Ultimi giorni per visitare la mostra “Adulis, la città perduta”, ospite fino al 15 aprile del Museo Castiglioni, immerso nel romantico parco di Villa Toeplitz di Varese.
Nove anni di ricerche e scoperte archeologiche sulla costa del Mar Rosso, in Eritrea, condotte dai fratelli Angelo e Alfredo Castiglioni con la collaborazione di alcune Università italiane e del Governo eritreo, che agli archeologi varesini affidò un progetto di ricerca per valorizzare il patrimonio culturale del paese.
Cuore della mostra è l’esposizione del modello olografico e la ricostruzione, in una delle sale, del recinto presbiteriale interno di una basilica paleocristiana della seconda metà del IV secolo, che testimonia la precoce espansione del cristianesimo nel Corno d’Africa.
Il percorso espositivo – che racconta la storia di Adulis, conosciuta anche come la Pompei d’Africa per la repentina distruzione di cui fu vittima alla fine del VI secolo – si snoda attraverso numerosi e preziosi reperti, frutto di scavi archeologici realizzati dal 2011. Corredata da documentari video e fotografie, la mostra ricostruisce il periodo rigoglioso di uno dei più importanti scali commerciali tra l’Africa Orientale e il Mediterraneo, in quella che oggi è l’Eritrea. Nel mondo antico queste acque, collegando il Mediterraneo con l’Oceano Indiano, la penisola Arabica e il Corno d’Africa, costituivano un’arteria di straordinaria importanza, paragonabile a quella della via della seta o dell’ambra.
Qui transitavano spezie e merci di lusso: avorio, gusci di tartaruga, perle e pietre preziose tanto che per gestire questi scambi il Regno di Axum, di cui faceva parte Adulis, fu il primo e unico dell’Africa subsahariana a coniare una moneta. La mostra – ci ha anticipato Angelo Castiglioni – da Varese partirà poi verso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e per Asnara, capitale eritrea.
La mostra è aperta fino al 15 aprile dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.
http://museocastiglioni.it/il-museo/adulis-la-citta-perduta/