La dispersione scolastica sul territorio regionale: fenomeno sceso al 12,7%

L’abbandono precoce degli studi interessa molti Paesi europei e l’Unione Europea ha stabilito che entro il 2020 deve essere contenuto entro la soglia del 10% in tutti gli Stati membri.
Tra i Paesi che dovranno ridurre la dispersione scolastica rientra anche l’Italia che, seppure con una situazione in netto miglioramento nell’ultimo decennio, presenta però tra i Paesi europei il quinto peggior risultato nel 2016, con un tasso medio del 13,8% e punte che raggiungono il 23,5% nelle isole e superano il 20% nelle regioni meridionali.
Anche in Lombardia il fenomeno è migliorato notevolmente e l’indice di dispersione scolastica, dopo il valore massimo raggiunto nel 2009 (19,8%), nel 2017 si è ridimensionato al 12,7%, sotto il tasso medio nazionale ma ancora non in linea con i parametri imposti dall’Unione europea.
E’ quanto emerge dalla nota informativa realizzata dall’Ufficio “Analisi delle leggi e delle politiche regionali” del Consiglio regionale della Lombardia e presentata la scorsa settimana al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Nel settembre 2016 il MIUR ha avviato una misura statale contro la dispersione scolastica, in attuazione del Programma Operativo Nazionale Per la Scuola attivato nell’ambito della programmazione FSE 2014-2020. L’intervento metteva 240 milioni di euro a disposizione di tutte le scuole statali italiane per realizzare attività extracurriculari e offrire così ai ragazzi a rischio nuove occasioni di recuperare svantaggi, coltivare interessi, scoprire e potenziare le proprie capacità.
Tutte le scuole partecipanti della Lombardia sono state ammesse alla selezione e al finanziamento, ad eccezione di una scuola della provincia di Milano.
I 380 progetti (uno per ciascuna scuola) ammessi alla selezione coinvolgono oltre 57mila ragazzi (14% degli iscritti in Lombardia) e 3.249 genitori. In proporzione coinvolgono più ragazzi a Sondrio (22% degli iscritti) e meno nelle province di Mantova e Pavia (12%).
L’offerta alle famiglie è però molto contenuta; è proposta solo da 127 scuole (33%). Si discostano da questa tendenza le scuole della provincia di Monza e Brianza, che offrono questa attività nel 69% dei casi, e in direzione opposta quelle della provincia di Mantova (soltanto l’8%).
I progetti prevedono in tutto 2.587 momenti specifici con oltre 87mila ore di attività extracurriculari; il costo supera i 15,3 milioni di euro e il costo medio di ciascun progetto è pari a 40.492 euro, con il contributo massimo (44.986) richiesto a Brescia e quello minimo (22.808) a Mantova. Il contributo medio è pari a 257 euro per studente e a 206 per genitore.
Molti sono i format che includono arte, scrittura e teatro e il potenziamento della lingua straniera. Meno proposti quelli legati all’orientamento post scolastico e all’educazione alla legalità. L’ambito più proposto dalle scuole a Cremona e Lodi è quello che riguarda la musica strumentale e il canto corale, nelle scuole di Sondrio è il laboratorio creativo e artigianale per la valorizzazione delle vocazioni; a Lecco, Pavia e Varese prevale l’innovazione didattica e digitale.
Sono 334 le scuole (l’88% di quelle ammesse in Lombardia) che ha inserito partnership nei progetti, preferendo in genere la collaborazione con soggetti esterni a quella con altre istituzioni scolastiche. L’apertura massima al territorio è nelle province di Lodi e Mantova, dove la totalità delle scuole ha previsto l’attivazione di collaborazioni esterne.

Dalle verifiche compiute e dai dati pervenuti riguardanti le scuole partecipanti al bando del MIUR, emerge un quadro disomogeneo sul territorio lombardo: le province di Lecco, Sondrio e Lodi presentano un rischio di dispersione scolastica molto contenuto mentre l’area a rischio più elevato è costituita dai territori di Brescia, Cremona e Pavia.
Le scuole di quest’ultima area con l’indice di dispersione scolastica più alto hanno colto in modo tra loro molto differente le opportunità del bando ministeriale: la provincia di Cremona esprime infatti la partecipazione al bando più elevata della regione, con l’adesione del 50% delle scuole presenti sul territorio; Brescia si allinea alla tendenza complessiva (34%), mentre Pavia ha partecipato in modo poco significativo (solo il 24% delle scuole).

Tutti gli istituti scolastici che hanno partecipato al bando sono stati invitati a rispondere a un apposito questionario. Come si evince dalle risposte pervenute,  le scuole apprezzano le attività extracurriculari, perché le riconoscono utili a prevenire il problema della dispersione scolastica; gli istituti che le hanno già sperimentate, non intendono rinunciarvi e se il progetto non venisse più finanziato, cercherebbero comunque modalità alternative per continuare a realizzarle.