione della Fabbrica fu costretta a rinunciare all’opzione, per via dell’eccessiva lunghezza dell’epigrafe che, impaginata nello spazio destinato, risultava poco leggibile a distanza. Si preferì quindi la più sintetica formula Mariae Nascenti, che, evidentemente più ariosa, avrebbe corrisposto in modo adeguato alla monumentalità della facciata della Cattedrale. La definitiva approvazione di questa soluzione venne data il 19 dicembre 1810.
E fu così dunque che il Duomo ebbe la sua iscrizione dedicatoria, che ricorda al mondo che il Duomo è stato da sempre inteso e realizzato dal popolo milanese come inno di lode e richiesta di protezione alla Vergine, prefigurando forse, come recita la scritta latina – nascenti – la perdurante costruzione.
Ma, come spiega in una intervista al sito della Diocesi, monsignor Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo di Milano, questa festa assume valenze spirituali. Non solo, infatti, è una celebrazione patronale, legata alla Dedicazione del Duomo, ma si collega anche in modo ecumenico ad una antica tradizione della Chiesa ortodossa, per la quale la nascita di Maria riveste un’importanza particolare: è una delle 12 feste maggiori dell’anno liturgico.
Da un punto di vista dottrinale, inoltre, la devozione verso la nascita di Maria proviene dal Protovangelo di Giacomo. Una festa molto amata dalla tradizione cristiana medievale e quindi scelta per dare il nome alla Cattedrale milanese. Accanto a ciò si affianca un significato più spirituale che sottolinea la continuità tra la fede di Gioacchino e Anna, genitori della Vergine, e la fede di Maria e di Giuseppe, genitori di Gesù, il Salvatore.
Tutta l’architettura del Duomo di Milano concretizza, infatti, l’adagio “ad Jesum per Mariam", accogliendo i pellegrini sotto gli occhi della Vergine, per guidarli attraverso di Lei verso Gesù, in compagnia dalla processione di martiri, santi e sante – vigilanti dall’alto dei capitelli, fino all’altare o nelle luminose vetrate.
Attualmente la solennità della Natività di Maria è celebrata con una Messa pontificale in Duomo, presieduta dallo stesso l’arcivescovo, a cui interviene il Capitolo Metropolitano, il collegio degli ecclesiastici della Cattedrale, e le rappresentanze di tutto il clero diocesano segnando l’inizio del nuovo anno pastorale.
Per il 2018-2019 la lettera pastorale scritta dall’arcivescovo Mario Delpini si intitola "Cresce lungo il cammino il suo vigore" e contiene le indicazioni alla Chiesa ambrosiana, una traccia di riflessione per tutti i cittadini milanesi .